MDLSX è un “inno tribale e solitario” alla libertà di divenire, al gender b(l)ending, all’ essere altro dai confini del corpo, dal colore della pelle, dagli organi sessuali, essere altro dalla nazionalità imposta o acquisita, dalla territorialità forzata, dall’appartenenza a una Patria (termine da decolonizzare)…
MDLSX è una sorta di viaggio musicale e performatico, nella forma di un anomalo Dj / Vj Set sfrenato e incatalogabile: un bizzarro cut-up di testi e icone connesse al transgenderismo, dal nomade Tiresia a Cassandra…
Motus
Motus, collettivo nomade e indipendente, fondato da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò nel 1991, con gli ultimi progetti ha indagato i grandi classici per prendere di petto questioni brucianti della quotidianità. Too Late!, Alesix. Una tragedia greca, Nella tempesta, Caliban Cannibal continuano tutt’ora la vasta tournée internazionale. MDLSX apre un nuovo fronte di ricerca sul tema del confine/conflitto con le “diversità” con il progetto Okayafrica, che ha visto, nel 2016, la nascita di Black Drama (Chi era Pilade?) ispirato (anche) agli Appunti per un’Orestiade africana di Pasolini.
Partecipano a Inteatro Festival nell’edizione 2015 con MDLSX e nell’edizione 2005 con Piccoli episodi di fascismo quotidiano e Come un cane senza padrone
Bul-sSang
“Bul-ssang” è il termine coreano che indica la statua di Buddha, ma suona anche come la parola che in Corea indica la miseria.
La coreografia, creata da Aesoon Ahn, gioca sul doppio significato del titolo ed è nata dopo una visita al Buddha Bar di Parigi, dove una serie statue di Buddha sono state usate come elementi per il design degli interni. Questo lavoro mostra come la cultura tradizionale coreana e asiatica, rappresentata dalle statue del Buddha, si è intrecciata e trasformata in un processo di spinta occidentalizzazione.
In Bul-ssang un mix di culture e danze diverse – che comprende il Katak indiano, la danza Jindo coreana, l’Arhat cinese e danze tradizionali giapponesi e mongole – si armonizza con l’installazione pop dell’artista Choi Jeong-Hwa e la musica live del noto dj coreano Soulscape.
coreografia Aesoon Ahn
musica DJ Soulscape
danzatori Kang Jinan, Kwon Minchan, Kim Keonjoong, Park Sojung, Seok Jinhwan, Ye Hyo Seung, Yoon Boae, Lee Yoonhee, Chang Anlee, Han Sangryul, Heo Hyoseon
stage design Kim Jongseok
disegno luci Lee Inyeon
visual design Shin Jeongyoup
Korea National Contemporary Dance Company – Festival 2015
Korea National Contemporary Dance Company
Ahn Aesoon, una delle protagoniste della danza contemporanea coreana, è direttrice artistica della compagnia fondata nel 2010. Il suo approccio è multiculturale e multidisciplinare; la sua ricerca coreografica tende a fondere elementi dell’identità e della tradizione coreana con l’estetica della danza contemporanea esplorando i paradossi e le contraddizioni prodotti dal processo di rapida occidentalizzazione.
Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 2015 con Bul-sSang
Nova Insula
Nova Insula è frutto di una decostruzione visuale del testo Shakespeariano della Tempesta, atta a ricercare metodi alternativi nella riproposizione di testi classici in un contesto visivo e multimediale.
Si tratta di una serie di “ambienti sensibili” progettati appositamente per la rassegna internazionale Inteatro all’interno della Mole Vanvitelliana di Ancona.
Gli spettatori sono invitati a scoprire progressivamente la narrativa tramite una serie di installazioni costruite in successione fra loro. Ogni ambiente e’ ricreato mantenendo sempre un equilibrio tra la presenza del digitale in giustapposizione con la consistenza dei materiali impiegati nella creazione dei diversi momenti di scena.
con Dorothy Melander-Dayton, Marco Turcich, Matilde Marangoni, Cristina Espejo-Vindel, Vittoria Belli, Hyesung Baek, Fabrizio Panella, Annalisa Terranova
con la partecipazione di George Fanzio, Yesenia Trobbiani
un ringraziamento speciale a Indiegogo funders, Pete Brooks, Kat Leung, Dalia Yassine, Claire Blake, Francesco Panella, Ercole Belli, Marina D’Angelo, Hackney City Farm – Frizzante London, University of Lancaster
Mapped Productions – Festival 2015
Mapped productions
Mapped productions è un collettivo di artisti emergenti di differenti nazionalità, nato nell’ambito del Master “Performance Design and Practice” del Central Saint Martins College of Art & Design di Londra. La loro collaborazione è iniziata ad Atene nel 2013, con la creazione degli spettacoli (UN)STABLE, performance teatrale successivamente presentata al Platform Theatre di Londra, e la passeggiata site specific Runner. Hanno partecipato a Inteatro 2014 con il site specific NaCI.
