Zambracca – casa del sogno

Un tavolo, due microfoni, tre persone. Una storia commovente ispirata a pensieri oscuri. Diretta e anarchica. Passato scintillante le forze nascoste della mente e corpo. Danza senza dubbi, ma danza all’interno di una dimensione che urta l‘occhio e rende tangibile la pressione dello spazio. Incanta.
Zambracca è un’ode all’immaginazione, nella quale tre danzatori attori si aiutano a vicenda nell’imparare a volare È un’ode che parla all’amicizia, al desiderio e alla fiducia.
Punto iniziale di questa serie sono le stanze del Vittoriale, residenza monumentale di Gabriele D’Annunzio sul lago di Garda. Non letteralmente la casa, ma in particolare la coordinazione degli oggetti e degli stili nelle stanze esageratamente arredate, nelle quali tutti gli aspetti sono collegati e assumono forme mitiche. Un punto di partenza di una visione panoramica confusa, dove si rimane intrappolati in lacrime, dubbi, finzioni della propria immaginazione, fantasie, strategie. In particolare il nome della produzione si ispira alla stanza di servizio che precede il reparto notte della casa, il cui nome deriva dal provenzale “zambra”, camera. Un sogno? Il lavoro di Raz non racconta la storia del mondo, non racconta verità, ma stimola la mente e invita gli spettatori a inventare le proprie storie.

Coreografia e Regia Hans Tuerlings
Musica Loek Dikker
Luci Niko Van Der Klugt
Con Gavin Louis, Karl Schappell, Erika Winkler

 

Festival 2002 Raz

Raz

Partita come piccola ed ostinata compagnia, nel corso degli anni, Raz ha sviluppato una individuale grammatica dei movimenti, occupando un suo posto nel teatro contemporaneo.
Nutrita del più grande rispetto per l’individuo e la sua unicità, Raz combina la fisicità con l’ambiguo fascino dell’espressione, una ineluttabile atmosfera ed una perturbante estetica. Nel legame tra forma ed assenza di forma, la danza crea movimenti che diventano significato, crea, cioè, una danza che si appella esplicitamente alla capacità umana di riflettere.
Grazie o a dispetto del fatto che Tuerlings pone la personalità dei danzatori al di sopra della loro abilità tecnica, Raz ha sviluppato un movimento che è deciso nella sua noncuranza, mentre attinge la sua forza ad una squisita capacità di essere nel momento. Nelle coreografie inoltre questo significativo movimento si lega alla parola, che ripone il suo effetto teatrale nella più disarmante semplicità – del resto Tuerling, in passato, ha creato ispirandosi a molteplici forme d’arte, dalla filosofia di Piet Mondriaan a quella di Nietzsche e Benjamin, dai lavori di Samuel Beckett alla scrittura di Céline fino alla pittura rinascimentale di Pontormo e Fiorentino.
Raz tende di preferenza a sviluppare i propri lavori come tappe successive, mentre Tuerlings, quando crea, lavora su una storia senza un canovaccio definitivo: sono infatti le associazioni e la continua trasformazione secondo delle logiche quasi oniriche a nutrire il suo ascolto, la sua visione, il suo disegno. In questa dinamica di creazione, egli elabora un movimento chiaro che, unito a frammenti testuali, consente al pubblico di penetrarne il pensiero: il lavoro di Raz infatti non si arroga il diritto di dire delle verità, ma stimola la mente ed invita il pubblico ad inventare le proprie storie.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione 2002 con Zambracca – casa del sogno

Brecht’s Dance – la danza del ribelle

Il fantasma di Brecht ci ha accompagnati nel lavoro drammaturgico.

