Design di musica elettronica, un duetto al maschile e vestiti rosa.
La comunicazione è sempre nei nostri pensieri. Esprimere noi stessi e fare ascoltare le nostre ragioni. Ma cosa succede se non sei compreso? Quali strumenti ci rimangono a disposizione?
SAY IT esplora rigetto, curiosità, desiderio, confusione, vulnerabilità e fiducia.
Un viaggio di tentativi ed errori nel quale questi due individui costruiscono reti di interazione. Con movimento, campionatori e sintetizzatori cercano di trovare le parole da dire.
Le tematiche di questo lavoro prendono ispirazione da situazioni e problemi vicini alla maggior parte di noi: a quasi tutti è successo di trovarsi in un ambiente nuovo e sconosciuto nel quale è difficile essere se stessi, o di dover imparare una lingua per poter comunicare e cercare di trovare le parole mancanti per terminare la frase.
L’intento del duetto non è quello di trovare una soluzione a questi problemi di comunicazione, ma quello di sperimentare con forme di linguaggio alternative, utilizzando l’affascinante intreccio di complessità di cui siamo fatti, o la semplicità di uno sguardo o un abbraccio.
P/IN The Bucket Collective
P/IN THE BUCKET collective nasce dalla collaborazione tra Simone Donati e Stephen Quildan. Esplorare metodi multidisciplinari di fare e creare. Coinvolgere il pubblico in ambienti alternativi ed esperienze d’impatto. Assottigliare la linea di confine tra ballerini, musicisti, designer ed artisti. Condividere questo processo creativo per raggiungere nuove forme di comunicazione tramite sentimenti umani ed emozioni. Questi sono alcuni dei principali intenti che accomunano Simone e Stephen. Esplorare la scena “underground” con l’utilizzo dei mezzi “mainstream” e le possibilità che derivano da essi. Generare performance accessibili e significative dalle quali l’osservatore può trarre un arricchimento emotivo, divertimento e riflessione. Non solo l’intento di offrire uno specchio sul mondo attuale, ma anche quello di proporre futuri alternativi.
La danza contemporanea e la musica elettronica formano le fondamenta della pratica artistica di P/IN THE BUCKET.
Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 2019 con Say it
A peaceful place
A PEACEFUL PLACE nasce dall’incontro tra Davide Valrosso e i tre danzatori indiani della compagnia Attakkalari di Bangalore, grazie al sostegno di “Crossing the sea” progetto di internazionalizzazione nato allo scopo di creare e consolidare collaborazioni a lungo termine tra Italia e Paesi asiatici e del Medio Oriente.
Il lavoro si basa su una serie di azioni coreografiche nate dal dialogo e dall’incontro con diversi linguaggi: dal Kalari Payat, arte da combattimento tra le più antiche esistenti, ed elementi di yoga (Asana e Pranayama) e di gestualità tratti da antiche danze tradizionali indiane, scomposte e ibridate all’interno di una danza a tratti materica e a tratti formale.
Il risultato è un’architettura compositiva dal linguaggio fortemente originale, in bilico tra sacro e profano, spazio di riflessione sul tema dell’UNO, principio che indica l’unità di tutte le cose. Tema trattato in uno dei più antichi testi sacri della tradizione induista, i Rig Veda, risalente all’incirca al secondo millennio a.C., e poi ripreso in occidente da Platone Plotino ed infine da Hegel. A PEACEFUL PLACE è un ‘occasione di incontro e di scoperta, uno spazio fisico dove si pratica l’arte del gesto e lo studio della forma. Un luogo di ritiro del guerriero che compie la pujo, “rito di adorazione”, prima di dedicarsi al combattimento.
