Under the influence è il tentativo di ricostruzione dopo un crollo.
Ricostruire un attimo di splendore, l’acme lontana che rappresenti un risveglio per questi personaggi dormienti e in conflitto col vuoto che li abita.
Lo spazio attorno non è che la proiezione di un paesaggio interiore, e il ritmo ordinario dell’azione è l’espressione di un invisibile, di uno stato sconosciuto.
I soggetti in scena non sono liberi, non hanno scelto il luogo in cui nascere nè il loro nome, si muovono in un perimetro all’interno del quale tentano di ristabilire una relazione fisica ed emotiva.
Cosa manca? Come trovare uno spazio di libertà?
Domande nate dalla fame di esprimere un’interiorità che non è riuscita a trovare un canale d’accesso, distruggendo tutto.