Tiqqun, nemmeno l’allodola vede l’aperto

“Nemmeno l’allodola vede l’aperto” – è una frase di Heidegger. Tiqqun è una parola ebraica e si può tradurre in italiano con la parola Riparazione. E’ anche il nome di un collettivo con sede a Parigi che con tre bellissime pubblicazioni ha svolto un’analisi e una critica del mondo contemporaneo alla base di questo progetto.
Il lavoro prende spunto da questa frase e da alcune considerazioni che fa il filosofo sul rapporto essere umano-animale. Una riflessione sull’Essere Umano – nella contrapposizione tra organicità e forma – e allo stesso tempo uno studio sul Limite – nello spazio e nella struttura compositiva.
La danza è qui intesa come composizione e coreografia di azioni in un flusso e scambio continuo tra gesto e movimento.
Nell’uso di un vocabolario occidentale e contemporaneo si è mantenuto il senso del detto orientale secondo cui – L’ostacolo è la via.
Per la partitura fisica sono state selezionate e filtrate alcune azioni e reazioni di un rapporto estremo, ma a nostro avviso quotidiano e diffuso, quello sadomasochista – in un continuo shift tra carnefice e vittima.
Le sonorità rispecchiano un linguaggio di costruzione e non di composizione. La scoperta di modi sonori all’interno della struttura drammaturgica segue un processo di analisi e sintesi armoniche. La ricerca fisica e la ricerca sonora percorrono un identico processo di creazione che tende alla definizione di un linguaggio e di un metodo, pur restando all’interno della cornice delle Forme Liquide.

movimento, partitura fisica, drammaturgia Daniele Albanese
musica originale e drammaturgia Maurizio Soliani
regia audio, elaborazione suono/devices Antonio Verderi
luci Vincenzo Alterini

 

Daniele Albanese_StalkFestival 2008

Res Publica_Wolf Ka

Wolf Ka è un artista di origine tedesca che vive e lavora a Parigi.
Ha studiato storia dell’arte, spicologia, teatro, danza e musica prima di fondare, nel 1996, la compagnia Res Publica.
La danza nel lavoro di Wolf Ka, dopo essersi emancipata dalla narrazione, è libera di lavorare su scritture fisiche che mettono in rilievo lo spazio, il tempo e il corpo stesso.
Nella sua ricerca artistica Wolf Ka si interroga sulla relazione che il corpo intrattiene con lo spazio della rappresentazione e sulle modalità con cui lo spazio stesso e i corpi ivi rappresentati interagiscono per mezzo delle nuove tecnologie.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 2008 con Moving by numbers

Moving by numbers

Moving by numbers offre un’esperienza unica che si realizza tra lo spettatore ed il danzatore. La performance ha luogo in uno spazio di rappresentazione dove lo spettatore e l’artista stabiliscono un’intensa comunicazione, grazie ad un particolare dispositivo tecnologico, un’interfaccia visuale ed audiotattile che stimola il corpo dello spettatore attraverso le azioni sceniche del danzatore.
Nella sua ricerca artistica Wolf Ka si interroga sulla relazione che il corpo intrattiene con lo spazio della rappresentazione e sulle modalità con cui lo spazio stesso, e i corpi rappresentati in questo spazio interagiscono per mezzo delle nuove tecnologie della comunicazione.
La relazione che si stabilisce fra il danzatore e lo spettatore crea un’intimità unica, un faccia a faccia eccezionale senza la presenza di altri testimoni: l’interattività di questo spettacolo è in grado di modificare lo statuto stesso del ruolo dello spettatore, che non è più osservatore passivo della performance ma protagonista attivo dello spettacolo. I due sono partner artistici lungo lo stesso percorso performativo.
La rappresentazione si sposta così verso un terreno nuova, una forma aperta dove la tecnologia modella l’atto spettacolare rendendolo un’esperienza da vivere con l’altro. La tecnologia diventa un’estensione fisica e spaziale, abolendo la frontiera che separa lo spazio virtuale da quello reale. La danza nel lavoro di Wolf Ka, dopo essersi emancipata dalla narrazione, è libera di lavorare su scritture fisiche che mettono in rilevo lo spazio, il tempo ed il corpo stesso. Una relazione tra la geometria, il movimento e l’ambiente, creando immagini vive, rendendo visibile l’invisibile e prolungando sullo schermo l’intervento dell’uomo sullo spazio.

