I trionfi del teatro come potenza passiva, colpa e sconfitta
L’incontro con Leopold Von Sacher – Masoch era inevitabile per la Socìetas Raffaello Sanzio, se è vero che da Santa Sofia (1985) in poi lo schema fantasmatico e mitico dell’attore è stato quello della “colpa” di abitare il palcoscenico; colpa che viene ogni volta rivelata, così come la ripetizione infinita è propria del masochista. È grazie al punto di vista del masochismo che si può scandagliare il senso del palco, là dove il rifiuto, la sconfitta e l’umiliazione vengono messe in luce come potenza del teatro. Ed è sotto il segno della frusta vibrata dalla donna, che Masoch intende punire la propria somiglianza con il padre. La colpa è la particolare forma del suo trionfo. È con una madre “orale” che si può maternizzare l’oralità verbale dell’attore, e restituirgli un’autonomia rispetto al padre che, nella fattispecie, è l’autore.