Con uno sguardo critico e attento alle televendite televisive, il testo che accompagna la danza del pluripremiato e ironico What happened in Torino è una libera traduzione dell’icona delle televendite Vanna Marchi, controversa figura degli anni ’90 famosa per i metodi di vendita non convenzionali e dal carattere assai esuberante. What happened in Torino è una sorta di sfida coreografica che permette al corpo del danzatore di rivelarsi in tutta la sua eccentrica e stravagante unicità piuttosto che guidarlo in percorsi conosciuti e prestabiliti senza però sacrificare il piacere della composizione, dell’esecuzione esatta e delle fredde decisioni prese dopo aver osservato il materiale. Il risultato è un viaggio attraverso l’espressione fisica e gli stati mentali in una continua lotta tra l’ambizione di essere osservato e l’angoscia dell’essere puro oggetto-merce, tra il desiderio di movimento e il senso di prigionia causato dallo sguardo altrui, tra l’essere animale o gioiello. Un po’ come avveniva e accade tuttora nelle televendite televisive.