Mucche ballerine

Cosa sapremmo della guerra se a raccontarla fosse una mucca che ascolta il Trio Lescano? Mucche Ballerine è una storia alpina, che ha il sapore di fontina stagionata, resina di larici, latte appena munto, villaggi carbonizzati.
È una storia d0amore e dinamite, partigiani e Radio Londra, incendi e rappresaglie, mucche scervellate e cani pastori un po’ fascisti.
Dalla prospettiva stralunata di una reine valdostana (una mucca combattente), il racconto di Marco Bosonetto descrive gli anni dell’occupazione tedesca e della resistenza. Con un’ironia, una tenerezza e una mestizia lontane da ogni retorica celebrativa. Un racconto forte e soave, di quelli che non si dimenticano.

Un testo di_Marco Bosonetto. Da un’idea originale di Alessandra Celesia
regia_John McIlduff
musiche di_Christian Thoma
con_Alessandra Celesia, Christian Thoma (oboe, corno inglese & clarinetto basso), Roberto Bongianino (fisarmonica), Stefano Risso (contrabbasso)

 

SinequanonFestival 2006

Sinequanon

Marco Bosonetto ha pubblicato i romanzi Il sottolineatore solitario (Einaudi 1998), Nonno Rosenstein nega tutto (Baldini&Castoldi 2000) e Morte di un diciottenne perplesso (Baldini&Castoldi 2003). Mucche ballerine è il suo primo testo teatrale.

Alessandra Celesia e John McIlduff si formano alla scuola Jacques Lecoq di Parigi. Lei lavora con il Teatro del Silencio (Cile) e numerose compagnie europee, approfondendo il lavoro sulle emozioni con registi dei paesi dell’Est. John fonda a Belfast la compagnia teatrale Shibboleth (City Award for best show per lo spettacolo Crime&Punishment) e si dedica parallelamente alla regia cinematografica. Il suo film Le Poirier (Francia 2002) vince il Prix de Qualité du CNC.

Christhian Thoma si diploma in oboe al conservatorio A. Vivaldi di Alessandria. Dopo una lunga serie di esperienze nella musica classica si avvicina alla ‘musica di confine’ che maggiormente lo rappresenta e nella quale può esprimersi sia come esecutore in generi poco praticati con il suo strumento, sia come compositore. Le sue musiche sono state eseguite in diverse rassegne in Italia e all’estero.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione 2006 con Mucche ballerine

Gloriababbiteatro

Gloriababbiteatro è il nome di una compagnia di giovani attori. Il loro è un teatro di forti emozioni, che fugge dagli effetti che incantano gli occhi e che frequenta, invece, quelle zone dell’anima che inchiodano lo spettatore alle proprie povertà e ricchezze.
Come ne Il riscatto, testo teatrale di Giampiero Rappa, regista della compagnia ed insieme uno dei più brillanti autori della nuova generazione italiana.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione 2006 con Il riscatto

Il riscatto

L’azione si svolge in un luogo e in una nazione non definita. I personaggi interagiscono in una sorta di purgatorio, dove devono fare i conti con una vita passata disastrosa e intravedere una possibilità di futuro migliore, per l’appunto il tanto atteso “riscatto”. Eppure inconsapevolmente i quattro carcerieri commettono gli stessi identici errori che li hanno condotti fin lì. Infatti, nei venti giorni assegnati a controllare la sequestrata, fanno a fatica a rimanere uniti nel compiere l’azione criminale.
Ogni personaggio cerca di pensare a se stesso, costruisce e distrugge le alleanze con i propri amici, ma, allo stesso tempo, come chiuso in una gabbia dalla quale non c’è nessuna via di uscita, non può fare a meno dell’altro. Ognuno di loro è pentito di essere andato in questo luogo sperduto; con l’aprirsi del sipario i personaggi sono come sbattuti sul palcoscenico costretti a recitare un dramma che sperano abbia fine il prima possibile una fine; ma la fine che attendono la temono, come temono la vita passata che li ha “costretti” ad andare ritrovarsi lì.
In fondo si sentono traditi dalla società, dalla famiglia, da tutto ciò che una parte di mondo ha insegnato loro come importante, i beni materiali ad esempio che ora non posseggono più. Pensano di non contare nulla, di non poter incidere minimamente nella vita politica del Paese, ma la persona che tengono sotto sequestro in realtà e è la figlia di un noto politico che sta cercando di risollevare la situazione economica del Paese.
Sopra una scacchiera fatti di oscuri interessi politici, non possono che svolgere il ruolo dei pedoni, i primi a essere mangiati. Uno di loro (Dennis) intuisce che chi li ha preceduti nel ruolo di carcerieri è stato eliminato alla fine del lavoro sporco. Ma convincere gli altri che bisogna andare via al più presto non è cosa facile: il leader (Ivan) ama comandare e non essere comandato, finalmente per la prima volta può fare tutto quello che non gli è stato mai permesso prima nella vita. Lara, che faceva la prostituta per la strada, liberatasi grazie ad Ivan dal suo violento protettore, e Gelio, persona ancora immatura, che non ha mai avuto la forza di uscire dalla famiglia rimanendo schiavo dall’educazione del padre e della madre, osservano attentamente e silenziosamente gli scontri dei loro due compagni di viaggio, rimanendo così per l’ennesima volta vittime delle decisioni altrui.
Il Chirurgo e la Sequestrata sono figure astratte, personaggi senza un vero passato che seducono e manipolano le vite dei carcerieri. Anche loro hanno bisogno uno dell’altro per potere esistere, all’interno della scacchiera sono come il Re e la Regina, e chi manovra questi pezzi dall’alto non è altro che un potere che non può essere definito, smascherato, ma dal quale i quattro carcerieri devono sapersi difendere coraggiosamente per non essere privati della propria libertà.

