Love Souvenir

Attento al rigore compositivo di matrice RTC (Real Time Composition), Francesco Marilungo  focalizza il suo interesse sulla creazione di atmosfere, frutto della giustapposizione di immagini strutturate su più livelli di rappresentazione. Nei suoi lavori ricorre al corpo come portatore di significati iconografici per indagare le figure archetipiche della nostra cultura.
Love Souvenir, performance per un danzatore e sette corvi tassidermizzati prende spunto dal mito di Maria Maddalena, la santa dai mille volti, per interrogarsi sulla “transizione di genere”.
Il “corpo” della Maddalena, pur mutando nel tempo, si è fatto quasi reliquia, souvenir e viene giustapposto alla pratica della tassidermia. Li accomuna il tentativo di sfida del processo di annichilimento legato alla morte per tendere all’infinito. Il corpo che si fa reliquia e quello che viene impagliato, divengono mezzo di contatto con un mondo sovrannaturale.

di e con Francesco Marilungo
assistente alla regia e voce
 Francesco Napoli
disegno luci 
Gianni Staropoli
coproduzione 
Teatro delle Moire/Danae Festival, Gender Bender Festival, Capotrave/Kilowatt Festival
con il sostegno di 
Villa Nappi/Marche Teatro nell’ambito del progetto Residenze, Centrale Fies/Ambienti per la produzione di performing arts
con il contributo di 
Next 2017 Regione Lombardia

 

Francesco Marilungo – Festival 2018

Green leaves are gone

Nel 2015 Tommaso Monza, Giovanna Rovedo, Ibrahim Abdo e Shady Abdelrahman si sono conosciuti a Il Cairo durante uno speciale momento di scambio di conoscenze e pratiche creative fra coreografi italiani ed egiziani. I coreografi hanno deciso di mantenere aperto il dialogo avviato in Egitto e di creare un progetto artistico condiviso attraverso un percorso di residenze di creazione a Polverigi, Pordenone, Faenza e di nuovo a Il Cairo. Gli artisti lavorano sull’esplorazione delle proprie identità individuali, collettive e culturali attraverso un gruppo di lavoro “liquido” e “democratico”.
Green leaves are gone si interroga sui concetti di sparizione, scomparsa, estinzione e caducità che sono parte integrante delle relazioni umane e delle comunità presenti in natura.
In ogni società scompaiono opportunità, desideri e benessere, da questo punto di partenza gli artisti hanno iniziato a riflettere su come la realtà declini il concetto di “sparizione”.
“L’incontro fra artisti provenienti da differenti culture – con diversi linguaggi, stili di vita, abitudini e opportunità – è estremamente interessante considerati i tempi che stiamo vivendo. Tutto ciò diventa ancora più interessante se consideriamo che l’elemento in comune è il background performativo, infatti, quando il movimento è lo strumento principale utilizzato per esplorare le singole identità, vengono rivelate nuove informazioni, anche inusuali, che possono suggerire molto su noi stessi e sulle nostre sovrastrutture culturali e sociali.” Giovanna Rovedo

di e con Tommaso Monza, Giovanna Rovedo, Ibrahim Abdo, Shady Abdelrahman
Partner di progetto Marche Teatro, Natiscalzi DT, Compagnia Abbondanza/Bertoni, Anghiari Dance Hub
Progetto presentato nell’ambito di FOCUS YOUNG MEDITERRANEAN AND MIDDLE EAST CHOREOGRAPHERS 2018

Tommaso Monza, Giovanna Rovedo, Ibrahim Abdo, Shady AbdelrahmanFestival 2018

Song for Gigi

Song for Gigi, il nuovo lavoro di Verdonck, segue questa direzione; in questa elegia visiva, l’artista interpreta il ruolo di uno sceneggiatore che lavora sulla trasformazione delle immagini e finisce per perdersi in esse.
In scena ci sono scatole magiche, stelle, musica, una casa, ombre, immagini in movimento, porte che si aprono e si chiudono di continuo, a fare da sottofondo, una canzone per bambini che viene suonata dal vivo dai musicisti Bram Devens (Ignatz/en de stervende honden) e Tomas De Smet (Think of One, Zita Swoon, King Dalton).

di e con Benjamin Verdonck
Musiche Bram Devens, Tomas De Smet
Drammaturgia Marnix Rummens, Sven Roofthooft
Set Aidan Radier, Benjamin Verdonck
Costumi Filip Eyckmans
Light Design Lucas Van Haesbroeck
Produzione TONEELHUIS
Con il supporto di Casa Kafka Pictures – Casa Kafka Pictures Tax Shelter Empowered by Belfius

Benjamin Verdonck | Toneelhius / Festival 2018

Relic

RELIC, definito dalla critica come un vaudeville eccentrico e cabarettistico, spinge al limite la nostra capacità di accettare la diversità e l’incongruità. Si presenta come uno spettacolo ricco di humour e toccante ironia, ma anche di sottili attacchi rivolti al proprio Paese, la Grecia di oggi, portandoci a riflettere sul concetto di etica e civiltà.
RELIC (“reliquia, reperto”) è qualcosa che è sopravvissuto al passato ma che è stato lasciato alle spalle, che si tratti di un ricordo, un oggetto, una lingua oppure una persona.
In una stanza improvvisata, arredata in modo assurdo e artigianale, un performer pone il proprio corpo, visibilmente goffo, sotto la lente di ingrandimento.

