Il solo Occhio di Bue tratta delle complesse relazioni di potere che si instaurano, durante uno spettacolo, tra un danzatore, un coreografo e il pubblico. Creato originariamente nel 2016, appositamente per l’antico teatrino reale di Agliè (Piemonte), il lavoro è stato successivamente adattato a spazi più tradizionali, dopo il debutto al Festival “Teatro a Corte”.
Quando un danzatore è sul palco, a chi obbedisce? Al coreografo o alla propria logica e istinto? E quando il creatore e l’interprete sono la stessa persona, quale dei due prevale?
Con uno sguardo ironico e leggero, Martini mette in discussione il suo ruolo e la sua posizione nel mondo della danza.