On ne peut pas toujours être en apnée

On ne peut pas toujours être en apnée è un vitalissimo e imprevedibile gioco delle apparenze, delle metamorfosi, del vero e del falso, che sovrappone convenzioni, fantasmi e situazioni mentre la colonna sonora alterna classica e pop, Sinatra e Schubert, colto e popolare. Emozioni e sentimenti contrastanti si succedono nelle azioni interpretate dall’affiatato gruppo di attori-danzatori-cantanti in una nuova forma di danza che unisce sapienza spettacolare e gusto comico in una sequela di trovate da antologia.

coreografia guilherme Botelho
in collaborazione con la compagnia
assistente tecnica caroline de corniere
con caroline de corniere, joseph trefeli, kylie walters, mike winter
alias ringrazia per la sua collaborazione shaun smith
ricerca musicale guilherme botelho, kylie walters
registrazione in studio andres garcia
scenografia gilles lambert
costumi caroline de corniere
luci jean-marc serre
direzione di scena florent naulin
amministrazione samia ben hamida
consulente gabriel decoppet

Festival 1999Alias

Alias

Guilherme Botelho è nato a San Paolo del Brasile e si è trasferito a Ginevra nel 1984 per lavorare come danzatore al Grand Théatre de Genève, nel 1993 crea la compagnia ALIAS presentando spettacoli in teatri e festival internazionali.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 1999 con On ne peut pas toujours être en apnée

Kung Fu – “Best of”

I giovani attori, sotto la guida del regista Pol Heyvaert, raccontano se stessi utilizzando i linguaggi e le forme che sono propri del mondo giovanile in un mix di video, musica, danza, arti marziali e mode. Frammenti di vita quotidiana, confessioni e testimonianze, documentati dalla telecamera di Felix Van Groeningen, vengono proiettati sullo schermo che fa da sfondo alla scena, mixati con spot pubblicitari e immagini video, il tutto su musiche di Jonas Boel. Kung Fu “Best of” è una vera e propria passerella, su cui sfilano emozioni, opinioni, manie, ma anche disillusioni e durezze, e dove ogni attore diventa il testimonial della cutlura giovanile contemporanea, problematica, ancora sconosciuta e che sfugge ad ogni definizione.
Lo spettacolo, che è stato presentato in numerosi Festival internazionali europei, è stato realizzato a Polverigi in uno speciale riallestimento di cui hanno fatto parte 10 ragazzi del posto che hanno partecipato a due settimane di laboratorio con l’équipe belga.

un progetto di jonas boel, pol heyvaert, felix van groeningen, lies vanborm
assistenti evelyne venden berghe
tecnici wil clapdorp, kurt verleure
video dieter diependaele, geert bouwé
assistente per l’edizione di polverigi marta massini

Festival 1999Victoria

Loop

Una sorta di cabaret del futuro in cui effetti speciali e sperimentazioni sonore si mescolano curiosamente. Uno spettacolo del tutto inclassificabile che conferma la vitalità della nuova scena inglese. Loop è il quinto show di Lee and Dawes che giocano sugli incroci tra performance e musica. In Loop l’idea centrale è  quella che nulla cambia, ma tutto gira e ritorna. Con il loro singolare mix di proiezioni, musica e magia Lee and Dawes esplorano le forze dell’etere: gli spettatori saranno anch’essi coinvolti nelle sperimentazioni scientifico-magiche di Ray Lee e Harry Dawes.

con ray lee, harry dawes, graham elstone
tecnico h cain

Festival 1998Lee and Dawes

Lee and Dawes

Tra il 1994 e il 1998 Ray Lee e Harry Dawes hanno creato quattro spettacoli di teatro musicale itinerante con lo scopo di creare un teatro fuori dalla produzione musicale. Hanno ricevuto il prestigioso Barclays News Stages Award per In the ether e hanno portato il loro lavoro in tour nazionali e internazionali. Nel 1996 si esibiscono in occasione della celebrazione del centenario della nascita del Theremin a Mosca.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 1998 con Loop

Gust

Gust è l’improvvisa raffica di vento che sposta i corpi e muta gli stati dell’animo, è la forza della natura che travolge gli uomini e li trascina verso altri destini. Nello spazio descritto dallo spettacolo dominano la Natura, le pulsioni incontrollate e travolgenti, la vulnerabilità dei corpi e dei sentimenti, che costringono gli uomini a riconfrontarsi inevitabilmente con gli elementi naturali. Uno dei riferimenti iconografici dello spettacolo è La zattera della Medusa di Géricault, quadro che mette in scena la catastrofe nell’imminenza del salvataggio: nel momento della morte e della sopravvivenza precaria, estrema, la salvezza dipende dai capricci del tempo e del vento.

direzione artistica francisco camacho
drammaturgia andré lepecki
costumi isabel peres
sartoria teresa luoro
suoni sergio pelagio
luci cristina piedade
scene rafael alvarez
effetti speciali joao gaspar
assistenti paula pereira, pietro romani
con begona mendez, carlota lagido, david miguel, felix santana, filipa francisco, joao galante, joao samoes, marta coutinho, miguel pereira, nines gomez, paula castro, rolando perez, ronald burchi, sara vaz
coproduzione fundaçao das descobertas – centro cultural de belem, culturporto – rivoli teatro municipal, acarte – fundaçao calouste gulbenkian, o acto, eira

