I Am A Problem

I Am A Problem (Io sono un problema) indaga la complessità della mente umana piena di contraddizioni e incoerenze. Quotidianamente conviviamo con contraddizioni interne. Quante volte le nostre azioni vanno contro i nostri pensieri? Quante volte i nostri sentimenti contrastano con i nostri principi e le nostre convinzioni? È possibile accettare il fatto di essere più di una cosa sola? È facile perdere sé stessi nel rifiuto delle nostre contraddizioni interne, di quelle degli altri e di quelle presenti nella società in cui viviamo.

Senza rivelare le motivazioni psicologiche dei nostri comportamenti, I Am A Problem vuole portare lo spettatore a identificarsi con i flussi di pensieri narrati dagli interpreti e lasciare spazio all’interpretazione per tutti coloro che desiderano mettersi in discussione.

coreografia/ideazione Simone Donati
performers Simone Donati, Stephen Quildan
musica Atmo Music Productions, instrumental cover of “The end of the World” by Skeeter Davis
video filming Walter Molfese, Black Aurora Films
testo Simone Donati, Stephen Quildan
creato con il sostegno di Oriente Occidente

Simone DonatiFestival 2023

PheNoumenon 360°

T.H.E Dance Company presenta PheNoumenon, la prima esperienza di danza in realtà virtuale a 360°. Grazie al visore VR, il pubblico viene trasportato sul palcoscenico accanto ai danzatori.
Oltre all’esperienza visiva, anche il suono è trasmesso a 360° e grazie al rilevamento dei movimenti della testa, si sposta in base ai movimenti dello spetattore, imitando un’esperienza audio reale. L’immersione totale nel mondo di PheNoumenon avviene anche attraverso un profumo progettato appositamente. Il pubblico viene introdotto all’esperienza con un breve tutorial iniziale per rendere la visione piacevole e senza intoppi.
Lo spettacolo è suddiviso in 6 scene principali, nel caso in cui fosse necessaria di una pausa per far riposare gli occhi!

direzione artistica, coreografia e direzione cinematografica Kuik Swee Boon
performers Anthea Seah, Brandon Khoo, Ng Zu You, Nah Jieying, Klievert Jon Mendoza, Fiona Thng
artista del suono e compositore Kent Lee
sound and systems design Guo Ningru
disegno luci Adrian Tan
costumista & body artist Loo An Ni
produzione Stage Manager Tennie Su
partner di tecnologia immersiva Hiverlab Pte Ltd

T.H.E. Dance CompanyFestival 2021

Camminare in uno spazio tra linee

Camminare in mezzo ad uno spazio fra linee è uno tsubo: uno dei 361 punti localizzati sul derma e collegati attraverso il sistema neurovegetativo a uno o più organi interni, in quel tessuto di terminazioni nervose che è il corpo umano.
Camminare in mezzo ad uno spazio fra linee si trova tra il primo e il secondo dito del piede, al principio del canale del fegato.
Il fegato é un generale ben organizzato, un maestro illuminato che dirige la distribuzione delle idee e sottomette l’energia in eccesso.
Se lo spirito non può essere udito con le orecchie allora esso non può essere espresso con la bocca; soltanto il corpo può esprimere tutto ciò che può essere considerato.
Per una sospensione del tempo.
Per una condivisione di pratiche collettiva. Per una contaminazione della presenza. Per un farsi corpo.
Esercizi di linkaggio:
spazio compreso tra 4 colonne / Apollo / far marciare / infanti paffuti / maestro e allievo

azione performativa site specific e time specific ricerca parte del progetto “Benvenuto Umano”

Concept e regia Francesca Pennini
Dramaturg Angelo Pedroni
Co-produzione CollettivO CineticO, Inteatro Festival

Festival 2017CollettivO CineticO

Il giardino delle delizie

Ne Il giardino delle delizie Corsetti parla della natura ed in particolare della natura umana. Rapporti naturali, parentela, attrazione, repulsione, somiglianza, dissimiglianza, tutto ciò che naturalmente si prova ed accade nel rapportarsi con il mondo esterno a noi viene esplorato in questo spettacolo che evidenzia in definitiva l’impossibilità di appartenere a luoghi, cose o persone.
Attraverso una trama primaria, e dei personaggi che cercano di disegnarsi un’interiorità impossibile, il racconto parte da un’interno, luogo dei rapporti familiari e della somiglianza, il centro del dramma, e arriva al mare, luogo della dispersione e della perdita. La vicenda si compie nel corso di una lunga notte, in una atmosfera rarefatta ed onirica, coinvolgendo personaggi enigmatici come “quello che non sa iniziare”, “la ragazza che non riesce mai a partire”, “il profugo”, in uno spettacolo sullo spaesamento e l’allontanamento come esperienza costante.

