Santasangre

I santasangre si sono formati nel 2001 dall’incontro delle diverse esperienze artistiche dei componenti del gruppo.
Arti visive, body art, tecniche sonore, light design; contribuiscono nelle loro creazioni a generare eventi scenici originali e unici, in cui i corpi e gli strumenti tecnici divengono nuovi strumenti di comunicazione con il pubblico. Una relazione tra palco e platea fisica e sensuale, che coinvolge i corpi nella loro interezza.
La compagnia ha partecipato al Festival Opera Prima, alla Biennale dei giovani artisti d’Europa e del Mediterraneo, al Festival Crisalide, a Enzimi, a Ipercorpo ed è stata presente nella stagione dei Teatri Stabili d’Innovazione di Pescara (Teatro Florian) e Bari (Teatro Kismet).
Nei prossimi mesi saranno sul palco del Festival Alternativnog_FAKI di Zagabria, dell’International Festival of the Arts di Santarcangelo, del Festival Internazionale della Creazione Contemporanea Es_terni.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione 2008 con Concerto per voce e musiche sintetiche e nel 2007 con Spettacolo sintetico per la stabilità sociale

Das coisas nascem coisas

La proposta dello spettacolo Das coisas nascem coisas è quella di stabilire una relazione coreografica tra un insieme di azioni effettuate su un oggetto e la sua narrazione orale, e di scrutare, interrogare e spingere al limite le implicazioni esistenti tra azione e parola.

Nello sviluppare un modello nato dall’unione tra una singola azione e la sua descrizione, la rappresentazione della Dias sperimenta i limiti del discorso in quanto traduzione e i limiti del movimento in quanto azione funzionale. Con questo spettacolo vengono testate le variazioni e le differenze esistenti fra definizione, commento ed opinione e le connessioni che si stabiliscono fra il tempo dell’azione e il tempo dell’immagine.

Direzione e coreografia Cláudia Dias
Interpreti Lança e Rui Silveira
Allenamento João Fiadeiro, David-Alexandre Guéniot, Rita Natálio
Progettazione dello spazio Walter Lauterer
Progettazione delle luci e Direzione tecnica Mafalda Oliveira
Produzione e promozione Sofia Campos
Produzione RE.AL
Col supporto di Direcção-geral das Artes, Ministério da Cultura
Co-produzione Alkantara (Lisboa), Festival iMira! TnBA (Bordéus)
Progetto in co-produzione con Next step, Com o Apoio do programa cultura da União europeia
Residenza artistica Fórum Cultural José Manuel Figueiredo, Câmara Municipal da Moita e Atelier RE.AL
Supporto Chão de Oliva (Sintra), Forum Dança (Lisboa)
Ringraziamenti a Andrea Brandão, Gustavo Sumpta, Vera Sofia Mota e Olga Mesa

 

Cláudia Dias / RE.ALFestival 2008

 

Cláudia Dias / RE.AL

Ha iniziato lo studio della danza classica con Maria Franco presso la Academia Almadense. Ha proseguito gli studi come allieva della Companhia de Dança de Lisboa. Collabora dal 2001 con RE.AL. Il suo spettacolo Visita Guiada è stato presentato al Festival Inteatro nel 2006. Il suo lavoro, incentrato sulla capacità di racconto del corpo, si sviluppa secondo una matrice di tipo concettuale e si caratterizza per una grande esattezza compositiva e spaziale. Le sono particolarmente care le tematiche legate al rapporto tra l’uomo e l’ambiente naturale ed urbano. Dirige, insieme a João Fiadeiro, Tiago Guedes e Márcia Lança i corsi di Tecnica di Composizione in Tempo Reale all’atelier RE.AL.

