Pre-paradise sorry now tratta della relazione malata fra Ian e Myra, due giovani amanti (lui dominante, lei succube), infervorati dal fascino per il nazismo e tutte le forme di rigida sopraffazione ed intolleranza, tipici dell’ignoranza e della frustrazione sociale.
Gli agghiaccianti dialoghi tra i due, sono inframezzati da discussioni derivate da brevi episodi di “fascismo quotidiano” e da “liturgie” poetiche, situazioni “di strada” integrate allo spettacolo in forma cinematografica, con eventi filmati per le vie di Ancona.
Via dei dollari. Quasi concerto
Via dei dollari racconta, attraverso canzoni e piccole storie, del destino di quei migranti, che, partiti dal vecchio continente in cerca di fortuna, trapiantarono il loro cuore nel nuovo mondo: l’America delle speranze, dei sogni e dei desideri. Per tutti la musica e la memoria delle proprie origini inietta, ogni giorno, fiale di sopravvivenza. Come una piccola orchestra portatile la fisarmonica colora le vite dei nuovi arrivati, diventa legame con le origini, parla di sogni di libertà e aggancia sogni di speranza.
di Isa Carloni e Contradamerla – Giampaolo Paticchio, Alessandro Cintioli, Luca Vannicola, Francesco Cintioli
Calle Obrapia #4
Una via stretta, i suoi marciapiedi, le sue pareti. Tre donne e un uomo. I loro corpi si intrecciano, si lanciano, si guardano, comunicano l’un l’altro. Sono di passaggio, in esilio? Di tanto in tanto pezzi di musica rompono il silenzio. Brandelli di realtà sfuggono da piccoli transistor. La danza di strada di Ex Nihilo nasce da un perfetto sincronismo e dall’improvvisazione.
direzione artistica Anne Le Batard, Jean-Antoine Bigot
coreografie Anne Le Batard, Jean-Antoine Bigot, Anne Reymann, Patrice de Benedetti, Lisa Da Boit
musica Patrice de Benedetti
Interventi di teatro urbano
A cura di Andrea Bartola con la partecipazione di L’acchiappasogni – Scuola di clown e di Andrea Caimmi e Licia La Rosa
Virus collection
Va tutto bene ma niente è a posto. dietro il ghigno deformante dell’ottimista c’è tutto il disperato disincanto e lo stupore che proviamo davanti alla realtà contemporanea. I personaggi di Rignanese sono dei reietti, spigolosi ed estremi, vivono una realtà che non è la nostra ma potrebbe essere quella dei nostri vicini di casa. La centrifuga del suo spettacolo miscela i personaggi in un vortice di situazioni divertenti e paradossali.
di Nicola Rignanese, Piero Guerrera, Antonio Albanese, Michele Serra
con Nicola Rignanese
scene e luci Valerio Di Pasquale
costumi Elisabetta Gabbioneta
musiche Massimo Cavallaro
assistenza tecnica Diego Giannettoni, Damiano Salis
Festival 2005 – Nicola Rignanese
Angelica
Con lo spettacolo Angelica, l’attore autore Andrea Cosentino torna ad un tentativo di parlare del presente, prendendo a pretesto il mondo delle fiction televisive. Una troupe che sceglie di girare uno sceneggiato televisivo in una casa di un quartiere popolare romano; un’attrice che continua a recitare la propria morte, fino allo sfinimento. Lo sceneggiato viene ricostruito in scena senza ausili tecnologici, utilizzando la cornice vuota di ciò che fu un televisore, parrucche, primi piani, bambole, pezzi di oggetti, dettagli di corpi.
uno spettacolo di e con Andrea Cosentino
regia Andrea Virgilio Franceschi
collaborazione alla drammaturgia e alla messa in scena Valentina Giacchetti
La Parigina
Dopo Grand Guignol, il regista romano Massimiliano Civica continua la sua ricerca sulla centralità del lavoro dell’attore e sulla forza della narrazione priva di orpelli interpretativi. La Parigina è un dialogo a due, a distanza, in cui Henry Becque – il più significativo autore francese della seconda metà dell’Ottocento e anticipatore di molti sviluppi del teatro moderno – inonda la sua amata di accuse e recriminazioni, senza darle diritto di replica.
Scriva il dramma proprio per avere potere sulla sua parigina, per sbatterle in faccia il suo disprezzo.
Ma in questo modo fa della sua amata una eroina perché è il suo desiderio d’amore a renderla fulgida e struggente.
uno spettacolo di Massimiliano Civica
con Gabriele Benedetti, Mirko Feliziani, Aldo Ottobrino, Monica Piseddu
Inferno. A porte chiuse
Il teatro del Lemming prende come riferimento il pensiero esistenzialista francese per ripensare l’avventura dantesca come attraversamento della condizione umana.
Pur restando fedeli allo spirito del pensiero di Sartre, A porte chiuse ne reinventa la struttura. I tre personaggi sartriani, un uomo e due donne, esplodono in una moltitudine di presenze. L’azione teatrale si sviluppa attraverso i vari luoghi della storica Villa Nappi, trasformata in quattro ambienti diversi a palesare lo sprofondare in una dimensione infera e soffocante pari a quella delle nostre vite.
musica e regia Massimo Munaro
con Antonia Bertagnon, Fiorella Tommasini, Silvio Lo Presti, Silvano Rosignoli, Diana Ferrantini, Chiara Elisa Rossini
assistenza tecnica Alessandro Gasperotto
Les dieux appellent ça des boulons (Gli dei li chiamano dadi)
Una favola moderna dove si mescolano umorismo, tecnologia, metafisica e open-bar, sul tema di un mondo-macchina industriale cui si prova a dare un senso. Il progetto è ispirato alla novella L’eremita e Seidita di Viktor Pelevin, il più famoso fra gli scrittori russi della post-perestrojka. pelevin appartiene al filone della grande tradizione russa che risale a Gogol’ e al Dostoevskij, in cui le intuizioni metafisiche sul mistero dell’esistenza cozzano contro le grottesche banalità della vita reale.
In uno strano allevamento industriale di polli due curiosi personaggi vivono ai margini di una comunità oligarchica e totalitaria, e meditano sulla loro triste sorte.
La loro unica salvezza: i dadi.
regia Renaud Chauré, Gael Leveugle
con Guilhem Bartez, Renaud Chauré, Nico Defawe, Gerald Grou, Gael Leveugle
scene Margot
I viaggi di Gulliver
I viaggi di Gulliver è uno spettacolo basato sull’opera di Swift, restituita alla sua dimensione di critica feroce della pretesa superiorità dell’uomo occidentale, ma anche alla sua deriva fantascientifica, e al suo progressivo straniamento. Attraverso il ribaltamento delle percezioni, lo spettatore, come il protagonista del romanzo – il chirurgo di bordo Lemuel Gulliver – si trova di fronte ai paradossi della legge, della scienza, del potere, della guerra. La recitazione è sospesa tra astrazione ed ironia, spaesamento e denuncia civile; in scena anche tre musicisti e diversi contributi video con riprese macro, ribaltamenti di piani, distorsioni cromatiche.