Brecht feroce istruttore dell’ortodossia teatrale del proprio tempo. Spina critica nella analisi degli ordini sociali.
Brecht che con le proprie opere accompagna ama e critica l’esperienza di chi dice no. Attraverso lui abbiamo incontrato adolescenze rabbiose e disperate. E poi trasgressioni sconfitte e incattivite ormai devastate dal cinismo e dalla ricerca vana di un quieto vivere. Infine ribelli saggi capaci di usare parole antiche per farci vivere la necessità di lasciarci percorrere dalle ferite del mondo. Abbiamo cercato le nostre parole per raccontare non le opere, ma quelle pulsioni e passioni che ci fanno sentire oggi Brecht vicino.
Il cantare del teatro di Brecht è diventato il recitar cantando degli attori e il canto degli Almamegretta, di Raiz e di Paolo Polcari, che ispirandosi da una parte alla musica di Kurt Weill e dall’altra alla fascinazione di Brecht per l’Asia, mettono per la prima volta al servizio del teatro la loro esperienza di migranti della musica.

progetto e regia Salvatore Tramacere
elaborazione drammaturgica gianluigi gherzi, Salvatore Tramacere
con ippolito chiarello, sabrina gherzi, silvia lodi, fabrizio pugliese, raiz, silvia ricciarelli, fabrizio saccomanno
musiche paolo polcari, almamegretta
scene e luci lucio diana, luca ruzza
costumi laura colombo

 

Festival 2002 – Cantieri Teatrali Koreja

Cantieri Teatrali Koreja

Il progetto artistico di Koreja è fatto di “opere” di “azioni” e di “storie” (piccole o grandi che si voglia) che partono da lontano e soprattutto dall’esigenza profonda di costruire nel nostro amato/odiato Sud una “residenza del teatro e della cultura” aperta alle innovazioni, al confronto fra le diverse generazioni, un caleidoscopio di arti generi e pratiche dove alle nostre radici abbiamo sempre dato la stessa attenzione e importanza delle radici e delle lingue degli altri, in un rapporto di reciproco rispetto.
Evitando soggezioni millenarie ma anche stupidi orgogli provincialistici, con tanta voglia di conoscere e sperimentare nuove direzioni, linguaggi e poetiche.
Un progetto ad ampio raggio che vive dentro e fuori i Cantieri Teatrali in un continuo viaggio di andata e ritorno.
Opere, azioni e storie vuol dire produzione di spettacoli teatrali che nascono all’interno dei Cantieri e che si misurano con il pubblico più ampio (ragazzi, giovani e adulti) in occasione delle tournée, vuol dire ospitalità di compagnie ed artisti, incontri culturali, mostre, installazioni, prove aperte che da qualche anno raccogliamo all’interno di Strade Maestre, vuol dire attività di formazione teatrale rivolta soprattutto ai giovani ed ai soggetti svantaggiati, vuol dire infine un dialogo permanentemente aperto con il pubblico e con le istituzioni.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione 2002 con Brecht’s Dance – la danza del ribelle, nell’edizione 2001 con Terra e nell’edizione 2000 con Acido fenico

Tractatus

Tractatus scritto per voce, strumenti e voci narranti viene eseguito dal gruppo The Gordian Knot Music Company in una suggestiva forma di concerto cinematografico dove suono si unisce ipnoticamente al flusso delle immagini proiettate su grande schermo.
Il musicista utilizza le immagini suscitate da Tractatus come fonte poetica della sua composizione. I testi sono recitati in varie lingue e la musica, dall’andamento cantilenante e dalla strumentazione essenziale, ambienta le parole in un liquido trasparente e discreto, che conferisce all’emblematicità delle affermazioni una consistenza eterea e una spoglia drammaticità.