Partecipa a Inteatro Festival nelle edizioni del 2006 con Visita guidata e 2008 con Das coisas nascem coisas

 

Un nemico del popolo

“L’uomo più forte del mondo è quello che è più solo”. UN ENNEMI DU PEUPLE si ispira all’omonimo testo di Henrik Ibsen, pubblicato nel 1882 e rappresentato da Johannes Brun l’anno seguente al Christiania Theater di Oslo. In una piccola città termale della costa sud della Norvegia, il medico responsabile delle terme pubbliche scopre che le acque sono infette; pronto a diffondere la notizia si scontra con il fratello, illustre cittadino e Presidente del consiglio d’amministrazione delle terme, che vuole nascondere la verità. Il dottore esige una smentita, minaccia il licenziamento, la denuncia; facendo appello prima al potere politico poi alla coscienza popolare, tutti i tentativi del dottore risultano vani. L’opportunismo, l’attaccamento al denaro ed al proprio status faranno di vincitori e vinti un’unica marmaglia. La scelta per il dottore è tra cedere alle pressioni del fratello o perseguire la verità subendo l’ostracismo minacciato, rimanendo solo.

Al centro del dramma di Ibsen c’è l’orgoglio, tema cruciale anche nella contemporaneità, in cui la democrazia rappresentativa affronta una forte crisi, minacciata dal conformismo e dal fanatismo. Parlare di rappresentazione è parlare di teatro. I giovani interpreti in scena si troveranno di fronte a scelte opposte: da una parte la verità, l’entusiasmo, lo slancio vitale, l’emozione, la scoperta, la ribellione, la purezza che può estendersi fino alla violenza devastatrice ed al fascismo; dall’altra parte la menzogna, il calcolo, il compromesso, il cinismo, l’interesse economico, la realpolitik che permette alla nostra democrazia di esistere.

Lo spettacolo porta gli allievi-interpreti a confrontarsi con le questioni fondamentali in questa fase della loro vita, alle soglie dell’età adulta, ed ad assumersi le responsabilità di ogni parola. Difendere la loro posizione in un conflitto senza grazie, senza favori, senza sconti; agire come si parla e parlare come si agisce.

da Henrik Ibsen
con la traduzione di Terje Sinding
diretto da Gustavo Frigerio
con gli allievi del II anno (2006-2009) Cyril Ansermet, Sarah Anthony, Robin Bezençon, Vanessa Coléno, Damien Gauthier, Sébastien Gautier, Militza Gorbatchevsky, Virginie Kaiser, Olivier Magnenat, Floriane Mésenge, Laure Nathan
grazie a François Regnault per i suoi preziosi consigli

 

Gustavo Frigerio/Ecole du Théatre des TeintureriesFestival 2008

Gustavo Frigerio/Ecole du Théatre des Teintureries

L’Ecole du Théatre des Teintureries è costituita da artisti curiosi e interessati ad acquisire nuove prospettive.
L’Ecole propone un ciclo triennale di formazione professionale per attori in cui l’insegnamento pratico (tecniche di recitazione) si fonde con l’esplorazione dell’interpretazione (arte della recitazione), attraverso ricerche e studi letterari, critici, politici. Primario obiettivo della scuola è l’individuazione nello studente delle resistenze fisiche, intellettuali e mentali che ne ostacolano la libera espressione e interpretazione in scena.
Lo studio scrupoloso dei testi, l’improvvisazione e la sperimentazione permettono agli allievi di apprendere la disponibilità verso la messa in scena, l’apertura e la curiosità verso i personaggi.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 2008 con Un nemico del popolo e del 2011 con Nozze di sangue

The infinite pleasure of the great unknown. Ovvero il Dottor Mabuse contro Re Lear

THE INFINITE PLEASURES OF THE GREAT UNKNOWN è la celebrazione teatrale della morte della realtà. Il Dr. Mabuse, personaggio creato dallo scrittore belga Norbert Jacques poi ripreso protagonista di tre celebri pellicole di Fritz Lang, compare in questo spettacolo nel suo ruolo di stimato psichiatra e signore del crimine. Ha votato la sua esistenza ad una totale dominazione del mondo, evadendo non solo i confini della morte ma anche quelli dello schermo televisivo. Si infiltra il Dr. Mabuse nelle reti più sordide e guerrafondaie, preparandosi alla lotta ed aspettando che qualcosa accada.

