Nonsostare

Nonsostare è uno studio sulla capacità di percepire il tempo.
Il lavoro parte dall’idea di un paradosso in cui i corpi, col loro movimento, tendono a confondere presente, passato e futuro. L’intero sistema spazio-temporale si avvicina al suo limite, gli intervalli tra un’azione e l’altra sono sempre più brevi, lo spazio si riduce e si dilata diventando il luogo in cui ognuno tende, con vari gradi di approssimazione, a posizionarsi nel migliore dei tempi possibili.
Gli interpreti, pur essendo presenti in scena nello stesso momento, sembrano attraversare varchi e gap temporali che ne modificano la consistenza corporea.
Emergono e scompaiono, accumulando al suolo la parte greve del loro peso così da far evaporare le polveri più sottili in un gioco di luce ed effetti visivi estremamente suggestivo.

Idea: Idea Chiara Frigo – Interpreti:  Matteo Bologna, Marta Ciappina, Chiara Frigo, Fabio Pagano – Disegno sonoro: Mauro Casappa – Drammaturgia: Riccardo de Torrebruna – Disegno luci: Leonardo Benetollo – Scenografia: R&G Group
Con il sostegno di: Operaestate Festival Veneto, The Place (UK), Dansateliers (NL), Dansescenen (DK), Paso a 2-Certamen Coreogràfico de Madrid (ES), Dance Week Festival (HR), Amat Marche (Teatro Annibal Caro Civitanova Marche), Duncan 3.0 (Roma)
Finalista Premio Equilibrio 2010, Auditorium Parco della Musica (Roma)

 

Chiara FrigoFestival 2010

Fino a quando ti muovi

Fino a quando ti muovi è un’installazione interattiva; un dialogo muto con lo spettatore. Un video di lettere che si muovono, girano, ruotano, appaiono e scompaiono viene trasformato all’improvviso dallo spettatore, il suo movimento e il suo sostare vengono decodificati in real-time da una web-cam. Nell’attimo in cui si sceglie di stare a guardare, di aspettare che si sveli qualcosa, le lettere si compongono in una domanda che esiste fino a quando ti muovi. Muoversi, stare, muoversi ancora, fra lettere che si scompongono in volo per poi ricomporsi in nuove domande.
Il tempo dell’installazione è totalmente dettato dallo spettatore, qui l’azione non è solo il vedere ma è scegliere il punto di vista, non è il dare risposte ma porre domande, non è il gesto dell’artista ma quello dello spettatore. Le domande vertono sulla coordinazione di mente e corpo: volutamente quotidiane, celano o palesano la relazione fra il movimento e il pensiero, fra lo spazio dell’azione e lo spazio intimo.

Di: Filippo Andreatta e Ilaria Mancia – progetto sviluppato con: Klaus Obermaier, presso l’Università IUAV di Venezia, Facoltà di Arti e Design

 

OHT | Office for a Human TheatreFestival 2010

Adamo’s home project # Polverigi

Adamo è l’inizio. La sua dimora è psicologica e fisica.
La sua casa è il nostro bisogno di abitare, il luogo in cui l’architettura non ha ragion d’essere perché manca “l’altro” a cui mostrarla, manca “l’altro” da cui proteggersi.
Se abitare è uno dei bisogni fondamentali dell’uomo, soddisfare questo bisogno significa risalire all’archetipo: alla casa di Adamo. La sua casa come luogo di nascita perduto contrapposto alla casa senza radici della società postindustriale.
Crolli, cedimenti, esplosioni e polvere non vanno intesi come fallimento ma come pura forza creatrice.
La ricerca di Portage – progetto artistico nato nel 2004 dall’incontro di Enrico Gaido e Alessandra Lappano – si è sviluppata attorno al concetto di “crollo” analizzato dal punto di vista del rapporto dell’uomo con la propria contemporaneità. L’ “incidente” rompe la causalità che scandisce la vita quotidiana.
I Portage hanno cercato spesso di visualizzare il concetto di “incidente”, grazie all’invenzione di dispositivi scenici che provocano micro esplosioni in scena. Adamo’s Home fa riferimento alla mitologia del costruire, riflettere sulla “casa di Adamo in Paradiso” non è altro che affrontare in maniera diretta le ragioni del costruire e dell’abitare, in rapporto a tutta la nostra vita.

