Una miscela musicale particolarissima composta da sonorità sarde, spunti etnici diversi, infiltrazioni jazz. Attingendo alle tradizioni più antiche Tanit cerca di definire la musica del futuro.
Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 1992
Archivio Digitale Inteatro Festival
Una miscela musicale particolarissima composta da sonorità sarde, spunti etnici diversi, infiltrazioni jazz. Attingendo alle tradizioni più antiche Tanit cerca di definire la musica del futuro.
Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 1992
La felicità della danza in otto balli: arabesque, veloce, duello, tarantellato… Tre danzatrici provenienti da esperienze diverse, accompagnate da una partitura musicale originale del giovane compositore Corrado Fantoni.
Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 1992 con Balli al Madrigale e del 1995 con Dalle 5 alle 8
Il gioco, il sogno, la memoria, la narrazione del proprio mondo interiore è ciò che rende affascinanate e poetico il lavoro di questi due grandi interpreti della danza italiana.
Una esplosione di humour surreale, uno spettacolo straripante di invenzioni, divertente e provocatorio, concepito dal più geniale e iconoclasta compositore, showman spagnolo.
Carles Santos è stato un artista spagnolo che ha iniziato la sua carriera come pianista e in seguito ha lavorato in molte altre discipline creative, tra cui composizione musicale, regia, sceneggiatura, recitazione, spettacoli musicali scenici, grafica, montaggio, scultura, fotografia, poesia e prosa.
Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 1992 con La grenya de Pascual Picanya, asesor juridico-administrativo e del 1995
Charles è uno spettacolo ispirato alla vita ed al lavoro del compositore americano Charles Ives (1874-1954). Il lavoro di Ives, eccentrico e complesso, non ha facilitato al compositore il raggiungimento di una facile fama anche se resta di grande rilevanza musicale.
In Charles danza, musica e testo si fondono con naturalezza creando un’atmosfera di complicità e rilassata confidenza tra danzatori e musicisti che si scambiano sguardi e allegre chiacchiere con leggerezza e semplicità. Il tema della memoria anche in questo caso guida il lavoro di Beppie Blankert che è trattato con umorismo e grazia, mentre il ritmo diventa talvolta capriccioso e giocoso.
Beppie Blankert ha iniziato la sua carriera di ballerina nel 1969 lavorando in diverse piccole compagnie di danza nei Paesi Bassi, in Danimarca e nel Galles (GB). Ora lavora come coreografa con la sua compagnia. Nell’ultimo decennio il suo lavoro è andato in tournée in Olanda, Inghilterra, Stati Uniti e Canada. Beppie Blankert ha sempre avuto un rapporto speciale con la musica nel suo lavoro di ballerina e coreografa. Louis Andriessen, Harry de Wit, Henk van der Meulen, Steve Martland e Ron Ford hanno tutti composto musica inedita per lei. Oltre alla musica, la letteratura e le arti visive sono forti fonti di ispirazione.
Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 1991 con Charles
Dopo Partitura, testo ispirato al soggiorno napoletano di Giacomo Leopardi, ma soprattutto nostalgica litania di una tribù napoletana che rifiuta la modernità con una scelta di autodistruzione paragonabile a quella di altre leggendarie tribù del mondo, Enzo Moscato ritorna su questi stessi temi con Rasoi, una rapsodia composta da brevi brani inediti, meditazioni e frammenti su Napoli.
Sul palcoscenico rivelato da un sipario che anziché sollevarsi si ritira, come in un moto spontaneo di bassa marea, sfilano alcuni personaggi emblematici di una napoletanità offesa e negata, dallo scettico guappo alla Madonna di Procida, “mater immonnezzarum”, protettrice di un’umanità degradata e oltraggiata della quale ascolta la rabbia selvaggia.
Degrado dell’uomo e degrado della natura ricorrono nella poesia tagliente di Moscato, le cui parole arrivano come rasoi che fanno sanguinare mettendo a nudo una verità tragica e nobile, grande anche nel dolore.
Alla crudezza del verbo si oppongono illusoriamente le dolcissime melodie partenopee che pure non possono mascherare il canto del cigno di una città oltraggiata.
Il testo di Enzo Moscato, presente sul palcoscenico, trova nella regia di Mario Martone e di Toni Servillo, il guappo disilluso, una messa in scena che ne esalta il realismo lirico in un gioco scenico raffinatissimo.
Teatri Uniti nasce a Napoli nel 1987, dall’unione di Falso Movimento, Teatro dei Mutamenti e Teatro Studio di Caserta, tre formazioni che avevano profondamente caratterizzato il panorama teatrale italiano ed internazionale a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, con produzioni acclamate in Europa e negli Usa.
A partire dai tre registi fondatori Mario Martone, Toni Servillo ed Antonio Neiwiller, Teatri Uniti si configura come un laboratorio permanente per la produzione e lo studio dell’arte scenica contemporanea. Intrecciando in maniera innovativa il linguaggio propriamente teatrale con quello della musica, delle arti visive, del cinema, Teatri Uniti ha realizzato, oltre all’allestimento di testi classici e contemporanei sui più prestigiosi mpalcoscenici di quattro continenti, alcuni significativi film indipendenti, presentati con successo nei principali festival internazionali.
Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 1991 con Rasoi