Partecipa a Inteatro Festival nel 2014 con NaCl e nel 2015 con Nova Insula.
Everything is ok
“Come creare la stanchezza di uno sguardo? Uno sguardo collettivo, arrendevole, che lasci che le cose si narrino da sole? La risposta che mi sono dato è: creando un corpo iperattivo. Un corpo prismatico, che si faccia carico di tutti gli stimoli del mondo. Un corpo che incarni, in un ritmo forsennato e senza respiro, le iconografie di quello che oggi si manifesta per divertirci, eccitarci, interessarci.
Un corpo baraccone, uno spettacolo impazzito, un cabaret implosivo.
Può lo sguardo che accoglie in sé questo corpo cedere il passo a un’amabile stanchezza, e accorgersi finalmente del paesaggio?
E quale paesaggio, per questo popolo stanco, finalmente e giustamente stanco?”.
di e con Marco D’Agostin
suono LSKA
disegno luci Rocco Giansante
movement coach Marta Ciappina
consulenza drammaturgica Kristin De Groot
co-produzione VAN, CSC/Operaestate Festival Veneto & Dansateliers
con il supporto di INTEATRO, Kilowatt Festival, D.ID Dance Identity, Danzarte
Marco D’Agostin – Festival 2015
Chimera
Chimèra indaga sulle dinamiche relazionali tra due individui, due punti di vista differenti in cui la percezione della stessa realtà molto spesso non coincide dando vita a scontri, fraintendimenti e incidenti.
Con stile ironico e surreale Chimèra denuncia una società in cui l’aumento costante dei mezzi di comunicazione impoverisce paradossalmente il bisogno dell’uomo di comunicare. Un mondo rappresentato non è la realtà del mondo e tantomeno l’esperienza che se ne può fare ma solo il fantasma del mondo.
ideazione e regia Davide Calvaresi
con Davide Calvaresi, Giulia Capriotti
impianto scenico Valeria Colonnella
produzione Marche Teatro, 7-8 chili
Cheerleaders
CHEERLEADERS è un concetto astratto che funge da contenitore tematico capace di raccogliere da un lato la necessità umana di auto-incitamento e dall’altro di rispondere al bisogno di appartenenza e identificazione ad un gruppo.
Cheerleading è il termine americano che indica uno sport, nato come supporto ad altre discipline.
‘E a t . S l e e p . C h e e r . R e p e a t .’
cheer’s slogan
E’ una sorta di tifoseria professionale coreografata fatta di numeri musicali e “stunt” con acrobazie e piramidi umane. L’immagine della cheerleader è diventata ben presto il simbolo di una cultura, quella americana, e di un particolare stile di vita.
Si tratta di un mondo in cui conta la forma tanto da condizionare il contenuto. L’incitamento, la resistenza alla fatica, lo stato di eccitazione, l’aspetto vincente, l’autocelebrazione sono solo alcuni aspetti interiorizzati in questa cultura.
La tifoseria è un’espressione energetica di massa, un fiume di adrenalina che sposta l’aria, che modifica lo spazio, che raggruma corpi e molecole come una pentola a pressione. Molteplici studi sulla psicologia delle masse hanno dimostrato quanto l’energia del gruppo possa modificare, alterare e addirittura proiettare immagini e significati sino a condizionare l’esterno.
Qual è il prossimo Goal per cui esultare? Qual è il nostro livello di sostituibilità?
Pratiche e addestramenti per una perfetta tifoseria.
concept e azione Sara Catellani, Elisa Ferrari, Davide manico
video Marco Misheff
organizzazione Marco masello
produzione Collettivo PirateJenny
con il sostegno di PIMoff Milano, Marche teatro/ Inteatro, Quelli di Grock
Collettivo PirateJenny – Festival 2015
Collettivo PirateJenny
Il gruppo nasce nel 2011 dall’idea di tre giovani performer e creativi: Elisa Ferrari, Davide Manico e Sara Catellani. Il progetto che li vede insieme li coinvolge come danzatori e autori. Il Collettivo prende il nome dalla canzone di Jenny dei Pirati, scritta da Brecht per l’Opera da tre soldi.
Essere pop, neo-pop, pop surreali, post-moderni significa per PirateJenny preoccuparsi di mantenere viva una certa bulimia dello sguardo, una crescente curiosità per le cose.
I lavori di PirateJenny sono stati finalisti del Premio Equilibrio, al premio Prospettiva Danza e al Festival della Nuova Drammaturgia Contemporanea Argot Off, Sostenuti da Next, semifinalisti al Premio Scenario 2013 e vincitori del premio Presente/Futuro del Teatro Libero di Palermo.
Partecipa al Inteatro Festival nell’edizione 2014 con Pollicino 2.0 La Grande Privazione e 2015 con Cheerleaders studio per una perfetta tifoseria