Bernadetje

La scena è una vera pista d’autoscontro, con il pavimento d’acciaio, le linee elettriche e cinque automobiline che costituiscono il cuore della “fiera” ma che sono anche una metafora della strada, della città, della discoteca, di qualsiasi luogo di raduno adatto per scroccare una sigaretta, per mettersi in mostra sul bordo della pista, per misurarsi con tutto e con tutti.
Alain Platel e Arne Sierens usano questo sfondo per parlarci di una sorta di piccola Bernadette di Lourdes forse trapiantata a Las Vegas, anche lei innocente tra le innocenti. Che visioni potrà mai avere oggi questa piccola silhouette con il vestito della prima comunione?
Bernadetje non assomiglia a nessun altro spettacolo. Realistico fino all’eccesso con le macchinine che girano e si tamponano nella pista ed al tempo stesso astratto e stilizzato. Ma con un ritmo così indiavolato che il pubblico non può fare a meno di desiderare di prendere parte al gioco e lanciarsi nella pista per fare un giro sulle automobiline.

di alain platel, arne sierens
con lies pawels, dirk pauwels, an pierlè & hakim boulyou, anna buyssens, simon dhanens, frederik debrock, titus devoogdt, seline de cloet, laura neyskens, melanie nunes, magdalena przybylek, nejla yilmaz, antoine vereecke, hannelore venheerswynghels
scene pol heyvaert
realizzazione piet depoortere, herman de roover, johan lanoo
costumi pynoo
luci philippe digneffe, dj timme

Festival 1997Alain Platel_Victoria