Di e con di: Enrico Gaido e Alessandra Lappano – disegno luci e suoni: Yann Gioria 2009

 

PortageFestival 2010

Pompa pulveris

Pompa pulveris è un’apparizione notturna, improvvisa e inaspettata. Una parata di fantasmi – apparizioni umane, sonore – che invadono lo spazio lasciandolo poi  vuoto, nell’intenzione di creare « un letto per il fiume dello sguardo dello spettatore». Il pubblico assiste allo svolgersi longitudinale di uno scolo di presenze, che annunciano un passaggio, nella via vuota e deserta. Un gruppo di attori tesse una trama di voci, di suoni concreti (prodotti da armonium e altri oggetti costruiti) e di gesti che rimbalzano per la via, vicini e lontani.

un’ottima letteraFestival 2010

Made in paradise

Ci viene promesso il peggio… l’invasione… le donne velate… le orde barbariche… la perdita della nostra identità… lo choc dello scontro di civiltà. Prendiamo l’aereo, pensiamo a loro, i barbari, con i nostri liquidi e le nostre creme nei nostri sacchetti di plastica trasparente. Dall’11 settembre, l’Altro ha iniziato ad essere prepotentemente parte del nostro mondo.
Yan Duyvendak e Omar Ghayatt, rispettivamente performer svizzero e egiziano, si sono incontrati circa un anno fa, prima al Cairo, poi in Svizzera.
Hanno cominciato a guardare il mondo dell’Altro. E in questa preoccupazione dell’altro, c’è già qualcosa di tranquillizzante. Presentano dei frammenti in movimento perpetuo, sguardi, urla, forzature. Sarà compito dello spettatore dare vita ogni sera ad uno spettacolo diverso e irripetibile. La performance accoglie lo spettatore, lo invita a sedersi in uno spazio tra due
mondi un luogo per uscire dalle paure del presente e guardare con occhi diversi la realtà.
Cosa accade se guardando l’altro finiamo per vedere noi stessi?

Di: Yan Duyvendak, Omar Ghayatt e Nicole Borgeat – Con: Yan Duyvendak e Omar Ghayatt – Drammaturgia: Nicole Borgeat – Traduttori in scena: Iyas Jubeh Rinaldo Marasco – Scenografia: in collaborazione con Sylvie Kleiber – Graphic design: Nicolas Robel, B.u.L.b. Grafix – Amministrazione, produzione e diffusione: Morris Mendi; Nataly Sugnaux-Hernandez – Assistenza alla produzione: Emilie Nana, Sonia Rickli e Job Michael Rouamba – Tecnica: Gael Grivet – Produzione: Dreams Come True, Ginevra – Coproduzione: – Théâtre de l’Arsenic Losanna; Dampfzentrale Bern; GRÜ Ginevra; La Bâtie-Festival de Ginevra – Co-realizzazione: FRAC Alsace; Montévidéo, Marsiglia –
Con il supporto di: Fondo municipale d’arte contemporanea,
Ginevra; Repubblica e Cantone, Ginevra; Pro Helvetia, ufficio del Cairo;
Pro Helvetia – fondazione svizzera per la Cultura, Zurigo, la Loterie Romande; Valiart Bern;
ONDA Ufficio Nazionale per la Diffusione Artistica, Parigi

 

Yan Duyvendak / Omar GhayattFestival 2010

Un’antologia dell’ottimismo

Un’antologia dell’ottimismo è un progetto aperto. Dalla sua creazione nel 2009 gli autori hanno inviato, nei Paesi dove lo spettacolo è stato ospitato, una lettera ad intellettuali, artisti, giornalisti, politici, scienziati, chiedendo di partecipare alla “celebrazione preventiva dell’ottimismo critico”. La lettera chiede una risposta, un contributo. Questo contributo può essere espresso in modi diversi: un brano musicale, un oggetto, un breve  testo, un disegno, una pittura, un film, un video, o qualunque altra cosa.
La performance che verrà presentata a Polverigi fa parte di questa Antologia, ambiziosa raccolta di ciò che intendiamo oggi con il termine Ottimismo. Un processo di ricerca e di aggiornamento continuo sul concetto di ottimismo dal punto di vista sia personale che collettivo.

