I’ll do, I’ll do, I’ll do

Dalle testimonianze dei processi inquisitori di tutta Europa risulta che le streghe raggiungessero i loro convegni diabolici levandosi in volo nel silenzio della notte profonda. Dopo aver attraversato muri e porte chiuse, percorrevano spazi sterminati a cavallo di un bastone o sotto forma animalesca.
Avevano il potere di uccidere e di guarire, divoravano bambini e ne ricavavano unguenti, potevano indurre cecità e pazzia, toglievano il latte alle vacche, distruggevano i raccolti, riportavano in vita gli animali ricostruendone le ossa.
Dietro all’immagine del sabba demoniaco, antropofago, magico e violento, si intravede l’eco stravolta di un culto estatico dominato da una misteriosa dea notturna dai molti nomi e connesso a una cerimonia per la fertilità della terra.
Se la possessione viene spesso considerata come la visita di una entità divina tra gli esseri umani, l’estasi al contrario è un viaggio di ascesa celeste o di discesa infernale dell’anima umana fuori dal corpo.
Da questo concetto di corpo “in spirito”, nasce l’idea di una coreografia che tesse le trame di un sabba immaginato.

di Dewey Dell
coreografia, con Teodora Castellucci
assistente alla coreografia, produzione Agata Castellucci
musica originale Demetrio Castellucci
disegno delle luci, direzione tecnica Vito Matera
produzione Dewey Dell

Dewey Dell – Festival 2022