Pesadilla

Pesadilla è uno spettacolo di movimento che esce dagli schemi, in cui la danza contemporanea è utilizzata insieme a poetiche proprie del circo contemporaneo, del teatro fisico e della comicità clownesca. Rotolate, scivolate, risalite in arco, dissociazione, cadute, linee, densità, tensione, forme, acrobazie, arresti istantanei, sospensioni, animalità feroce e divertente, gesto, equilibrio, immobilità… Lo spettacolo racconta con affilata e grottesca ironia l’imbruttimento esistenziale di una società che si barcamena sul filo dell’isteria. In un limbo sospeso tra insonnia, sonnambulismo e narcolessia, Pesadilla ricalca le storture della vita moderna tratteggiando con un linguaggio metaforico gli stress e le fatiche esistenziali procurate da deformità quotidiane, impertinenze tecnologiche e frenesie urbane.

Direzione e coreografia: Piergiorgio Milano | Con: Piergiorgio Milano, Nicola Cisternino | Collaborazione alla scrittura coreografica: Nicola Cisternino | Collaborazione alla Drammaturgia: Elsa Dourdet/Florent Hamon | Disegno Luci: Simone Fini | Creazione Sonora: Florent Hamon | Tecnica audio e luci : Luca Carbone | Produzione e diffusione: Estelle Saintagne | Produzione: Fondazione musica per Roma | Co-produzione: Festival Torino Danza, Les Halles Du Schaerbeek (Bruxelles) | Produzione esecutiva: Teatro della Caduta (Torino) | Con il sostegno di: ERT- Fondazione Emilia Romagna Teatro, Le Prato  Pôle National des arts du Cirque Lille (Francia), Progetto Corpi eVisioni Teatro Asioli di Correggio, Espace Périphérique Parc du la Villette (Paris), Fondazione Piemonte dal Vivo, Flic scuola di Circo di Torino, Kilowatt Festival San Sepolcro, Anghiari dance Hub Anghiari, Centre international de création des arts du Cirque Espace Catastrophe (Bruxelles), Le Garage 29 (Bruxelles).

Piergiorgio MilanoFestival 2016

Verein zur Aufhebung des Notwendigen_A cento guerre per la pace nel mondo

Una cena che parla di democrazia. Non tanto in quanto strumento istituzionale per organizzare le masse, ma come entità di cui ci si può appropriare nel quotidiano. Cos’è la democrazia, infine, se non la realizzazione di desideri individuali e collettivi? Se un pasto è soprattutto un momento conviviale, allo stesso tempo raggruppa le nostre convinzioni più personali: esistenziali, etiche, estetiche, economiche, sociali, rituali o religiose. Un pasto è una scenografia ideale per un faccia a faccia politico. Trasformiamo la nostra cucina in arena da combattimento!
Durante questo spettacolo, tutti i partecipanti formano, secondo modalità diverse, una comunità provvisoria, alla quale Christophe Meierhans ha dato il nome quasi intraducibile di ‘Verein zur Aufhebung des Notwendigen’: l’associazione per la soppressione, l’eliminazione, la conservazione ma anche la trascendenza della necessità dell’indispensabile. Ogni spettatore ha un ruolo in questa comunità temporanea, ma il tutto avviene sotto una responsabilità condivisa. Si dice che si è quello che si mangia. Questa volta, si mangerà quello che si è, e nessuno può prevederne il sapore.

Concept e direzione: Christophe Meierhans | Ispirato da un’idea originale di: Verein zur Aufhebung des Notwen­digen e.V, con un ringraziamento a R. Komarnicki | Drammaturgia: Bart Capelle | Scenografia e co-ideazione: Holger Lindmüller, Michael Carstens | Video: Luca Mattei | Produzione: Hiros | Co-produzione: Kaaitheater, Vooruit, BIT theatergarasjen, BUDA, Nouveau Théâtre de Montreuil, Vaba Lava | Con il supporto di: The Flemish Government, Kunstenwerkplaats Pianofabriek  | Commissione/co-produzione: House On Fire Project, con il supporto di Culture Programme of the European Union.

Christophe MeierhansFestival 2016

Casual Bystanders

Causal Bystanders è la tappa finale di un ciclo di azioni performative riferite a contesti della sfera pubblica. Il progetto è pensato come indagine sui concetti di percezione del reale partendo dall’osservazione e dall’acquisizione di dati fisici e storici di una collettività. I formati linguistici che lo generano sono aggiornabili di volta in volta. Tutte le performance si basano su un processo di archiviazione e rielaborazione di frammenti motori e gestuali di passanti occasionali, còlti nell’attraversamento di spazi pubblici, urbani e non.