Ideazione, Coreografia, Architettura Wolf Ka, Res Publica
Dispositivo audio-tattile Lynn Pook, Julien Clauss
Programmazione visiva Wolf Ka, Douglas Edric Stanley
danza Maria Donata D’Urso
Assistenti di programmazione Stephane Cousot, Fabien Artal, Stefan Schwabe
Realizzazione dell’architettura Didier Gugole, Pierre Lambert, Wolf Ka
Costume interattivo Wolf Ka, Maurin Donneaud
Con il contributo di Ministero della cultura e della comunicazione CNC/ DICREAM
Coproduzione Arcadi, Festival Scopitone
Sponsor Giscosa, Spagna
Con il sostegno di L’Ecole National Supérieure de Création Industrielle (ENSCI), La Maison Pop, Le CCN d’Aix en Provence – Pavillon Noir, Ecole de Beaux Arts d’Aix-en-Provence.
Ringraziamenti Ivo Flammer, Claire Petetin, Uros Petrevski, Ivo Flammer, Pierre Lambert, Unal Tok, Nicolas Tilly

 

Res Publica_Wolf KaFestival 2008

Rosa Casado

Rosa Casado, giovane performer madrilena, crea azioni sceniche originali e interattive intorno a tematiche sociali e ambientali.
Il suo lavoro artistico è incentrato sulla riscrittura della realtà e sulla decontestualizzazione dell’ordinario per renderlo straordinario.
Esplorando nuovi modi di agire e di pensare e sviluppando un approccio interdisciplinare alla scena, la Casado collabora con divewrsi progetti artistici nel mondo, come Natasha Project/Art Saves Life, Magdalena Project e Strange paradise.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione 2008 con Well-being & welfare, nel 2009 con L’essere umano perfetto e nel 2007 con Paradise 2. The incessant sound of a fallen tree e Las sin tierra. 7 intentos de cruzar e estrecho

Well-being & welfare

L’azione scenica WELL-BEING & WELFARE è un gioco collettivo, una riflessione sul progresso, le sue regole, i suoi effetti, l’accumulo che il suo incedere produce.
Rosa Casado lavora sulla messa in scena in modo percettivo ed intuitivo dell’influenza che l’uomo ha sulla realtà attraverso l’uso di oggetti quotidiani come i giocattoli: su di un piano vengono posizionati e continuamente spostati dei pupazzetti di plastica, secondo regole dettate dall’artista. Il pubblico ha la possibilità di interagire con la scena ed aggiungere, cambiare e trasformare la performance, le sue dinamiche ed i suoi elementi. Una provocazione all’azione, un’interattività desiderata e realizzata che rende i passanti spettatori e gli spettatori attori e giocatori. I pupazzetti di plastica saranno sempre accompagnati da etichette con le loro definizioni, le descrizioni delle loro posizioni, delle regole con cui possono essere mossi.
In questo modo l’autonomia del pubblico nella conduzione del gioco sarà totale; il processo e lo sviluppo dell’azione saranno nelle mani di chi guarda e decide di agire.
La performance durerà il tempo del Festival; occuperà lo spazio della città; impiegherà le persone intorno. Tutti coinvolti nel gioco dello stare bene.