COREOGRAFIA E CONCEPT Davide Valrosso
IN COLLABORAZIONE CON I DANZATORI Arathy A.R., Niharl Pash e Veer Nishad
MUSICHE Demdik Stare – Null Results / Ø – Hikari / Flauti indiani e Campane Tibetane
NELL’AMBITO DEL Progetto CROSSING THE SEA / Programma Boarding Pass Plus del MIBAC
Davide Valrosso
Davide Valrosso artista associato al Festival Oriente Occidente e a VAN, associazione culturale. Dopo essersi diplomato all’English National Ballet, ha studiato in numerosi centri di formazione contemporanea quali London Contemporary, Rambert School, Rafineri. Per cinque anni ha lavorato stabilmente con la compagnia Virgilio Sieni, sia come danzatore che in qualità di performer e formatore all’interno dell’Accademia sull’Arte del Gesto. Come interprete ha collaborato con artisti visivi e coreografi, tra cui Tino Sehgal, Paolo Bronstein, Ariella Vidach, Laura Corradi, Paolo Mohovich, Gustavo Ramirez, Jacopo Godani, Eugenio Scigliano, Raymond Sullivan, Daniele Ninarello, Antonello Tudisco, Raphael Bianco, Pascal Touzeau, Cristina Rizzo, Fabrizio Favale. Attualmente impegnato come danz’autore nel progetto Cosmopolitan Beauty, prodotto da Cango_Centro di produzione sui linguaggi del corpo e della danza e supportato dal Teatro Pubblico Pugliese (selezione Anticorpi 2016), e nel progetto We_Pop, prodotto dal Festival Oriente Occidente. È stato selezionato per la NID Platform 2017 ed è inoltre coinvolto nel progetto Prove D’autore XL, edizione 2017, nell’ambito del quale ha creato We are not alone per il Triennio del Balletto di Roma, sotto la direzione di Roberto Casarotto. Del 2018 è la creazione di un nuovo solo, Biografia di un corpo, prodotto da Kilowatt/Capotrave, nell’ambito del progetto europeo Be SpectACTive!. Per il Balletto di Roma, di cui è coreografo associato da gennaio 2018, è coreografo di Sogno, una notte di mezza estate, atto unico per 8 danzatori in coproduzione con il Festival Oriente Occidente. Da settembre 2018 è impegnato nella creazione di 70.000, un progetto di formazione per l’Accademia Nazionale di Danza di Roma. I lavori di Davide Valrosso sono stati presentati in numerosi festival e rassegne in Italia e all’estero.
Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione 2019 con A peaceful place
Nassim
Ogni sera un attore diverso interpreta il nuovo e audace lavoro dell’artista Nassim Soleimanpour, esplorando il concetto di libertà, esilio e le limitazioni del linguaggio.
Quando andiamo in un altro paese, che cosa percepiamo di diverso e cosa ci rende stranieri? Il cibo? Gli odori? Per la maggior parte di noi, credo si tratti della lingua. Essere incapaci di comunicare ci rende letteralmente ammutoliti.
NASSIM segue il successo del precedente lavoro di Soleimanpour, l’acclamato White Rabbit Red Rabbit, che è stato tradotto in oltre 25 lingue e rappresentato più di 1000 volte da attori del calibro di Sinead Cusack, Ken Loach e Whoopi Goldberg. NASSIM è stato prodotto dal Bush Theatre ed ha debuttato all’Edinburgh Fringe Festival al Traverse Theatre il 3 agosto 2017, la produzione italiana è stata curata da Marche Teatro e sarà presentato ad Inteatro Festival in esclusiva nazionale.
Guest star per l’occasione: Neri Marcorè, Marco Baliani, Arturo Cirillo, Lella Costa, Lucia Mascino
scritto ed interpretato da Nassim Soleimanpour
attori un diverso interprete per ogni rappresentazione
regia Omar Elerian
scenografia RHYS JARMAN
suono JAMES SWADLO
luci RAJIV PATTANI
direzione tecnica MICHAEL AGER
script editors CAROLINA ORTEGA E STEWART PRINGLE
produzione BUSH THEATRE
produzione italiana MARCHE TEATRO
Nassim Soleimanpour
Nassim Soleimanpour (autore e performer) è uno scrittore iraniano di teatro multidisciplinare indipendente, famoso in tutto il mondo per la sua pluri-premiata opera White Rabbit Red Rabbit.
Il suo secondo lavoro BLANK ha ottenuto riconoscimenti nel Regno Unito, al Bush Theatre RADAR Festival nel 2015, è stato presentato ad Amsterdam e Utrecht, al Fringe Festival di Edimburgo, in Argentina, Australia e India.
I successivi lavori, incluso Blind Hamlet che è stato premiato al LIFT Festival nel 2014, sono stati presentati in tutto il Regno Unito, a Bucarest e Copenhagen. Nassim attualmente vive a Berlino e sta lavorando ad un nuovo progetto commissionato dal Teater Momentum (Danimarca) e per la piattaforma di audiolibri Audible.
Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 2018 con NASSIM
To Be Banned From Rome
Nato da un dialogo tra la coreografa Annamaria Ajmone e il musicista Alberto Ricca, To Be Banned From Rome indaga i luoghi virtuali della rete popolati da persone che condividono in essi passioni ed ossessioni. Oggetto dell’indagine è l’effetto ambivalente che la rete ha sulle persone che la utilizzano e la vivono come uno strumento per costruirsi una cerchia di contatti ideale.
La musica di Bienoise/Alberto Ricca ricostruisce lo stato di attenta ipnosi che si vive di fronte allo scorrere di una pagina su uno schermo e che, assieme al movimento, genera un flusso costante ma denso di avvenimenti. Allo stesso modo, la partitura coreografica muove Annamaria Ajmone, che trasforma costantemente lo spazio e i volumi del corpo.