Ideazione, coreografia e regia: Salvo Lombardo\ Con: Lucia Cammalleri, Daria Greco, Salvo Lombardo | Su musica di: Luc Ferrari | Sovrapposizioni sonore: Salvo Lombardo | Disegno del suono: Fabrizio Alviti | Disegno luci e video: Luca Brinchi e Maria Elena Fusacchia | Foto di scena: Stefano Ridolfi, Spence Siss, Andrea Settanni, Michele Leccese | Co-produzione: Fabbrica Europa, CapoTrave/Kilowatt, Progetto Goldstein, Pierfrancesco Pisani |
Con il sostegno di: Anghiari Dance Hub; Inteatro Festival Polverigi; CID Cantieri/Oriente Occidente_Rovereto; DiD Studio/Danae Festival_Milano; Teatro Spazio Electa/ACS Abruzzo_Teramo; Villaggio d’Artista_Verbania; Verdecoprente Residenze_Umbria; Centro di Palmetta_Terni; [Non] Museo_Cesena | Distribuzione: Elena Lamberti per Karamazov Associati

Salvo LombardoFestival 2016

Bring me your dress

Porta il tuo vestito, quello da cui ti vuoi separare ma ancora non del tutto. Farà un ultimo giro di danza. Qualcosa rimane sempre impigliato nelle trame, qualcosa di ineffabile e vivo che vogliamo far uscire, dargli una voce, per poi farlo dissolvere. Un’ultima danza nello scambio da mano a mano, da mano a oggetto, da oggetto a spazio. Escatologica rivelazione di un significato nascosto. Dona il tuo abito dismesso, un tuo disavanzo, verrà rimesso in circolo danzando.

Concept, scrittura e performance: Simona Lisi | Paesaggio sonoro e musiche: Paolo Bragaglia

Simona LisiFestival 2016

Tijuana_La democrazia in Messico 1965-2015

Cosa significa democrazia in Messico oggi, se 50 milioni di persone vivono con il salario minimo?
Cosa ci aspettiamo dalla democrazia? Cosa ci aspettiamo dalla politica?
L’economia condiziona profondamente sia la politica sia le nostre attese. Partendo da queste premesse, il regista della compagnia messicana Lagartijas tiradas al sol Gabino Rodríguez ha assunto per 6 mesi l’identità di Santiago Ramírez, operaio a salario minimo in una fabbrica di Tijuana (bassa California). Lo spettacolo racconta la sua esperienza dando vita ad  teatro documentario vissuto in prima persona.

Un progetto di: Lagartijas tiradas al sol | Con: Gabino Rodríguez | Co-direzione: Luisa Pardo | Disegno luci: Sergio López Vigueras | Video: Chantal Peñalosa | Isadora: Carlos Gamboa | Consulenza artistica: Francisco Barreiro
Produzione: Lagartijas tiradas al sol, Marche Teatro | In collaborazione con: Festival Belluard Bollwerk International

Lagartijan tiradas al solFestival 2016

Vocazione all’asimmetria

Dice Emmanuel Lèvinas che nel semplice incontro di un uomo con l’Altro si gioca l’essenziale,l’assoluto: nella manifestazione, nell’ epifania del Volto dell’altro scopro che il mondo è mio nella misura in cui posso condividerlo con l’Altro. Da questa tensione, da questa impossibilità di sottrarsi all’Altro, che il filosofo lituano chiama “asimmetria”, prende origine e si sviluppa il nuovo lavoro di Francesca Foscarini. I due danzatori,  accompagnano lo spettatore in una visione attiva e partecipata di una continua trasformazione di identità e di ruoli  e attraverso lo sguardo, la voce, il farsi e il disfarsi della danza, svela, nasconde, rivela quell’alterità che sempre si cerca, che sempre ci sfugge.

Progetto di Francesca Foscarini |  creato e interpretato da Francesca Foscarini e Andrea Costanzo Martini | disegno luci e cura della tecnica Luca Serafini | musiche originali Andrea Cera | accompagnamento alla ricerca Chiara Bortoli | produzione VAN in coproduzione con 3 Bis F Lieu d’Arts Contemporains Aix En Provance (FR), Centro per la Scena Contemporanea di Bassano del Grappa (IT), Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee (IT), La Briqueterie (FR), Les Brigittines (BE), MASDANZA The International Contemporary Dance Festival of the Canary Islands & Sala Insular de Teatro-Cabildo de Gran Canaria (ES), Uovo e Next Laboratorio per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo – Edizione 2015 (I), Tanzhaus Zürich (CH), TripSpace Projects London (UK) | con il sostegno di Istituto Italiano di Cultura Madrid (ES), Istituto Italiano di Cultura di Londra (UK), Yasmeen Godder Studio Jaffa Tel-Aviv (IL), MiBACT – Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Francesca FoscariniFestival 2016

La posibilidad que desaparece frente al paisaje

La posibilidad que desaparece frente al paisaje è uno spettacolo da leggere e da osservare. Pensato come un libro aperto, vi si descrive un mondo pieno di atmosfere, pensieri e memorie.
Dieci paesaggi estetici che portano gli spettatori verso i territori più violenti e oscuri della mente umana, dove si parla di personalità famose e distinte, feticci culturali come Michel Houellebecq, Paul B. Preciado, Spencer Tunick o Zygmunt Bauman, così come di gente anonima che condivide il tempo presente.
La posibilidad que desaparece frente al paisaje è organizzato come un modellino sottile e inoffensivo, una stanza dei giochi dove quattro persone trascendono il senso delle proprie azioni. Lo spettacolo confonde le funzioni del comportamento abituale per disegnare una mappa composta da immagini estetiche, dietro la quale si cela il terreno selvaggio della mente, un territorio pieno di perversione e paura e dove le leggi morali sono ancora deboli.