Rosa CasadoFestival 2008

 

La neve / Ice cream for everyone

Invitato da Inteatro a creare un evento unico all’interno del Festival, l’ecclettico Benjamin Verdonck, artista belga che da anni collabora con Inteatro realizzando performance di assoluta originalità, ha ideato un’azione performativa nello spazio pubblico: all’interno di un antico cubicolo creato per conservare la neve in inverno e produrre ghiaccio in estate in lontani tempi privi di refrigerazione elettrica, Verdonck coinvolgerà il pubblico in un insolito momento comunitario, recuperando una tradizione ormai scomparsa.

“Una volta sono stato invitato a cafè (ndr il famoso “Le duex magots” di Parigi) da Jan Bucquoy, un cineaste belga famoso per le sue provocazioni, ordinando del carpaccio di carne Jan mi disse – L’Anarchismo è una bistecca per tutti-.” Da qui l’idea del titolo “gelato per tutti”.

Ideazione Benjamin Verdonck & Valentine Kempinck
Con la collaborazione artistica di Geert Opsomer & Séba Hendrickx
Supporto tecnico Karel Clemminck
Produzione Toneelhuis, KVS, Campo & Inteatro Festival

 

Benjamin VerdonckFestival 2008

Tentativi di volo

Tentativi di volo è uno spettacolo visibile all’interno di una camera oscura che contiene un pubblico di venti spettatori, uno schermo e un proiettore.
la visione in diretta, in tempo reale, dell’azione scenica che si svolge all’esterno della camera avviene tramite la proiezione delle immagini sullo schermo. Il lavoro ruota attorno al particolare ricordo che lascia l’esperienza del volo notturno al risveglio, quando nel sogno la carne assume una leggerezza in dequilibrio con il peso dell’aria, continuamente minacciato dalla caduta, continuamente trasportato verso l’alto…
Il tema delv olo e della sospensione dei corpi attraversa tutta l’opera di Goya, dalle Incisioni fino alle Pitture nere; partendo da queste immagini lo spettacolo persegue un effetto caricaturale, distorto, che esprime una diversa gravità, che si scontra con ogni legge fisica.
Servendosi di stimolazioni visive e uditive che manipolano l’attenzione del pubblico, generando un effetto sinestetico in cui il suono scaturisce dalle immagini e in cui la vista è un atto di creazione.

regia e camera ottica di Alessandro Panzavolta
con Roberta Galassini, Sara Masotti, Valentina Parmigiani, Angela Longo
datore luci Francesco Antonelli
oggetti di scena Roberta Galassini, Sara Masotti, Francesco Antonelli
suoni Alessandro Panzavolta
fotografie Cesare Fabbri
produzione Orthographe, Inteatro, Spielart Factory – Munich, Rotterdamse Schouwburg, Pumpenhaus Münster
finanziato dalla Fondazione per la Cultura della Germania Federale, con il supporto di Allianz-Kulturstiftung
con il contributo di Movin’up
un ringraziamento speciale a Lorenzo Senni, al Teatro delle Albe e a tutta la squadra tecnica

 

OrthographeFestival 2008

 

How do you like my landscape

Con How do you like my landascape, Manah Depauw e Bernard Van Eeghem si servono della propria straordinaria immaginazione per ridefinire il ruolo e la posizione occupati dal corpo umano all’interno della società contemporanea, la quale è vittima di una visione puritana e di una forte influenza da parte del sistema politico. Attraverso una lieve manipolazione, la Depauw e Van Eeghem sradicano il corpo umano dal suo contesto naturale e lo collocano in una serie di situazioni inaspettate: i quattro episodi di cui si compone lo spettacolo hanno luogo intorno ad un paesaggio in cui l’apparente tranquillità ha l’unico scopo di camuffare le terribili bestie, le ombre, le catastrofi imminenti. Il pubblico è spettatore di un mondo che trasforma se stesso, un mondo che si evolve e si sviluppa durante le quattro fasi dello spettacolo. Gli episodi tratteranno rispettivamente i seguenti temi: la Genesi, la Nascita dell’uomo, la Bestia e l’Apocalisse.

