THE INFINITE PLEASURES OF THE GREAT UNKNOWN è la celebrazione teatrale della morte della realtà. Il Dr. Mabuse, personaggio creato dallo scrittore belga Norbert Jacques poi ripreso protagonista di tre celebri pellicole di Fritz Lang, compare in questo spettacolo nel suo ruolo di stimato psichiatra e signore del crimine. Ha votato la sua esistenza ad una totale dominazione del mondo, evadendo non solo i confini della morte ma anche quelli dello schermo televisivo. Si infiltra il Dr. Mabuse nelle reti più sordide e guerrafondaie, preparandosi alla lotta ed aspettando che qualcosa accada.
“Nothing will come of nothing”.
All’interno dei film di Fritz Lang il Dr. Mabuse aveva capito che “…quando l’umanità viene dominata dal terrore, quello è il momento in cui entra in scena la maestria del crimine.” Il ritorno di questo personaggio all’interno di THE INFINITE PLEASURES, lo vede misurarsi con una vera e propria guerra di comunicazione. L’interesse di Simon Vincenzi per la figura del Dr. Mabuse si è focalizzato sulla forza della finzione, specchio e ragione di alcune tendenze socio-culturali contemporanee.
Altro epico protagonista di questo spettacolo è Re Lear: folle, senza più la propria “cue to die” (la battuta scenica di maggior enfasi pronunciata in punto di morte), vaga per l’eternità in un mondo fasullo. Parla un linguaggio tempestoso, una lingua perpetuamente ri-tradotta nel costante tentativo di trovare un significato che ogni volta sfugge, sempre più in là. Partendo dal celebre testo scespiriano, si assiste alla debacle del Re: Lear perde il controllo sia del regno che ha dominato, sia di sé stesso, sia della verità che della propria rotta, in viaggio eterno verso il “nulla”.
Attraverso un’esplorazione del testo originale e di una sua traduzione, Simon Vincenzi ha lavorato sul “Re Lear” e sui suoi estremi, di crudeltà, sofferenza, fedeltà, sacrificio. Quest’opera monumentale e mitica, nella sua complessità emozionale, è stata ri-tradotta da Vincenzi con un mezzo contemporaneo, il traduttore on-line Babel Fish, portando il testo a divenire altro ed altro ancora, attraversando linguaggi e sensi, fino a raggiungere un nuovo, unico, vocabolario, alfabeto, una nuova sintassi ed un’inedita significazione. Una traduzione che è una ri-creazione, un testo che si fa materia viva e tecnologica, in un cyberspazio di significati.
In questo spettacolo Potere e Perdita sono inseriti in una partita che li vede l’uno contro l’altro; il terrore dello sconosciuto, l’utilizzo di nuovi ed altri linguaggi, la forza ed il controllo, tutti temi rintracciabili in entrambi i testi a cui i due artisti inglesi hanno fatto riferimento, facendoli confluire in una vera e propria battaglia tra l’immagine e il testo.
THE INFINITE PLEASURES vede in scena sette performers ed un traduttore, accompagnati e guidati da una fitta trama sonora, eseguita dal compositore Luke Stoneham e trasmessa da un set di venti altoparlanti.
Bock&Vincenzi – Festival 2008