Regia, coreografia, performance, set design Euripides Laskaridis
Assistente alla regia Tatiana Bre
Assistente alla drammaturgia Alexandros Mistriotis
Costumi Angelos Mendis
Sound design Kostas Michopoulos
Tecnici luci  e operatori musica dal vivo Nikolas Kollias – Kostas Michopoulos
Consulenza musicale Kornelios Selamsis
Consulenza luci Eliza Alexandropoulou
Allestimento luci Miltos Athanasiou
Tecnico luci Konstandinos Margas – George Melissaropoulos
Assistente alla regia e al set designer Ioanna Plessa
Costruzioni speciali Marios Sergios Eliakis, Ioanna Plessa, Melina Terzakis
Produttori creativi James Konstantinidis, Natasa Kouvari
Tour & Production Manager 2016 Aristea Charalampidou
Tour & Production Manager 2017 Maria Dourou
Presentato in collaborazione con EdM Productions and Rial & Eshelman
co-produzione tra
 Athens & Epidaurus Festival and OSMOSIS

 

Euripides Laskaridis & Osmosis Performing Arts Co Festival 2018

Titans

Eccentrica, iconoclasta ed esistenziale, questa favola mitologica mescola liberamente generi diversi ed apre le porte a un universo alternativo.
TITANS rivela un mondo alieno, con divinità che abitano un regno metafisico in un tempo precedente la ragione. In un vuoto indefinito, un essere cosmico di sesso imprecisato si dondola lentamente su un’altalena. Fronte ampia, una scatoletta nera in una mano, ha la pancia misteriosamente rigonfia. L’ispirazione per TITANS non viene soltanto dal mito greco ma anche da artisti quali Henry Moore, Louise Bourgeois, Gabrielle d’Estrées e da straordinari performer, scrittori, autori di cartoon e drammaturghi come Copi (Raúl Damonte Botana), Jack Smith, Lee Bowery, Charles Ludlam e altri.
Se TITANS è debitore di qualcosa, lo è di ogni tentativo fallito – personale oppure collettivo – di incarnare un archetipo privo di difetti, un sé integro, un mondo immacolato.

coreografia, regia, set design e performance Euripides Laskaridis
performer
Euripides Lascaridis e Dimitris Matsouka
costumi
Angelos Mentis
musiche e sound design
Giorgos Poulios
assistente Themistocles Pandelopoulos
installazione sonora
Nikos Kollias  – Kostas Michopoulos
luci
Eliza Alexandropoulo
installazione luci
Konstantinos Margkas – Giorgos Melissaropoulos
consulente alla drammaturgia
Alexandros Mistriotis
collaboratori artistici
Diogenis Skaltsas – Drosos Skotis
assistenti alla regia
Dimitris Triandafyllou, Ioanna Plessa

 

Euripides Laskaridis & Osmosis Performing Arts CoFestival 2018

Ritornello

L’artista toscana Greta Francolini, emersa tra i migliori allievi di ISA – Inteatro Summer Academy, storico programma di perfezionamento professionale a carattere residenziale, torna a Polverigi per presentare il suo ultimo progetto, Ritornello, con il quale è stata selezionata anche a DNAppunti coreografici 2017.
Partendo dal lavoro di Basinski, The Disintegration Loops, che è strutturato sulla replica di un campione sonoro, la coreografa lavora sul concetto di “ripetizione”, di riproduzione di uno stato d’animo fino a portarlo all’esasperazione.
Da qui l’idea di Ritornello, rintracciabile sia nella parte sonora che danzata, attraverso una scrittura coreografica in loop dove la musica non fa da semplice sottofondo ma diventa contenitore, si fa confine delimitatore di un sentimento, di un’emotività, un luogo emozionale da cui scaturisce naturalmente il movimento.

di e con Greta Francolini / Cab 008
con il sostegno del Ministero dei Beni, Attività Culturali e Turismo, della Regione Toscana, di CapoTrave / Kilowatt e Marche Teatro / Villa Nappi Residenze
Progetto finalista per DNAppunti coreografici 2017

