Dalle testimonianze dei processi inquisitori di tutta Europa risulta che le streghe raggiungessero i loro convegni diabolici levandosi in volo nel silenzio della notte profonda. Dopo aver attraversato muri e porte chiuse, percorrevano spazi sterminati a cavallo di un bastone o sotto forma animalesca.
Avevano il potere di uccidere e di guarire, divoravano bambini e ne ricavavano unguenti, potevano indurre cecità e pazzia, toglievano il latte alle vacche, distruggevano i raccolti, riportavano in vita gli animali ricostruendone le ossa.
Dietro all’immagine del sabba demoniaco, antropofago, magico e violento, si intravede l’eco stravolta di un culto estatico dominato da una misteriosa dea notturna dai molti nomi e connesso a una cerimonia per la fertilità della terra.
Se la possessione viene spesso considerata come la visita di una entità divina tra gli esseri umani, l’estasi al contrario è un viaggio di ascesa celeste o di discesa infernale dell’anima umana fuori dal corpo.
Da questo concetto di corpo “in spirito”, nasce l’idea di una coreografia che tesse le trame di un sabba immaginato.