Wewilllivestorm

Il presupposto di base è la critica all’opera di W. Carlos Williams: “Non ci sono idee, eccetto quelle all’interno delle cose stesse”. Mostrando materiali inutili, vogliamo creare un punto di vista alternativo: quando si lavora con materiali di valore, si apprezza l’opera secondo una definizione familiare di qualità. E la nozione di qualità neutralizza la propria libertà. Io cerco di destabilizzare le definizioni radicate. Voglio creare la possibilità di trattare qualità e valore in modo diverso.
Ci sono due esemplari di ogni oggetto, che si avvicinano costantemente l’uno all’altro. Questo è ciò che lo spettacolo vuole mostrare: l’andare ed il tornare da un estremo all’altro, con infinite possibilità tra i due punti. Io non parlo; piuttosto voglio che siano gli oggetti a parlare. Non voglio fingere nulla. Voglio rimanere nello spazio tra il per e il contro, il si e il no, il duro ed il morbido, tra la ribellione e il conformismo. Io non sono il punto di vista di una narrazione. Non sono un politico. Non rappresento nulla e la mia opera non è una critica istituzionale o commerciale. Non intendo essere contro nulla. Voglio semplicemente mostrare qualcosa.
In questo momento tutto gira attorno all’offerta e alla generosità. Dare diventa un’alternativa al consumo, un formalizzato impegno politico. Dare diventa un atto sovversivo, un’opportunità di offrire una resistenza.

di_Benjamin Verdonck e Valentine Kempinck
con_Benjamin Verdonck, Herman Verdonck
musiche_Miguel Horacio Sosa
produzione_Nieuwpoorttheater

 

Benjamin VerdonckFestival 2006