La vita di Paolo Uccello

La vita di Paolo Uccello tratto dall’opera di Giorgio Vasari si presenta come uno spettacolo ben diviso in tre parti alla maniera di un trittico, dove Paolo Uccello, la sua vita di pittore, i suoi quadri, i suoi amici vengono raccontati in forma di concerto e di balletto, in un gioco continuo, minimale, visivo gestuale allo stesso tempo.

con Francois Hiffler e pascale murtin

Festival 1984Grand Magasin

Permanent soirée

Permanent soirée si ambienta in un luogo, presumibilmente una villa da tempo abbandonata che comincia improvvisamente ad animarsi di presenze.
I nuovi abitatori si muovono tra terrazze, giardini e improvvisati parties.
Ascoltiamo frammenti di conversazione e scoppi musicali.
Uno strano visitatore si ferma curiosare; i suoi occhi registrano quanto sta accadendo, la sua presenza funge come da specchio…

attori lydia meist, ulrike peuckert, danny alice, peter lemmens, martin mens
regia martin mens
consulenza drammaturgica alice mielart
scene gustav meist
cotumi paulette bouschung
tecnico del suono jaap lindijer
tecnico delle luci Gè wegman
musica di stefan v. campenhout

Festival 1984Prisma

 

 

Hotel Continental

Alla stessa maniera in cui Jacques Tati inventa nuovo linguaggio cinematografico per raccontarci il succedersi della vita moderna nel film Play time, Hotel Continental inventa un linguaggio scenico originale per raccontarci la folle avventura di una notte d’albergo.
Due uomini ed una donna si incontrano in occasione di una catastrofe che hanno dovuto superare insieme: un uragano o una tempesta.
I tre individui, proiettati da questa sciagura nell’albergo, si ritrovano deviati dalle loro traiettorie per viverne altre completamente nuove. Tutto comincia a perdere senso per assumerne uno nuovo.
I corpi cominciano a muoversi secondo altre disposizioni, lo spazio subisce delle trasformazioni, gli oggetti subiscono strane mutazioni.
Questo spettacolo rinvia ai vecchi principi surrealisti, all’esplosione dadaista, al principio della libera associazione.
Da una immagine nasce un’altra immagine, il movimento disegna, genera il mondo.

con joel adam, patricia janneu, guy lenoir, leon napias
regia guy lenoir
musica serge korjanevski
scene jean lascoumes
suono
jean Jacques vaudou

Festival 198445° parallele

Gli animali della città

Gli animali e la terza grande produzione di maxi inchiesta: si tratta di una spettacolo con atto, musica e proiezioni. Le due produzioni precedenti trattavano di abitazioniAnima si parla di città moderne.
La città in questione potrebbe essere una specie di incrocio tra New York e Beirut.
Un uomo ritorna in aereo per ritrovare un antico amore. La città in stato d’assedio e l’atterraggio diventa difficile. I due amanti finiscono per incontrarsi comunque ma la donna finge di non ricordarsi dell’uomo. Anche se ricordo bene la sua voce… Questa storia d’amore non ha senso preciso, ciò che la coppia si dice senza importanza così come l’indifferenza di lei e l’ossessione di lui.
La donna lavora in un night club. Il padrone è un gangster molto potente. Ma senza una reale importanza. Essi sono gli animali della città.
Due bande di assassini ingombrano le strade ammazzando chiunque.
Un vecchio ex cantante d’opera si trascina per le strade osservando tutto quello che mi succede.
Accompagnato da una fanfara ci fa ascoltare inni profetici che annunciano un destino funesto.
L’azione si svolge in luoghi diversi: in una camera d’albergo, al Central Park o in un night club o ancora in un aeroporto. Inizia al crepuscolo e termina con l’aurora: potrebbe svolgersi in qualsiasi periodo tra il 1930 il 1990. Il dialogo potrebbe essere se francese sia in inglese in diretta o in playback.
Tutta la musica, da quella dell’orchestra del club a quella del cantante d’opera è originale e mescola elementi d’opera e jazz.

regia Mike figgis

Festival 1984Mike Figgis

 

 

 

 

 

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I deliri indolenti di Dolores Dollars