Di Giorgio Barberio corsetti
Con Gabriele benedetti, Milena Costanzo, Alessandra Lanza, Federica Santoro, Tonino taiuti
Musiche originali di Daniel Bacalov
Scenografia Giorgio Barberio corsetti e mariano lucci
Disegno luci di Stefano Pirandello
Regia Coproduzione compagnia Giorgio Barberio corsetti – crt Milano
In collaborazione con Taormina arte

Festival 1991Giorgio Barberio Corsetti

D.V.A. (Dudoso Valor Artistico)

Originale fusione di teatro di strada e danza contemporanea.
La maestria della coreografa Sol Picò e la creatività esuberante della compagnia teatrale La Danaus fomrano una perfetta simbiosi per uno spettacolo di strada grintoso, ricco e coinvolgente per la grande varietà di elementi ed effetti, divertente per interpretazione e personaggi, corrosiva nel contenuto. DVA si articola attraverso una parata per le strade di Polverigi con spettacolo finale nella piazza dove, al ritmo della musica dal vivo, si realizza un rituale coreografico con 4 ballerine, 4 attori ed una struttura semovente alta 5 metri realizzata dall’artista Oscar De Paz.

AUTORI SOL PICÓ E KIKE BLANCO
COREOGRAFIA E REGIA SOL PICÓ E KIKE BLANCO
INTERPRETI ROBERTO GÓMEZ, KIKE BLANCO, DAVID CLIMENT, JOAN MANRIQUE, MARIBEL MARTINEZ, SONIA GONZÁLEZ
MUSICA MIREIA TEJERO, CARLOS LOPEZ
TECNICI DI SCENA BEATRIZ GONÁLEZ, CRISTINA TASCÓN

Festival 2001Sol Picò / La Danaus

Il brutto @natroccolo

“Abbiamo scelto una modalità multimediale per dare corpo alla storia del brutto anatroccolo e alle sue voci. Pertanto attraverso una scenografia virtuale costituita da immagini elaborate al computer e proiettati dall’alto su un pavimento di linoleum, il danzatore attore Alessandro Certini non interagirà solo con le parol, ma agirà la favola con il movimento della danza contemporanea, con la musica dal vivo e alcuni oggetti di scena, così da articolare la percezione di ciò che si ritiene “naturale” e contattare l’immaginario attraverso un percorso analogico. L’intento complessivo è sperimentare come una serie di linguaggi contemporanei siano strumenti necessari e privilegiati per interagire con il mondo dei bambini di oggi e riescano ad accompagnarli non solo sui percorsi antichi ma anche su quelli che ai nostri giorni stanno attraversando le favole.”

regia Francesco Gandi, Davide Venturini
liberamente tratto dalla fiaba di Hans Christian Andersen
con Alessandro certini
musiche spartaco cortesi
scenen livia cortesi
elaborazioni multimediali Federico bucalossi, elsa Mersi
cura dei testi Stefania Zampina

 

Festival 2002TPO

Doma

La figura che appare indossa un codice di condotta, un cifrario di portamenti fondati sull’assetto fisico e sul movimento equino. La disciplina impone un’attitudine particolare, una flessione degli arti inferiori e una deformazione del cammino. Il modello spastico, l’equinismo sviluppa andature in sequenze libere d’impulsi e cadenze ritmiche del passo. La specificità della modulazione sottomette la figura ad un atteggiamento determinato ed elegante.
Il rigore stilistico a cui si aderisce abbandona la rappresentazione mimetica dell’esercizio attraverso un dominio, un controllo distillato dei singoli pezzi, arti animati. La figura si presenta divisa, frazionata, separata in parti. Il giogo del tempo e il movimento isolato dell’arto, qui, sintetizzano la realtà per generare segni, linee, materia. La considerazione titola una forma animale e non l’animale come forma.
Il motore di queste azioni ha origine nella somiglianza più profonda, in un tratto distintivo che fa ritrovare o emergere dalla figura umana il suo spirito animale. Non interessano combinazioni di forme eccentriche, stravaganti ma fatti comuni all’uomo e all’animale.
Il suono parla della figura e la figura parla del suono. Nelle due tracce non c’è unione, l’immagine s’incurva e si flette sotto i rispettivi pesi.

ideato ed espresso da_Sonia Brunelli
Prodotto in collaborazione con: Inteatrofestival, Cango-Cantieri Goldonetta Firenze, Drodesera > Centrale Fies, Xing (l’azione è partecipante al concorso GD’A 05/06)

 

Sonia BrunelliFestival 2006

Mercan Dede

Mercan Dede è nato in Turchia, ma è in Canada, sua seconda patria, che ha sviluppato la propria arte. Da Istanbul a Saskatoon, Mercan Dede porta con sè i contrasti della cultura di migrante, fondendo nella sua arte le tradizioni medio-orientali, le avanzate tecniche elettroniche, la sapienza sufi e lo stile tribal-house.
Debutta come Mercan Dede (dede in turco significa nonno) nel 1987 col suo primo album Sufi dreams e si stabilisce poi a Montreal dove studia e poi insegna al Concordia College. Forma il suo primo gruppo nel 1997 e pubblica Journeys of a Dervish (Golden Horn, 1999), Seyahatname (Doublemoon, 2001) e Nar (Doublemoon, 2002).
Seguono documentari, concerti, trasmissioni televisive e collaborazioni con danzatori e attori. Come Mercan Dede e come Dj Arkin Allen ha presenziato a manifestazioni importanti in tutto il mondo.
Dede è stato nominato dal Ministero della Cultura Turco direttore musicale del Guldestan Project, destinato a rappresentare la cultura e l’arte turca nel mondo.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione 2008 con Secret tribe in concerto