Nothing will come of nothing”.

All’interno dei film di Fritz Lang il Dr. Mabuse aveva capito che “…quando l’umanità viene dominata dal terrore, quello è il momento in cui entra in scena la maestria del crimine.” Il ritorno di questo personaggio all’interno di THE INFINITE PLEASURES, lo vede misurarsi con una vera e propria guerra di comunicazione. L’interesse di Simon Vincenzi per la figura del Dr. Mabuse si è focalizzato sulla forza della finzione, specchio e ragione di alcune tendenze socio-culturali contemporanee.
Altro epico protagonista di questo spettacolo è Re Lear: folle, senza più la propria “cue to die” (la battuta scenica di maggior enfasi pronunciata in punto di morte), vaga per l’eternità in un mondo fasullo. Parla un linguaggio tempestoso, una lingua perpetuamente ri-tradotta nel costante tentativo di trovare un significato che ogni volta sfugge, sempre più in là. Partendo dal celebre testo scespiriano, si assiste alla debacle del Re: Lear perde il controllo sia del regno che ha dominato, sia di sé stesso, sia della verità che della propria rotta, in viaggio eterno verso il “nulla”.
Attraverso un’esplorazione del testo originale e di una sua traduzione, Simon Vincenzi ha lavorato sul “Re Lear” e sui suoi estremi, di crudeltà, sofferenza, fedeltà, sacrificio. Quest’opera monumentale e mitica, nella sua complessità emozionale, è stata ri-tradotta da Vincenzi con un mezzo contemporaneo, il traduttore on-line Babel Fish, portando il testo a divenire altro ed altro ancora, attraversando linguaggi e sensi, fino a raggiungere un nuovo, unico, vocabolario, alfabeto, una nuova sintassi ed un’inedita significazione. Una traduzione che è una ri-creazione, un testo che si fa materia viva e tecnologica, in un cyberspazio di significati.
In questo spettacolo Potere e Perdita sono inseriti in una partita che li vede l’uno contro l’altro; il terrore dello sconosciuto, l’utilizzo di nuovi ed altri linguaggi, la forza ed il controllo, tutti temi rintracciabili in entrambi i testi a cui i due artisti inglesi hanno fatto riferimento, facendoli confluire in una vera e propria battaglia tra l’immagine e il testo.
THE INFINITE PLEASURES vede in scena sette performers ed un traduttore, accompagnati e guidati da una fitta trama sonora, eseguita dal compositore Luke Stoneham e trasmessa da un set di venti altoparlanti.

Bock&VincenziFestival 2008

Obwohl ich dich kenne _ Sebbene ti conosca. Intelligenti nemici e metà migliori

Che accade quando individui che lottano per la stessa causa finiscono per scontrarsi? L’amicizia si nutre di azioni comuni? E se queste vengono a mancare? Quali regole seguono i corrispettivi partner nel giocare con l’altro? E qual è il loro fine? La cordialità senza amore nasconde ipocrisia? Ci si trova meglio con un nemico intelligente o con un amico stupido? E chi dei due ci resterà impresso nella memoria?

Con impeto e con uno sguardo sulle piccole catastrofi, la compagnia di Nico and the Navigators in SEBBENE TI CONOSCA si districa nel complicato mondo dei complotti amichevoli e delle relazioni obbligate, affondando il dito nelle ferite più profonde dei nostri tempi. In un dialogo scandito da un violino e una tastiera, i personaggi si prodigano in una lotta impari per risvegliare l’interesse dell’altro e tenerlo vivo.