Di e con Pieter De Buysser e Jacob Wren – Produzione: Campo e Gent – Coproduzione: Linz 2009 Kulturhauptstadt Europas; Brut Wien; Camp X Kopenhagen e KunstenFestivalDesArts 2009

 

Jacob Wren / Pieter De BuysserFestival 2010

Fuck the crisis / let’s dance

“Cadaveri di discorsi, immondizia di parole …”, Heiner Muller
Maria Theodosiou propone una performance che si ispira alle immagini della Grecia durante la crisi, attraverso una ricerca sulle connessioni tra corpo e voce basata sull’interazione tra film, documentari filmati e performance dal vivo.  Sul palco scene di un mondo in crisi, in cui i corpi che agiscono e le parole trasmesse dalle televisioni appaiono distanti, nel tentativo di ritrovare, attraverso la performance, un’unità tra parola e corpo. Qual’è la storia? Che cos’è la crisi? Cos’è la parola?

con Maria Theodosiou e Amelia Prazak

Maria TheodosiouFestival 2012

 

E se…

E se…la scalinata di Palazzo dei Balconi diventasse un vero e proprio palcoscenico? I performers sotto la guida di Anna Vigeland e Serena Gatti danzano in un fluire senza meta, al richiamo di un clarinettista in cima al campanile retrostante.
Incroci, scontri di esistenze, su di uno scenario insolito. Ed è proprio questo il bello del teatro contemporaneo.
Lo spettacolo E se… è una danza sperimentale in continua evoluzione che propone come obiettivo lo studio del gesto, dove la musica rappresenta un’ estensione fondamentale per ricerca espressiva e diventa strumento di dialogo fra mondi interiori e realtà circostanti che quasi vengono abbattuti. La linea di confine tra spettatori e artisti, infatti, non esiste.

Serena Gatti / Anna VigelandFestival 2012

Suite-hope. Spettacolo per due interpreti e un popolo di carta

Suite-hope parte da una riflessione e da alcune domande legate al tema della speranza e della sua attualità nella realtà contemporanea. L’indagine inizia con un esodo, la partenza verso un altro luogo di esistenza possibile. Lo sforzo si concentra nel vedere il mondo in movimento, in una prospettiva di evoluzione che offra l’opportunità di ricreare se stessi, cambiare, perfezionarsi, oppure, inevitabilmente, cadere.
Ricerca avviata nel 2010 all’interno del progetto internazionale Tryptich, sostenuto da Operaestate Festival Veneto (Bassano del Grappa), Circuit-Est Centre Chorégraphique (Montréal) e Dance Centre (Vancouver).

ideazione Chiara Frigo – interpreti Chiara Frigo, Maru Rivas Medina –drammaturgia Riccardo de Torrebruna – disegno sonoro Mauro Casappa –disegno luci Moritz Zavan – musica Alva Noto, E. Brinkmann, N. Cave, L. Cohen, P. Gabriel – artista residente a La Caldera Barcelona 2011 – vincitore bando Reform / Danza 2011/2012 Pim off – Milano – in residenza pressoInteatro, Polverigi – con il sostegno di CSC Centro per la Scena Contemporanea – Operaestate Festival – coproduzione Associazione Culturale ZEBRA

 

Chiara FrigoFestival 2012

 

FM Silence

Solo percependo e attraversando il silenzio si possono incontrare le vibrazioni dell’altro.
Nell’ambiente intimo e domestico, ma al contempo misterioso, di una casa disabitata, un corpo immobile e silente tenterà di sintonizzarsi, come una radio, su diverse frequenze – spaziali, temporali, ritmiche, reali, irreali – per trovare la modalità migliore di incontro con il pubblico.
Un viaggio nel nero, nel vuoto, nella pelle, nel silenzio, nella notte, nell’oscuro essere invisibile, impercettibile ma presente, respiro.
“È fatale che tra loro nasca un silenzioso dialogo, che ha la stessa iridescenza del mare, in cui entrambi hanno deciso di scomparire. [Inoue Yasushi]

Ideazione e coreografia Alessia Lovreglio – con Alessia Lovreglio, Lara Russo, Maria Theodosiou, Edward Karow Wilson – composizione musicale Marialuisa Capurso (voce and loop station) – testi H.Bourne, Pablo Neruda, Madelaine L’Engle, Antonio del Prete – video Olivier Macchi, Nicoletta Scilimati – video danza Lara Virgulti | Inteatro – scenografia e sviluppo scenico Alessia Lovreglio, Amelia Prazak, Irina  Kondrashova – ideazione costumi Faye Michelle

Alessia Lovreglio – Festival 2012