Concept: El Conde de Torrefiel | Direzione e drammaturgia: Tanya Beyeler e Pablo Gisbert | Testo: Pablo Gisbert | Consulenza drammaturgica: Roberto Fratini | Scenografia: Jorge Salcedo e Oriol Pont | Disegno sonoro: Adolfo García | Musica: Rebecca Praga | Coreografia: Amaranta Velarde | Con: Albert Pérez, Nicolás Carbaial, Tirso Orive, David Mallols | Luci: Octavio Más | Co-produzione: Teatro Pradillo-El lugar sin límites, Graner Espai de Creació, Festival TNT Terrassa | Con il supporto di: Programa Iberescena, Antic Teatre-Adriantic, La Fundición de Bilbao, ICEC Generalitat de Catalunya, INAEM-Ministerio de Cultura

El Conde de TorrefielFestival 2016

L’isola di Bouvet

L’isola di Bouvet è un manuale di sopravvivenza per giovani danzatori su isole deserte, un kit di sequenze e codici segreti tramandabili all’infinito, a nuovi coloni, su nuove terre. Lo spettacolo è il risultato di un lavoro che Marco D’Agostin e 4 giovani danzatori e danzatrici locali hanno condiviso per una settimana, simulando le condizioni di un’ isola remota: allo spettatore, che pure non assiste al processo, viene restituito un lungo rituale, esatto e misterioso nel suo svolgersi, compiuto nella struttura ma costantemente aperto su un vuoto, un dubbio, una domanda.

Un progetto di Marco D’Agostin | con quattro giovani interpreti marchigiane | musica originale Paolo Persia | consulenza drammaturgica Alessandro Sciarroni | assistenza alla coreografia Anna Bragagnolo | ideazione delle luci e degli eventi scenici Marco D’Agostin prodotto da VAN (organismo di produzione della danza sostenuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali | con il supporto di OperaEstate Festival Veneto e No-Limit-Action (Kasadanza & Centro Formazione Danza di Romano d’Ezzelino)

Marco D’AgostinFestival 2016

Tutorial

Tutorial è un karaoke danzante aperto alla partecipazione di tutti. Glen Çaçi ha il ruolo di conduttore e di Maestro di Cerimonie: invita gli spettatori a guardare attentamente una danza dallo schermo scelta tra una selezione di balli tradizionali da diversi paesi del mondo per poi guidarli nella sua esecuzione. Un viaggio nell’identità culturale attraverso la danza come rito collettivo, dove si mettono in luce e si reinventano culture minoritarie ma sempre più presenti.

Ideazione e performance: Glen Çaçi | Video: Andrea Gallo | Produzione: Marche Teatro | Co-produzione: Pergine Spettacolo Aperto/Progetto Open Creazione Contemporanea in Trentino Alto Adige, 1979

Glen ÇaçiFestival 2016

Un minimo distacco

Capita di essere in due luoghi nello stesso momento, di essere allo stesso tempo presenti e assenti, dentro e fuori. In bilico tra un altrove interiore, fugace e fragile e il peso vitale della terra. Un po’ di distacco ci permette di guardare i nostri movimenti da fuori, di togliere peso, di attenuare il presente che per sua natura si trasforma continuamente in passato. Allo stesso tempo, il distacco separa, crea distanza, dolore. Se il dolore della perdita di parti di noi  non si trasformasse in liberazione sarebbe insopportabile, dissolverebbe il nostro corpo in quiete totale. Il presente a cui cerchiamo di aderire è fugace quanto l’altrove in cui custodiamo i nostri più lontani pensieri?

Coreografia e interpretazione: Caterina Basso | Trattamento sonoro: Roberto Passuti  | Disegno luci: Antonio Rinaldi | Produzione Aldes |Con il sostegno di MINISTERO per i Beni e le Attività Culturali / Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo, Regione Toscana / Sistema Regionale dello Spettacolo | Si ringraziano per le residenze: Peer coaching Company Blu, Firenze Open Art Project, Crexida/Fienile Fluò con il sostegno di H(abita)t, ERT/Villa Pini, Spazio Danza e Leggere Strutture Bologna.

Caterina BassoFestival 2016