«… quello che più amo in te è che le persone che ti piacciono perdono lo scetticismo nei miei confronti e parlano bene di me alle spalle. Fino alla fine ti considererò il mio nemico intelligente, poiché ho la sensazione che i nostri desideri siano gli stessi anche se non lo sappiamo… »

Per la drammaturgia di SEBBENE TI CONOSCA l’ensemble ha utilizzato vario materiale, tra cui lo scambio epistolare delle coppie di amici illustri come Goethe e Schiller, Wagner e Nietzsche, Hermann Hesse e Thomas Mann. Come monoliti appaiono le citazioni, frammiste a smarrimenti linguistici e improvvisazioni di testi dei ‘navigators’. Accompagnate inoltre a discusse definizioni e riflessioni sull’amicizia emerse in epoche diverse, fino al nostro 21° secolo globalizzato.

La forma teatrale in continuo progresso e ricerca adottata da Nico and the Navigators non si esplicita con la narrazione di storie concrete, ma tratta di complessi argomentativi e dialettici assemblati come in un collage. Gli spettacoli nascono con un lavoro d’improvvisazione che si traduce attraverso la mimica e il linguaggio del corpo, tipici della compagnia. I ‘poeti del movimento’ di Nico and the Navigators sprigionano e creano una serie di scene stravaganti, destando nello spettatore immagini associative che lo riconducono nel suo stesso mondo.

Una produzione di Nico and the Navigators e Kampnagel di Amburgo – 2007/2008
In coproduzione con l’Internationalen Figurentheater Festival Erlangen, il Festival de Marseille, il Grand Theatre Groningen e l’InteatroFestival Polverigi
In collaborazione con il Berliner Radialsystem
Promossa dal Landes Berlin, il Fonds Darstellende Künste e.V. e la Rusch-Stiftung.

 

Nico and the navigatorsFestival 2008

 

 

Nico and the navigators

La compagnia internazionale di teatro Nico and the Navigators è stata fondata nel 1998 da Nicola Hümpel (regia) e Oliver Proske (scenografia) e immediatamente lodata dalla critica. Fino ad oggi gli spettacoli “Lucky Days, Fremder!” (1999), “Eggs on Earth” (2000), “Lilli in Putgarden” (2001), “Der Familienrat” (2002), “Kain, Wenn & Aber” (2003) e “HELden & KleinMUT” (2004) sono stati in tournée a livello internazionale.

Oltre ai successi conseguiti in vari festival europei, la compagnia è stata due volte nominata sia per il premio del festival Berliner Theatertreffen, sia per il Friedrich-Luft-Preis. Nell’annuario del teatro “il Patalogo” del 2005, tre critici hanno scelto “Der Familienrat” (Consiglio di Famiglia) come il “miglior spettacolo straniero”, e con “Kain, Wenn & Aber” si sono esibiti al rinomato Wiener Festwochen nel 2006.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione 2008 con Obwohl ich dich kenne _ Sebbene ti conosca. Intelligenti nemici e metà migliori, del 2007 con Neil’s arms and songs. Installation for Akiko and Neils e del 2004 con Il consiglio di famiglia

Wewe

I cinque musicisti dei Wewe provengono da variegate esperienze della Torino dei gruppi di base e punk dei primi anni ’80. Alcuni suonavano in formazioni famose noise e punk negli anni ’90 (tra questi i Fluxus, gli Ifix Tchen Tchen). Nel 2008 costituiscono questo nuovo progetto musicale che debutta nel 2009 allo Spazio211, club tra i più importanti e innovativi della scena indie italiana. La musica che propongono è il tentativo di essere rock, punk, grunge, jazz, folk allo stesso tempo. Ma a differenza del crossover non è un attraversamento di generi diversi. Piuttosto è la ricerca di una ricostruzione di una unità stilistica, anche molto semplice nei fraseggi musicali. Il gioco del “sono simili a” porta ai Creedence Clearwater Revival, ai CSI, ai Marlene Kuntz, a Steve Von Till e Scott Kelly dei Neurosis, ai Lungfish.

Musica e parole: Wewe – Valter Cavallaro  (chitarre), Francesco Dilernia (chitarre), Fulvio Ortalda (basso), Silvio Ortolani (batteria e percussioni), Davide Raccagni (voce)

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione 2009