scritto e diretto da_Giampiero Rappa
con_Eva Cambiale, Andrea Di Casa,Filippo Dini, Emanuela Guaiana, Sergio Grossini, Mauro Pescio.
Scene e costumi_ Laura Benzi
Luci_Giovancosimo De Vittorio
assistenti alla regia: Sergio Grossini, Emanuela Guaiana

 

GloriababbiteatroFestival 2006

Nekyia. Inferno Purgatorio Paradiso

Esito finale ed estrema sintesi della lunga ricerca sulla Divina Commedia condotta nel corso di quattro anni.
Come sempre nel lavoro del Lemming è in atto un’intelligente riscrittura drammaturgica e l’architettura letteraria diventa modello di un’opera comunque libera e reinventata, che cerca di ricollocare la “cattedrale” dantesca nel nostro tempo.
Lo spettacolo rivive in modo originale l’incontro con uno dei testi classici della letteratura italiana, per sperimentare dal vivo le paure, i dubbi, i turbamenti del percorso dantesco.
Una esperienza indimenticabile ed emozionante, in cui tutti i sensi vengono coinvolti. Nekyia (in greco: viaggio per mare di notte o discesa agli Inferi) è un viaggio per 17 spettatori, durante il quale a ciascun partecipante viene chiesto di rimettere in gioco concretamente il proprio ruolo e la propria funzione: dalla solitaria passività iniziale (Inferno), fino a diventare attori di un gioco comune (Paradiso) il cui fine ultimo è quello di ripensare il Teatro come rito collettivo.

Con: Antonia Bertagnon, Diana Ferrantini, Massimo Munaro, Chiara Elisa Rossini, fiorella Tommasini, Silvano Rossignoli
Musiche e regia: Massimo Munaro

 

Teatro del LemmingFestival 2006

Teatro del Lemming

Il Teatro del Lemming si forma a Rovigo nel 1987 dall’incontro fra il regista e compositore Massimo Munaro e lo scenografo e regista Martino Ferrari. Nello stesso anno allestisce lo spettacolo Frammenti e in quello successivo Sogno dentro Sogno, vincitore per le migliori musiche di scena del Premio Totola a Verona (la giuria era presieduta dal regista Gianfranco De Bosio).
I loro spettacoli coniugano, all’interno di originali strutture narrative, gli aspetti puramente evocativi consoni al linguaggio teatrale. La parola ha perso centralità, non c’è un testo che preceda la messa in scena: il dato visivo, la presenza fondante della musica, l’uso dei corpi nello spazio scenico quasi a disegnare misteriosi geroglifici, tutto concorre a costituire un lavoro in cui i segni hanno già valore di significato.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 1998 con Dioniso, Tragedia del teatro, del 2006 con Nekyia. Inferno Purgatorio Paradiso , del 2005 con Inferno. A porte chiuse e del 2004 con Inferno, i 34 canti

Come ordini urlati in una tempesta di vento

Con lo spettacolo Come ordini urlati in una tempesta di vento Gaglianone esce allo scoperto assieme alla compagnia Ilbuiofuori, gruppo eterogeneo di artisti che assieme al filmmaker da anni pratica una sorta di teatro della clandestinità rappresentando gli spettacoli in luoghi “vietati” come i rifugi della seconda guerra mondiale.
Il lavoro nasce dalle suggestioni evocate dall’opera poeatica di Malcolm Lowry, scrittore denso e seducente, non a caso circondato da un’aura mitica, e autore di Sotto il vulcano.
I suoi disturbi mentali, accentuati dall’abuso di alcool, influenzarono molto il lavoro di Lowry, che morì nel Sussex nel 1957 per una dose eccessiva di sonnifero.
Nello spettacolo l’ironia grottesca dell’autore e la sua lucidità disperata si materializzano tra giochi di luce, ombre e apparizioni che rimandano al linguaggio cinematografico di Gaglianone.

regia_Daniele Gaglianone
con_Diego Canteri, Pietro Casella, Evandro Fornasier, Francesco Lattarulo, Fabrizio Nicastro, Claudio Zanotto Contino
voce off_Raffaella Tommasi
musiche e suoni_Massimo Miride
scena_Enrico Saletti
costumi_Lina Fuca’

 

Daniele Gaglianone / IlbuiofuoriFestival 2006

 