Creato da Manah Depauw & Bernard Van Eeghem
Eseguito da Manah Depauw & Carlos Pez Gonzàlez
Supporto tecnico Stéphane Vernimmen
Produzione DE BANK/ Victoria
Distribuzione Margarita Production

 

Manah Depauw / Bernard Van EeghemFestival 2008

Manah Depauw / Bernard Van Eeghem

Nel 2002 Manah Depauw ha fondato con Marijs Boulogne la compagnia Beulens Paulina cie ed il loro spettacolo mistico-bizzarro Endless Medication è stato accolto da numerosissimi Festival in tutta Europa. Nel 2004, su invito del Kunsten Festival des Arts, la Depauw e la Boulogne hanno creato Good Habits, un’opera da loro stesse definita “un manuale teatrale per rendere più serena la morte”. Nel 2007 Manah ha scritto, diretto e interpretato Lichaamoshof e ha realizzato la video-installazione Bed. Insieme all’artista Bernard Van Eeghem, la Depauw ha creato All Along The Watchtower e How do you like my landscape.

Bernard Van Eeghem in un’intervista di qualche anno fa ha dichiarato che “l’architettura è la madre di tutte le arti”. Questa concezione gli appartiene fin da quando ha iniziato i suoi studi di architettura negli anni ’70. Dopo molti anni, questo spirito di “Gesammtkunstwerk” non sembra ancora averlo abbandonato e Van Eeghem ha dato il via ad un viaggio che si svolge in una terra di confine, uno spazio fra il teatro, la performance e le arti visive. Quest’area di confine non è né un muro di pietra né una cortina di ferro ma è uno spazio aperto, fertile, situato nelle profondità dei boschi.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione 2008 con How do you like my landscape

Concerto per voce e musiche sintetiche

Una storia, quella di un cammino percorso nell’acqua e nella sua assenza.
Una riflessione personale sulla straordinaria bellezza e forza di questo elemento attraverso la musica, l’immagine, il canto e il corpo.
Il nostro desiderio è di appassionare chi osserva alla purezza e all’energia vitale dell’acqua fino al parossismo, per poi precipitare nella sua mancanza. Lo spettatore, allora, non potrà far altro che osservare il paesaggio arido, la terra attraversata dal vento.
Ogni componente della scena subirà progressivamente una metamorfosi, evocazione di un passaggio, di un cambiamento del quale alla fine non rimarrà altro che una negazione.
Ma quando tutto sembrerà morire, fuori, un microcosmo rimane in vita.
Il percorso tentato è un ritorno alla sintesi, all’artificio tra corpo, voce, suoni, ambienti virtuali e scatole luminose. È un esperimento coreo-sonoro in cui fonti luminose,immagini olografiche, suoni campionati direttamente in scena ed elementi naturali rendono il luogo della scena una lanterna magica di grandi dimensioni.

Ideazione Diana Arbib, Luca Brinchi, Maria Carmela Milano, Dario Salvagnini, Pasquale Tricoci, Roberta Zanardo
partitura sonora ed elaborazione dal vivo Dario Salvagnini
elaborazione video dal vivo Diana Arbib, Luca Brinchi e Pasquale Tricoci
voce e corpo Roberta Zanardo
disegno luci Maria Carmela Milano
realizzazione costume di scena: Maria Carmela Milano, in collaborazione con Fiamma Benvignati
visual designer 3D: Piero Fragola.
organizzazione: Elena Lamberti.
fotografie di scena: Laura Arlotti.
produzione: santasangre 2008
co-produzione : Romaeuropa Festivalal     Sistema Teatro Marche / Inteatro
in collaborazione con Città di Ebla
con il sostegno di AgoràKajSkenè Aksé Crono 2008
Vincitore di NUOVE CREATIVITA’ / con il sostegno di ETI Ente Teatrale Italiano. 

 

SantasangreFestival 2008