 

Greta FrancoliniFestival 2018

Uno di noi

Uno di noi è una performance intensa e divertente dove uomini e donne non interpretano una parte ma creano lo spettacolo mentre sono in scena, catturano lo spettatore attraverso curiosi gesti, in una sorta di strano microcosmo in movimento che adempie a regole tutte sue, di cui solo progressivamente ne comprendiamo la logica.
Gli artisti si sostituiscono l’uno con l’altro nel tentativo di costruire un’identità comune, una comunità dai codici nuovi che ha il compito di intrattenerci ma, mentre studiamo le sue regole, in realtà stiamo studiando noi stessi e i nostri comportamenti.
Lo spaesamento diventa improvvisamente comico e contagioso.

di Gary Stevens
Produzione Artsadmin con il sostegno di Marche Teatro / Inteatro Festival
Progetto selezionato nell’ambito del bando Marche Teatro / Inteatro Festival Call

 

Gary StevensFestival 2018

Il Cromlech (Psicodramma 4)

Il Cromlech è la quarta di una serie di performance basate su un modello ‘psicodrammatico’. Un intenso faccia a faccia con un performer-attore per uno spettatore alla volta, una riflessione sulle nozioni di mancanza e di vuoto, propedeutico alla costruzione di un cromlech, monumento megalitico preistorico formato da pietre disposte in cerchio per creare un ‘vuoto comune’.

Un’opera d’arte collettiva, creata dagli spettatori, una fiaba cittadina, un progetto misterioso e spirituale dove Oscar Gómez Mata riflette con generosità e malizia sulle patologie del quotidiano e sul ruolo dello spettatore nella creazione artistica.

Di Oscar Gómez Mata / Cie L’Alakran
In collaborazione con: Esperanza López e i partecipanti a ISA 2017

Festival 2017 – Oscar Gómez Mata / L’Alakran

Studio davanti a una testa

Studio davanti a una testa si interroga, attraverso l’opera di Amedeo Modigliani, sull’unità anatomica che è sede della mente e dell’emozione, osservata non come parte di sé ma come alterità. L’opera è vista da fuori, esterna eppure in costante rapporto con chi l’osserva: così la danza esplora quella distanza nella quale si realizza l’incontro tra scultore e scultura.

di e con Claudia Catarzi
produzione Company Blu
Co-produzione CANGO / Umano – cantieri internazionali sui linguaggi del corpo e della danza in collaborazione con Teatro della Toscana
con il sostegno di MiBACT Ministero dei Beni Culturali e del Turismo e Regione Toscana

Festival 2017Claudia Catarzi

Mash

Con il termine MashUp, in ambito musicale si indica una composizione realizzata miscelando fra loro due o più samples, attraverso l’appropriazione e la manipolazione degli elementi. MASH applica, in parte, lo stesso processo nel territorio coreografico. Il cabaret di inizio ’900, le prime performance shock rock anni ’60, i format televisivi e gli insospettabili tutorial di danza ante litteram dei primi anni ’90 – riferimenti di provenienza geografica e di genere diversi – costituiscono il mondo da cui abbiamo attinto per realizzare un archivio visivo e concettuale comune, dove tutto è stato mescolato. L’attenzione non si focalizza sullo studio filologico o sulla riproduzioni dei materiali messi in campo, ma sulla dinamica che scatta quando i frammenti si concatenano tra loro generando qualcosa di totalmente nuovo, ricco di significati inediti. La scena che abitiamo, in costante mutazione, diventa così un luogo di coesistenza che ci appartiene e al contempo ci disorienta, costringendoci ad acclimatarci senza sosta. Nasce così un’interforma, composta da una commistione di linguaggi dei quali ciascuna è portatrice, linguaggi che non hanno bisogno di afferarsi, ma, al contrario, nel non imporsi creano i presupposti per accogliere e tradurre l’altro, unica possibilità per generare un incontro vero.

di e con Annamaria Ajmone e Marcela Santander Corvalán
ricerca sonora e mix Federica Zamboni
disegno luci e direzione tecnica Giulia Pastore
produzione Cab008 & Fabrik Cassiopée
in collaborazione con Le Quartz / Scène nationale de Brest e Danae Festival
con il sostegno di Armunia / Festival Inequilibrio / Centro di residenza, MosaicoDanza – Interplay Festival, Fondazione Piemonte dal Vivo, Residenza NaoCrea / Ariella Vidach-Aiep, Residenza Graner/Mercat de les flors
Progetto DE.MO./Movin’up II sessione 2016 a cura del MiBACT _ Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane _ Direzione Generale Spettacolo e GAI – Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani

Festival 2017 – Annamaria Ajmone e Marcela Santander Corvalán