Théâtre du Loup

Théâtre du Loup è una compagnia indipendente nata nel 1978 a Ginevra, dove da allora ha creato una cinquantina di spettacoli. Questo collettivo a geometria variabile riunisce, secondo le sue produzioni, attori e musicisti professionisti ma anche amatori appassionati, bambini o adolescenti che hanno frequentato workshop della compagnia.
Nei primi anni le Loup si esibisce regolarmente come parte del Festival de la Bâtie – di cui membro fondatore – così come in altri parchi della città, all’aperto o in tendoni, o in teatri come la Cité Bleue, chiamata al momento Salle Patinò. A poco a poco, altre istituzioni gli aprirono le porte: Saint Gervais e Grütli a Ginevra, Théâtre de Vidy a Losanna.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 1983 con Buddy et Flappo brûlent les planches

Paolo Hendel

Paolo Hendel è un comico e attore italiano.
La sua carriera da cabarettista inizia all’età di 30 anni, molto prima della laurea in lettere che conseguirà all’età di 44 anni; dalla metà degli anni settanta è conosciuto per la realizzazione di spettacoli teatrali, tra i quali Via Antonio Pigafetta, navigatore, risalente al 1981, mentre i primi passi nel mondo del cinema risalgono all’inizio degli anni ottanta.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 1983 con Via Antonio Pigafetta, navigatore

La Gaia Scienza

La Gaia Scienza fu una compagnia teatrale di Roma della postavanguardia italiana fondata nel 1975. La compagnia, che prende il nome dal celeberrimo testo di Friedrich Nietzsche era composta nel suo nucleo artistico originario da Giorgio Barberio Corsetti, Marco Solari e Alessandra Vanzi. Hanno inoltre lavorato come attori per diversi anni con il gruppo teatrale la Gaia Scienza Nunzia Camuto, Aurelio Cianciotta, Irene Grazioli e Guidarello Pontani.
Gli spettacoli de La Gaia Scienza rappresentano un punto d’incontro tra il teatro d’azione, fondato sulla presenza dell’attore slegato da ogni necessità di rappresentazione e una complessità nella progettazione della scena, affidata soprattutto al ruolo degli oggetti e dei materiali che vanno ad influenzare quel “campo di forze” che la scena si trova ad essere.
Con Cuori Strappati (1983), la compagnia arriva ad un punto di svolta superando gli ambiti della performance propri della postavanguardia, con la necessità di invadere spazi sempre più ampi. Il gruppo si divide in occasione della Biennale di Venezia (Teatro) del 1984. Dopo lo scioglimento i membri del gruppo diedero vita a due diverse compagnie: la compagnia G. B. Corsetti e la compagnia Solari-Vanzi.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 1983 con Cuori strappati

Teatro del Buratto

Nato nel 1975, il Teatro del Buratto ha da sempre rivolto un’attenzione particolare al momento musicale, all’aspetto pittorico, grafico e di immagine, nella direzione di un “teatro totale”, dove alle consuete tecniche d’attore, che fanno uso di linguaggi verbali e gestuali, si accompagna una ricerca nel teatro d’animazione (pupazzi, oggetti, forme) secondo le tecniche più diverse: teatro su nero, pupazzo indossato, ecc. Gli spettacoli di teatro su nero, terreno storico di ricerca artistica della compagnia, privi (o quasi) di testo e ricchi di quadri scenici, consentono allo spettatore una lettura attraverso immagini, forme, oggetti, suoni e per queste caratteristiche trovano nel mercato estero un largo interesse.
Il Teatro del Buratto è oggi Centro di produzione riconosciuto e sostenuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, da Regione Lombardia e dal Comune di Milano, in un rapporto istituzionale di reciproca collaborazione. Al Teatro del Buratto è stato assegnato per i suoi 40 anni di attività l’attestato di civica benemerenza del Comune di Milano in occasione dell’Ambrogio d’oro 2015.
Gli spettacoli sono replicati a Milano, in tournée su tutto il territorio nazionale e all’estero. Tra le tournée all’estero numerosi anche i festival internazionali: dal Belgio alla Francia, dalla Russia all’Argentina, dalla Spagna alla Germania.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 1983 con Quello stolfo da Ferrara

Teatro delle Foglie

Il Teatro delle Foglie nasce nel 1981 ad Ascoli Piceno ed opera professionalmente nel settore dello spettacolo.
I due fondatori della compagnia, Paolo Clementi ed Eugenia Brega, portano avanti da anni un discorso interdisciplinare di teatro, danza, musica, canto, in un continuo susseguirsi di ricerca e sperimentazione; tutto ciò ha permesso di dare vita a spettacoli di genere diverso realizzati attraverso una seria ricerca storico-letteraria, sempre in relazione all’arte scenica.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 1983 con Concerto per suono e immagini

Jan Fabre

Fabre è un artista visivo, promotore di una ricerca artistica tesa ad oltrepassare le barriere espressive.