Una serie di metamorfosi attraversano dei personaggi in una situazione di viaggio.
Non c’è un centro e non esistono limiti, ma delle interferenze che creano avvenimenti senza per questo costruire una storia.
Forse vi si potrebbero riconoscere un toreador, un buffone, una regina… presi nella velocità di uno specchio in piena esplosione, Disintegrati con brandelli di suoni colori ricomposti in un lungo esodo nel quale ciascuno sparisce a favore di un plurale.

creazione collettiva di thierry azam, marcia barcellos, philippe chevalier, daria elies, catherine langlade, alain michon, arnaud sauer, santiago sempere, eric wurts
costumi guerrino andreami

Festival 1984Group Lolita Danse

Businessman in the process of becoming an angel

I danzatori suonano e cantano, creano una enormità di movimenti complessivi e complessi la cui rapidità di esecuzione crea effervescenti effetti spettacolari.
Edouard Lock ricopre la scena con una moltitudine di gesti minuti ed i contorcimenti che si riversano sui corpi senza più rispetto per la forza di gravità e le naturali restrizioni del corpo.

Festival 1984La La La Human Steps

Il potere della follie teatrale

Dopo il successo del provocatorio spettacolo Questo è teatro… Jan Fabre torna a Polverigi con una compagnia di 20 giovani artisti, attori, danzatori e cantanti uniti intorno ad uno spettacolo che combina insieme esperienze di vita privata, emozioni, storia dell’arte e tradizione teatrale.

Festival 1984Jan Fabre

Lo struzzo

Lo struzzo viene definito dal gruppo come un uccello grande che può essere ucciso con un coltello piccolo.
Lo spettacolo dura il tempo necessario per ammazzare, spennare, pulire, cucinare e mangiare un pollo.
I cinque attori sono persone pronte per un party che ballano, chiacchierano, mangiano…
Tutti questi eventi banali senza importanza sono analizzati in maniera del tutto realistica, assurda e naif.

Festival 1984Epigonen

El hombre urbano parco antropologico

Presentato per la prima volta al festival di Sitges (Spagna – edizione 1983), dove ha ottenuto un enorme successo, El hombre urbano consiste in una suggestiva esperienza teatrale che Albert Vidal può presentare in situazioni ed ambienti più diversi come aiuole perimetrate, giardini zoologici, piazze, eccetera.
All’interno dello spazio Vidal crea un proprio habitat, offrendosi al pubblico alla stregua di un animale in cattività.
Il suo ambiente è un letto, un lavabo, un guardaroba, un televisore ed una scrivania: quest’uomo urbano racchiuso così nella sua gabbia naturale vive la sua giornata quotidiana suscitando opinioni, interessi, imbarazzi, ilarità in un pubblico che più o meno coscientemente si riconosce in lui.
Albert Vidal crea così uno specchio di una condizione umana facilmente riconoscibile da qualsiasi spettatore, adulti, bambini e anziani.
Ciò che tuttavia è ammirabile in Albert Vidal e l’estremo rigore tecnico con il quale conduce in una sequenza senza fine tutte le azioni quotidiane dell’esemplare “animale umano”.

Festival 1984Albert Vidal

I delfini della montagna

I delfini della montagna è uno spettacolo in cui la pittura di pennello la fa da padrone, inondando la scena, i costumi e di gesti dipinti.
Per raggiungere la vetta il respiro si fa misterioso, da fatica ad alta montagna, oppure ingenuo e gaio come passeggiare di due amanti tra le verdi colline dell’Umbria.
Allora gli attori come pigmei danzano discinti come giullari mangiando sedani e salmoni, costruendo sagome dipinte dei loro idoli, ostentando la loro incomunicabilità.
Gli attori così non fanno miracoli, ma vivono magnificamente le loro esperienze, si attaccano e si staccano, si attraggono e si sgonfiano, prendono e perdono aria, finché sulla montagna il ferro tagliente ci si fanno la barba.

con carla chiuppi, paolo liberati, emanuela manini, laila santirosi
progetto, costumi e scene dipinte paolo liberati
musiche daniele patumi

Festival 1984Tradimenti incidentali