Festival 1998Compagnia Francisco Camacho

Compagnia Francisco Camacho

Francisco Camacho ha studiato danza presso le scuole di Companhia Nacional de Bailado (1982/83) e Ballet Gulbenkian (1983/4), entrando poi nella compagnia come apprendista (1984/86). A New York, ha frequentato diversi workshop e studiato danza al Merce Cunningham Studio e recitazione al Lee Strasberg Theatre Institute. Ha studiato sceneggiatura con Luís Falcão e scrittura creativa con José Luís Peixoto. Ha studiato tecniche vocali con Lúcia Lemos. Ha ballato con diversi coreografi in Portogallo e a New York: Paula Massano; Meg Stuart in “Disfigure Study”, esibendosi in Europa e negli Stati Uniti; con Alain Platel in “Bonjour Madame, comment allez-vous aujourd’Hui, il fait beau, il va sans doute pleuvoir, ecc”, in Europa e in Canada; e Carlota Lagido in “Lilith” e “Self”.
Dal 1988, il lavoro di Francisco Camacho è stato presentato in diversi paesi in Europa, America e Africa. Ha coreografato ed eseguito gli assoli “O Rei no Exílio / Il re in esilio” (1991), “Nossa Senhora das Flores / Nostra Signora dei Fiori” (1992, Menzione Speciale del Premio ACARTE / Maria Madalena de Azeredo Perdigão 1992/93 ), “Superman” (2000), “Hitch” (2003) e “coup d’état” (2006). Ha diretto e coreografato i pezzi del gruppo “Com a morte me enganas / Con la morte mi freghi” (1994), “Primeiro Nome: Le / Nome: Le” (1994, Premio ACARTE / Maria Madalena de Azeredo Perdigão 1994/95) , “Dom São Sebastião” (1996), “GUST” (1997), “More” (1998), “Em Troca / In Exchange” (2001, per Companhia Nacional de Canto e Dança, del Mozambico), “Il mio nome è Wilde … Oscar Wilde. ” (2001) e “Silence so Sexy” (2002). Il suo ultimo pezzo di gruppo è “Live / Evil – Evil / Live”, co-diretto con Herwig Onghena.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 1998 con Gust

Antenati

Antenati è la storia di un’evoluzione improbabile, il viaggio nel tempo di un gruppo di giovani amici. In scena ci sono Andy Warhol e la Barbie, i figli della lavatrice Rex e gli eredi dell’Autogrill: lo specchio della nostra stessa storia. Una storia fatta di consumi e di tecnologia, dove l’uomo non può più fare a meno delle macchine e degli strumenti da lui stesso costruiti: una vera giungla delle città di sapore brechtiano, dove l’uomo può essere soggetto alla ribellione dei suoi elettrodomestici, sempre più minacciosi di trasformarsi in “elettroselvatici”. Da strumenti che dovrebbero alleviare la nostra esistenza, potrebbero invece diventare pericolose minacce alla stessa. Chi di noi ha un’idea precisa del potenziale distruttivo che cova dentro e fuori delle nostre abitazioni?

progetto e regia lucio diana, roberto tarasco, adriana zamboni
musiche originali nicola campogrande
tecnico di compagnia virginia manoni
collaborazione allestimento daniela cavallo, alessandro bigatti
organizzazione patrizia coletta, annalisa gulmini
con roberta biagiarelli, lucia mascino, lilli valcepina, andrea violato, massimo violato

Festival 1998Teatro Settimo

Teatro Settimo

Teatro Settimo è una compagnia stabile nota a livello nazionale e internazionale, che ha realizzato allestimenti e spettacoli d’alto valore artistico. Dopo un lungo lavoro territoriale in cui incrementa l’attività teatrale e laboratoriale attraverso progetti “trasversali”, atti cioè a mettere in comunicazione scuola, città, teatro, mondo del lavoro, Teatro Settimo si dedica alla ricerca di una propria specificità artistica incentrata sul lavoro d’attore e sulla drammaturgia, concentrandosi sulle produzioni che nel giro di alcuni anni si impongono alla critica nazionale ed internazionale. Il gruppo ha lavorato in questi anni sia alla creazione di spettacoli che all’organizzazione e alla promozione di attività teatrali. Con gli spettacoli Esercizi sulla tavola di Mendeleev e Elementi di struttura del sentimento ottiene il consenso della critica italiana ed internazionale: alla compagnia viene riconosciuto un ruolo importante per la ricerca drammaturgica e per la ripresa del rapporto di comunicazione con il pubblico. Con Acquarium raggiunge il punto più altro nella creazione drammaturgia e nell’utilizzo fantastico degli oggetti in scena, trasformando oggetti plastica di uso comune in meraviglioso personaggi marini.Il 15 dicembre del 1987 si inaugura il Teatro Garibaldi a Settimo Torinese che da quel momento è sede stabile della compagnia. Nel 1988 è stato riconosciuto dal Ministero del Turismo e Spettacolo Centro di Produzione e Ricerca Teatrale.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 1998 con Antenati