Dopo aver studiato all’Istituto di Arti Decorative e Belle Arti e all’Académie royale des Beaux-Arts d’Anvers, all’inizio degli anni ’80 dirige ad Anversa i suoi primi spettacoli: Theatter geschreven met een K is een kater e This is theatre like it was to be expected and foreseen (Questo è teatro come ci si doveva aspettare e prevedere), spettacolo che, soprattutto per la sua lunga durata, (otto ore, dal tramonto all’alba), colpisce il pubblico e gli procura un’immediata notorietà. Nel 1984 presenta alla Biennale di Venezia The power of theatrical madness (cinque ore) che connota ancora più chiaramente il suo stile eccessivo e “crudele”, e conferma la tendenza totalizzante e interdisciplinare della sua ricerca. Alla rassegna Documenta 8 di Kassel propone la prima coreografia per Dance Sections, preliminare alla realizzazione di Das Glas im Kopf wird vom Glas, presentato nel 1987 al Roma-Europa Festival. Seguono Prometheus Landscape (1988), The interview that diesThe Palace at four o’clock in the morningThe reincarnation of God, (1989), The sound of one hand clapping, quest’ultimo basato su frammenti musicali di Dave Knapik, Bernd Zimmermann e dei Doors. Negli anni ’90 realizza Silent ScreamsDifficult Dreams (presentato a Kassel a Documenta IX nel 1992), Sweet TemptationsUniversal Copyright 1&9 e Glowing Icons.

Jan Fabre si dice nipote del celebre entomologo Jean-Henri Fabre, ma questa affermazione non è accreditata da altre fonti. Più che di discendenza si tratterebbe, quindi, di una quasi omonimia e di una grande influenza esercitata su di lui. La passione ereditata dal presunto bisnonno per l’entomologia si ritrova, infatti, nei suoi quadri e sculture (la serie Fairy-tales and Spiders o le grandi tele di The flying cock e The road from the Earth to the stars is not smooth). Anche se essi sono agli antipodi in quanto Jean-Henri Fabre era un naturalista che amava rispettare gli animali nel loro habitat naturale e ne rispettava le esigenze e non li trovava possibile oggetto di divertimento o brutale esibizionismo al contrario di Jean Fabre che è noto per le violenze sugli animali durante i suoi spettacoli come effetto visivo. Tra le ultime regie teatrali si ricordano The end comes a little bit earlier this century. But business as usual (1999), As long as the world needs a warrior’s soul (2000, a partire dal testo di Dario Fo Io, Ulrike, grido!), Je suis sang (2001), Het zwanenmeer (2002), Parrots & guinea pigs (2002), Angel of death (2003), Elle était et elle est, meme (2004), Etant donnés (2004), Quando L’Uomo principale è una donna (2004).

Nel 2017 Jean Fabre torna a Venezia accompagnato da tre importanti istituzioni: il GAMeC di Bergamo (Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo), lEMST – National Museum of Contemporary Art di Atene e The State Hermitage Museum di San Pietroburgo. In laguna Fabre porta la mostra Glass and Bone Sculptures 1977-2017 e qui espone 40 sculture che ripercorrono gran parte della sua vita artistica e mettono in scena la ricerca sul binomio vita-morte, natura-artificio, durezza-fragilità.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 1983 con Questo è il teatro che ci si doveva aspettare e prevedere e del 1984 con The power of theatrical madness

Giovanna Marini

Giovanna Marini è una musicista, cantautrice e ricercatrice etnomusicale e folklorista italiana.
La sua attività multiforme ne ha fatta una delle figure più importanti nello studio, nella ricerca e nell’esecuzione della tradizione musicale popolare italiana, ma è autrice anche di canzoni e cantate di propria composizione.

Partecipa a Inteatro Festival nel 1983 con Il regalo dell’imperatore