Festival 2002 – Tibor Szemzõ & The Gordian Knot Music Company

Hellzapop

Hellzapop è uno spettacolo che propone in una nuova formula, il meglio degli spettacoli passati inserendovi anche del materiale inedito, è un mix di sentimento, commedia, musica e non-sense. Uno spettacolo che non risparmia nulla allo spettatore nell’intento di stupire e divertire, una danza riportata alla sua forma di puro “entertainment”.

idea e progettazione di Paolo Demitry, Federica Mastrangeli, Michele Pogliani
con SARA CARPITELLA, SARA DUVALLI, YUNAISY FARRAY CASTILLO, MARTA MARCELLA, FEDERICA MASTRANGELI, MICHELE POGLIANI, KIM SAVèUS
coreografia regia di Federica Mastrangeli, Michele Pogliani

Festival 2002Compagnia Michele Pogliani

 

Compagnia Michele Pogliani

Nato a Roma comincia i suoi studi di danza presso il Centro Professionale di Danza Contemporanea diretto da Elsa Piperno e Joseph Fontano.  Nel 1984 si trasferisce a New York per continuare i suoi studi principalmente con Merce Cunningham e nel balletto classico.
Durante i dodici anni trascorsi a New York, lavora con varie compagnie: Rosalind Newman and Dancers (1986-87), Laura Dean Dancers and Musicians (1988) e la Lucinda Childs Dance Company (1989-1996), con la quale partecipa al tour mondiale dell’opera Einstein on the Beach di Robert Wilson e Philip Glass. Contemporaneamente lavora con giovani coreografi quali Eric Barsness, Ruby Shang, Doug Varone e in Italia con Enzo Cosimi, Roberta Gelpi e Adriana Borriello.
Al suo rientro in Italia nel 1996 presenta uno spettacolo di assoli, Rebel Angels, con le coreografie di Molissa Fenley, Jeremy Nelson, Sara Skaggs, Doug Varone e Tere O’Connor.
Debutta come coreografo nel 1996 con La Rosa Incarnata commissionata dalla compagnia Danzare la Vita.
Nel 1997 forma la sua compagnia CMP con la quale produce diversi spettacoli a serata. Dal suo debutto alla definitiva chiusura nel 2005, la compagnia lavora molto in Italia e all’estero (Francia, Inghilterra, Israele, Marocco, Belgio). Vanta inoltre coproduzioni con festival ed enti quali Festival Inequilibrio, AMAT, Festival Montpelleir Danse, Comune di Roma e Festival di Todi.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione 2002 con Hellzapop e nel 2000 con Tangram

Officina Zoè

Il repertorio di Officina Zoè comprende canti di lavoro, canzoni d’amore in dialetto e in grecanico salentino, canti di protesta e specialmente pizziche: de core e tarantate. Quest’ultimo ritmo è più eccitante e allo stesso tempo straziante e inebriante, esilarante e commovente, è insieme il ritmo del cuore e il respiro, il pulsare della terra. Rimanervi indifferenti è impossibile perché il crescendo ostinato dei battiti dei tamburelli va dritto al cuore. Chi ascolta e balla la pizzica potrà scoprire aspetti di sé sconosciuti e caricarsi di una straordinaria energia naturale. È un’energia millenaria depositata in questa musica che viene riattivata al momento dell’esecuzione, una esperienza di trance naturale: basta seguire la musica, abbandonarsi al suo movimento, per rendersi conto di una forza di un’energia musicale non comune.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione 2002

Animal Minimal + Softly Kicking VJ set

Per la prima volta il cantante dei Mau Mau Luca Morino si propone in uno show raffinato e essenziale, potente e minimale. Canzoni nuove e reinvenzioni di alcuni brani dei Mau Mau e Loschi Dezi, una cover del brasiliano Jorge Ben, elettronica e parole immerse in atmosfere intense di velluto e cartavetro, energia e poetry.

In bilico tra l’irraggiungibile Tom Waits e il David Byrne più lunare, Animal Minimal è l’incontro ravvicinato e intimo con uno degli autori più profondi della nuova musica italiana.
Softly Kicking è live vjing e creatura video/grafica.
In Animal Minimal i Vjs Softly Kicking proiettano dal vivo le immagini rarefatte e minimali del fotografo e precursore del cinema E. Muybridge, giocando con le potenzialità della manipolazione offerte dalla tecnologia digitale: ne emerge un ponte ideale tra passato e presente dell’immagine in movimento, tra suoni della generazione tecnologica e le origini lontane della nuova arte.

Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione 2002