In Tahrir. Studio sulle tracce di Gihan parla di una giovane giornalista egiziana nel momento più importante della sua vita, quando in un giorno di primavera la Storia le chiede di fare una scelta: se e come rapportarsi agli eventi che stanno sconvolgendo il suo Paese.
Un racconto istintivo, frammentato e polifonico messo insieme da chi guarda “da Occidente” attraverso le tracce che la ragazza ha lasciato in rete – fotografie, video, suoni, tweet, mail. Con un suggestivo impianto visivo e sonoro, i Muta Imago portano in scena le prospettive, le storie, le speranze, le miserie e le manipolazioni di una primavera di libertà, senza alcuna pretesa di spiegare, commentare, ricostruire la Storia “come propriamente è stata”, ma piuttosto per comprendere meglio dove siamo e da dove guardiamo.