Daniele Gaglianone / Ilbuiofuori

Daniele Gaglianone, anconetano, è regista e sceneggiatore di film quali I nostri anni (2000), Blocco 101 (2001) e Nemmeno il destino (2004), vincitore del Festival del Cinema di Rotterdam lo scorso anno. Con lo spettacolo Come ordini urlati in una tempesta di vento Gaglianone “esce allo scoperto” assieme alla compagnia ILBUIOFUORI, gruppo eterogeneo di artisti che assieme al film-maker da anni pratica una sorta di teatro della clandestinità rappresentando gli spettacoli in luoghi ‘vietati’ come i rifugi della seconda guerra mondiale.
Nello spettacolo l’ironia grottesca di Malcolm Lowry e la sua lucidità disperata si materializzano tra giochi di luce, ombre ed apparizioni che rimandano al linguaggio cinematografico di Gaglianone.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione 2006 con Come ordini urlati in una tempesta di vento

Metallo

Dopo l’ottimo consenso di pubblico e critica ottenuto con lo spettacolo Quartetto d’ombre, con questo nuovo progetto Michele Bandini ed Emiliano Pergolari affrontano, anche in veste di autori, le figure e il mito di Eteocle e Polinice. “Nel mito, a partire da Eschilo e passando per Sofocle ed Euripide, i due appaiono come stretti in una morsa, in un abbraccio terribile che lega l’uno all’altro; quello della maledizione, del destino tragico, che li spinge ad uccidersi vicendevolmente, essendo al tempo stesso innocenti e colpevoli, vittime e carnefici, chiamati ad espiare i peccati dei padri”.
Fratelli dannati in una cava di pietra e di metallo, occupati senza sosta da un lavoro indefinito, da una lotta incessante, da una estenuante ricerca di senso e di pace tra le macerie del teatro e gli echi del mito.
– E Antigone?- si chiedono i due…
Di Antigone, nessuna traccia, solo grida, fruscii, lamenti…
Il tiranno contro il rivoltoso, l’onorato contro l’insepolto, l ‘ingiusto contro il sanguinario…
Eteocle e Polinice, i due fratelli di Antigone, fratelli simili e diversi, legati da un laccio sanguigno che strappano contro natura: tradiscono e cacciano il padre/fratello e si uccidono l’un l’altro per brama di potere… eternamente divisi fra amore fraterno e  odio fratricida.
Eteocle il tiranno si appropria del trono di Tebe e caccia il fratello…
Polinice il ribelle reclama il regno con l’aiuto dell’esercito Acheo…
Lo scontro tra i due e la morte di entrambi: Eteocle sarà sepolto secondo gli onori dovuti ad un re; Polinice, invece, sarà lasciato insepolto nella piana, presso le rupi, fuori dalle mura della città vittima dei corvi; Antigone, la sorella, in nome dell’amore fraterno tenterà di seppellirlo violando la legge e andando così incontro alla morte.
Col ferro delle mazze e degli scudi i due firmano la loro pace ponendo fine all’amara contesa, col ferro i due colpiscono la pietra, unica ossessione rimasta ai fratelli imprigionati nei sepolcri paterni…

scritto e interpretato da_Michele Bandini e Emiliano Pergolari
diretto da_Michele Bandini, Emiliano Pergolari, Maurizio Lupinelli
con musiche eseguite dal vivo da_Francesco Bigoni
tecnico audio-luci Mirco Duvalloni
si ringrazia Pietro Pagnanelli per la supervisione tecnica.
In collaborazione con il Comune di Foligno e con il sostegno della Regione dell’Umbria – Assessorato alla Cultura progetto interregionale “Quattro Regioni al centro della scena

 

ZOEteatro / Teatro Stabile dell’UmbriaFestival 2006

ZOEteatro / Teatro Stabile dell’Umbria

La Compagnia ZOEteatro, formata da Michele Bandini ed Emiliano Pergolari, nasce nel 2004 dopo alcune significative esperienze professionali e formative  tra le quali, fondamentale, quella con Marco Martinelli e il Teatro delle Albe. Il primo esperimento creativo della compagnia è “Vi e Ve”, che debutta al Festival di Santarcangelo nel 2004, grazie all’idea e al testo di Marco Martinelli, un “Metalogo nel regno delle ombre” fra Vittorini e Veronese.
Fin da questo primo lavoro ZOEteatro sperimenta le potenzialità dell’uso del dialetto folignate in quanto lingua teatrale, che, grazie alle sonorità arcaiche, feroci, ma anche liriche e comiche, rimarrà uno degli elementi caratterizzanti la compagnia. Nel luglio 2005 ZOEteatro debutta al Festival Inequilibrio di Armunia con il nuovo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria: Il dittico teatrale “Quartetto d’Ombre” (Rosencrantz e Guildestern sono morti + Vi e Ve).  La collaborazione con lo stabile umbro continua anche per la produzione successiva e nel Giugno 2006 ZOEteatro debutta con lo spettacolo “Metallo”, scritto diretto ed interpretato da Bandini e Pergolari, con il contributo alla regia di Maurizio Lupinelli. Nel novembre 2008 ZOEteatro ha debuttato con “Malacorte“, spettacolo scritto diretto ed interpretato da Bandini e Pergolari e prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione 2006 con Metallo