O divina la commedia. Inferno

Il più imponente, sconvolgente, radicale spettacolo del regista cileno Mauricio Celedon che ambienta l’Inferno dantesco all’interno di un circo con 20 interpreti impegnati in un complesso gioco teatrale che usa testo, teatro fisico, tecnica acrobatica, danza e musica dal vivo per comporre un evento imperdibile ed emozionante.

Festival 2003Teatro del Silencio

It

Firmato insieme a Wim Vandekeybus, It è un surreale ed ironico assolo interpretato con grande virtuosismo dal danzatore e coreografo Sidi Larbi Cherkaoui, già interprete per Alain Platel, in cui due indiscussi protagonisti della danza europea giocano con un breve racconto di Paul Bowles, The circular valley.

Festival 2003Wim Vandekeybus / Sidi Larbi Cherkaoui

Prima scatola magica: a partire da Orlando

La follia di Orlando, l’errare nel castello incantato della mente, il rapporto tra immaginario e vita quotidiana, l’incertezza del presente, la dolcezza della chanson de Roland e la crudezza della CNN, il sogno, il mito, la vita reale sono alcuni dei tanti temi ispiratori di questo spettacolo che si affida a musiche e canzoni originali scritte da Giovanna Marini e interpretate da Antonella Talamonti.

Festival 2003Adriana Borriello/Almatanz

Teatro della Biosphera

Comunicare con una metodologia semplice e accattivante, instaurare un dialogo tra comunità scientifica e pubblico, stimolare la ricerca, coinvolgere in modo nuovo. Queste e molte altre sono le finalità del Teatro della Biosphera, semisfera trasparente, capace di contenere fino a 40 spettatori, che evoca una sorta di micromondo, una serra ma anche un teatro.

Nella cornice del Teatro della Biosphera si svolgono tre azioni teatrali della durata di 30 minuti ciascuna, condotte da attori che, con l’ausilio di tecnolo- gie audio e video, trasportano il pubblico in un atmo(bio)sfera ricca di imma- gini, colori, suoni e narrazioni.

CAPITOLO 1 – LA PELLE DEL PIANETA

L’azione “La Pelle del Pianeta”, presentata per la prima volta al Festival Inteatro 2002, è un affascinante viaggio alla scoperta del valore della biodiversità, dei pericoli della “dimenticanza” e della omologazione del gusto che segue la perdita di Culture e colture locali.

“La Pelle del Pianeta” cerca di rispondere alla domanda: “Perché conservare l’agrobiodiversità?”. Una questione che mira a sviluppare negli individui la capacità di azione respon- sabile per la tutela e la conservazione delle ricchezze di ogni territorio.

CAPITOLO 2 – BIOSPHERA D’ACQUA

Il tema dell’Acqua domina visivamente e allegoricamente la seconda azione: al centro della Biosphera, immerso in una vasca circolare, un planisfero di sughero compatto; appese attorno, ampolle di vetro di varia forma, recipienti di memoria antica e moderna che contengono: acque di riparo e di tempe- sta, di profondità e di superficie, acque che sono origine, mistero, fluidità e quindi vita, sentimento.

L’Acqua, dunque, è vista come bene essenziale e risorsa limitata, ricchezza comune, ma anche elemento di divisione, di guerra. Per noi che apriamo il rubinetto e attingiamo a piacere, non è semplice comprendere l’importanza e la complessità della questione: solo la penuria estiva e il razionamento, che in alcuni casi colpiscono anche il nostro Paese, riescono a farci sentire responsabili di un essenziale “bene comune”.

CAPITOLO 3 – ENERGIA / UTOPIA

Fantasia e creatività per riflettere sugli sprechi energetici.
Nel suo terzo capitolo il Teatro della Biosphera parla di energia: energia prodotta – da centrali termiche, idroelettriche, nucleari, biomasse, eoliche, fotovoltaiche – ed energia consumata, da veicoli, case, fabbriche, elettrodomestici, per l’illuminazione e per il divertimento.
Il pubblico viene coinvolto nella progettazione di invenzioni fantastiche a basso impatto ambientale: l’automobile ad aria compressa, il frullatore a dinamo, il televisore fotovoltaico in tessuto a cristalli liquidi, da mettere in valigia come un asciugamano. Il tema dell’energia viene giocato con sculture, oggetti ed elementi simbolici, in grado di porre l’attenzione sulle conseguen- ze delle scelte che ognuno di noi compie quotidianamente.

Al termine della performance, gli spettatori possono calcolare la propria impronta ecologica.

Festival 2002 / 2003 / 2015 – Lucio Diana, Adriana Zamboni

Flicker

La vera novità della scena internazionale: il più feroce, divertente, originale gruppo della nuova generazione newyorchese, una vertiginosa satira della società dei media che mescola disinvoltamente teatro, televisione, commedia, film horror, tv spazzatura, Tarantino, Xfiles e la strega di Blair.

Festival 2003Big Art Group

Inferno, i 34 canti

L’Inferno di Dante è un luogo archetipico. Se da un punto di vista psichico l’Inferno, come è per il teatro, suggerisce uno sprofondamento dell’anima nel regno dei morti, del sogno e dell’inconscio – cioè in un luogo senza tempo – da un punto di vista etico esso ci riporta, invece, a domande basilari sul nostro tempo, sul regno del presente. A questo presente gli spettatori sono lasciati nella loro condizione quotidiana di muta impotenza.

Festival 2004Teatro del Lemming