Doma

La figura che appare indossa un codice di condotta, un cifrario di portamenti fondati sull’assetto fisico e sul movimento equino. La disciplina impone un’attitudine particolare, una flessione degli arti inferiori e una deformazione del cammino. Il modello spastico, l’equinismo sviluppa andature in sequenze libere d’impulsi e cadenze ritmiche del passo. La specificità della modulazione sottomette la figura ad un atteggiamento determinato ed elegante.
Il rigore stilistico a cui si aderisce abbandona la rappresentazione mimetica dell’esercizio attraverso un dominio, un controllo distillato dei singoli pezzi, arti animati. La figura si presenta divisa, frazionata, separata in parti. Il giogo del tempo e il movimento isolato dell’arto, qui, sintetizzano la realtà per generare segni, linee, materia. La considerazione titola una forma animale e non l’animale come forma.
Il motore di queste azioni ha origine nella somiglianza più profonda, in un tratto distintivo che fa ritrovare o emergere dalla figura umana il suo spirito animale. Non interessano combinazioni di forme eccentriche, stravaganti ma fatti comuni all’uomo e all’animale.
Il suono parla della figura e la figura parla del suono. Nelle due tracce non c’è unione, l’immagine s’incurva e si flette sotto i rispettivi pesi.

ideato ed espresso da_Sonia Brunelli
Prodotto in collaborazione con: Inteatrofestival, Cango-Cantieri Goldonetta Firenze, Drodesera > Centrale Fies, Xing (l’azione è partecipante al concorso GD’A 05/06)

 

Sonia BrunelliFestival 2006