La drammaturgia è pensata senza il limite delle arti in scena: ogni elemento coreografico, musicale, scenico è scritto e immaginato a quattro mani, e dà vita ad un’opera che nasce sin dal principio come una riflessione condivisa, il cui presupposto è la neutralità del mezzo virtuale.
Concept Annamaria Ajmone e Alberto Ricca
Coreografa e danza Annamaria Ajmone
Musica live: Bienoise (Alberto Ricca)
Spazio e costumi Jules Goldsmith
Luci e direzione tecnica Giulia Pastore
Produzione Torinodanza festival, Cab 008, Club To Club Festival
In collaborazione con The Italian New Wave
Progetto realizzato nell’ambito di Residenze Coreografche Lavanderia a Vapore / Piemonte dal Vivo
Selezionato da Hangar Creatività – Progetto promosso dall’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte
Con il sostegno di Ministero dei Beni Artistici e Culturali e del Turismo, Regione Toscana
Si ringrazia Alberto Leoni – IUTER
Alberto Ricca
Alberto Ricca si diploma nel 2014 in Musica Elettronica presso il Conservatorio di Como, dopo una laurea in Linguaggi dei Media e il Master in Composizione al Centro Sperimentale di Cinematografa. Come Bienoise, nel dicembre 2015 pubblica l’album Meanwhile, Tomorrow per White Forest Records, considerato da molte riviste specializzate uno dei migliori album italiani dell’anno. Pubblica anche per Concrete Records e Bitcrusher. Dal 2015 è tra i protagonisti di The Italian New Wave, progetto di Club To Club Festival che promuove la nuova creatività musicale italiana su scala internazionale. Nel 2014 è stato scelto da Red Bull per rappresentare l’Italia alla Academy di Tokyo. E’ uno dei fondatori dell’etichetta e collettivo di musica improvvisata Floating Forest Records. Collabora, tra gli altri, con l’Istituto Europeo di Design di Milano per l’insegnamento delle tecniche produttive e performative della musica elettronica.
Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 2018 con To be banned from Rome
Prisma
Prisma prende spunto dal progetto realizzato ad hoc per la campagna visiva multimediale di miart 2018. La performance trae ispirazione da uno dei primi lavori del coreografo, creato nel 2008 e intitolato Cowboys, nel quale l’identità degli interpreti veniva privata della sua riconoscibilità attraverso l’uso di specchi “indossati” davanti al viso: il corpo perdeva così definizione, fondendosi con lo spazio e con lo sguardo del pubblico. In Prisma il ritmo diviene più dilatato e il nuovo elemento video dialoga con i corpi “acefali” dei performer, creando una rifrazione di immagini e colori che si riverbera sugli specchi. L’effetto è ipnotico e le figure in scena diventano schermi in movimento.
commissionato da FOG Triennale Milano Performing Arts e miart
invenzione Alessandro Sciarroni in collaborazione con MASBEDO
performer Anna Bragagnolo, Francesco Marilungo, Luana Milani, Matteo Ramponi
video MASBEDO
musiche Abul Mogard, Bright Eyes
costumi Ettore Lombardi
produzione Snaporazverein, In Between Art Film, Marche Teatro
produzione esecutiva Corpoceleste_C.C.00#, A.C. AreaVideo
si ringrazia per la collaborazione Centrale fies
MASBEDO
MASBEDO è un duo artistico nato nel 1999, composto da Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni che indaga il tema dell’incomunicabilità e della relazione tra produzione di immagini e società della comunicazione. Questa ricerca sfocia nella realizzazione di video-performance, dal forte valore pittorico, in cui lo spettatore viene coinvolto nello spazio video e negli ambienti creati. Le opere di MASBEDO sono state ospitate in mostre collettive, festival e rassegne cinematografiche in importanti centri d’arte, tra cui il MARTa di Herford, il MADRE di Napoli, il CAC di Ginevra, il Martin Gropius Bau di Berlino, il 21er Haus di Vienna, Art Basel e Art Film Art Basel di Hong Kong, la GAM di Torino, i Rencontres Internationales di Parigi, Berlino e Madrid, le Giornate degli Autori della 69° e della 71° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il Walter Reade Theater della Film Society of Lincoln Center di New York, il Copenhagen International Documentary Film Festival e il Reykjavik International Film Festival. Le performance sono state sostenute da Romaeuropa Festival, Centrale Fies e Tanzhaus Duesseldorf. Nel 2015 il duo lavora alla regia e alla realizzazione dell’impianto visivo per l’opera Il Flauto Magico di Mozart, prodotto dalla Fondazione Arena di Verona, e nel 2017 all’opera Re Ruggero di Karol Szymanowski, diretta da Antonio Pappano e prodotta dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma e da Romaeuropa Festival.
Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 2018 con Prisma