Al calare della notte, il pubblico diviso in cinque gruppetti, invitato a percorrere cinque diversi itinerari urbani, che si snodano di tappa in tappa, attraverso immagini, suoni e situazioni successive. I vari punti di vista così formati si si ricompongono poi in un unico luogo, un panorama ove il pubblico occupa il posto centrale. Il panorama non è un risultato dei percorsi, nella risposta ad un enigma. Solo un episodio al servizio di un racconto che tutto lo contiene, un riposo dell’anima, una pausa prima di rimettersi in cammino.
Groupe ZUR
Groupe ZUR (Zona Utopicamente Ricostituita) lavora sulla percezione del reale che impercettibilmente scivola dalla realtà quotidiana, fatta di oggetti, materiali, suoni e odori, alla sua trasfigurazione. Queste sfasature poeti che si compiono attraverso la magia dell’immagine o della prospettiva. Attraversare la Zurro e come compiere un viaggio propiziatorio affinché la realtà si tramuti in poesia tra sognata e meravigliosa.
Riunitosi ufficialmente nel 1984, Groupe ZUR Zurro difende il principio di un lavoro collettivo e pluridisciplinare che si avvale sia delle tecniche teatrali e scenografiche che dei principi basilari del cinema o delle installazioni sonore. Grope ZUR è attualmente una delle compagnie fra le più interessante di quel movimento artistico presenti anche in Francia, sotto il titolo “arts de la rue”, che scegliendo deliberatamente di agire al di fuori degli spazi deputati del teatro, esplora e linguaggi scenici attraverso una diversa abitazione teatrale dei luoghi.
Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione 2000 con Le point de vues
Mil quinientos metros sobre el mivel de Jack
Nella stanza da bagno di un qualsiasi sobborgo metropolitano, una madre immerso in una vasca affronta il naufragio della propria esistenza e di quella dei familiari che la circondano: il figlio, vestito da sommozzatore, la sua fidanzata e il figlio di quest’ultima.
I problemi di incomunicabilità generazionale, le incertezze del presente, le tensioni delle famiglie disunita e trapelano da quella vasca da bagno come un fiume incontenibile di irrequietezza umana. Uno ad uno, i protagonisti di questo dramma dell’insopportabile assurdità quotidiana compiono abluzioni rituali e surrealiste immergendosi nella vasca, come per fare affogare un passato che sempre riemerge e per meglio affrontare un presente e pieno di incertezze. Passare il guado o annegare.
testo di federico léon
regia federico léon
con beatriz thibaudin, luis ziembrowski, carla crespo, ignacio rogers
scenografia ariel vaccaro nines
luci alejandro le roux
musica e sonorizzazione carmen baliero
fotografia guillermo arengo
Federico Léon
Ammiccando al teatro espressionista europeo, Federico Léon, enfant prodige della drammaturgia argentina, è riuscito ad imporre uno stile personalissimo, imperniato attorno al concetto della nuova obiettività, le cui ambientazioni realistiche vengono però continuamente estraniate dal confronto fra testo, personaggi e dettagli incongrui.
Il lavoro di Federico Léon ha ricevuto numerosi premi dalle principali istituzioni argentine e i suoi testi sono stati accolti con entusiasmo dalla critica e del pubblico.
Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione 2000 con Mil quinientos metros sobre el mivel de Jack
A sudden, unexpected faint
Una danza acrobatica come una carezza, come il gesto di una mano che disegna cicloni nell’aria, con le palpebre chiuse, non pensando ad altro che a comportarsi da fenomeno. Una danza fisica ed emozionale, fluida e, in un certo senso, affascinata dalla circolarità, in quanto possibilità di rappresentare un processo senza fine in modo finito.
Apparire e riapparire, girare, girare ed accorgersi di essere vicini e non essere diversi, di non essere cambiati o meglio di cambiare tutto il tempo.
La scrittura coreografica e la composizione musicale evolvono e si uniscono intimamente, sollecitati dalla naturale intensa collaborazione creativa fra danzatori e il musicista Jon Balke, che esegue dal vivo le musiche originali da lui stesso composte.
coreografia francesco scavetta
con gry kipperberg, francesco scavetta
musiche composte ed eseguite dal vivo da jon balke
scenografie e video tone myskja
light design jean vincent kerebel
costumi antii Bjorn, fernanda pessolano
produzione wee-Scavetta / Kipperberg
Festival 2000 – Compagnia Wee/Francesco Scavetta
Tangram
Il Tangram è un antico rompi capo cinese è costituito da sette pezzi di forma geometrica, che possono essere accostati fra di loro in un numero pressoché infinito di combinazioni. Le regole classiche sono le seguenti: ogni figura deve essere riconosciuta da tutti e sette pezzi; i pezzi devono attaccarsi, ma non si possono sovrapporre nel disporre verticalmente.
Il Tangram come visione di elementi autosufficienti che si uniscono in una forma, si addice alle più svariate interpretazioni. Tutto può esservi riconducibile: le varie sezioni di uno spettacolo e la sua visione totale, il singoli danzatori e l‘ensamble… Ma anche il luogo della rappresentazione, la data, l’ora o addirittura il semplice atto di recarsi a teatro possono essere considerati i pezzi del Tangram. E forse anche leggere queste righe è un elemento statico, immutabile, ma assolutamente necessario alla formazione di un evento.
ideazione e progettazione paolo demitry, federica mastrangeli, michele pogliani
coreografia michele pogliani, federica mastrangeli
musica originale paolo demitry
disegno luci stefano pirandello
intepreti ines cera, federica mastrangeli, cristina menconi, debora muraro, michele pogliani, kim savéus, marica zannettino
costumi michele pogliani
sartoria giuliana esposito
organizzazione e promozione flaminia boninno
Assolati
Assolati riunisce due moduli distinti di una stessa unità, dove il corpo è soggetto-oggetto di manipolazioni interne incontrollate.
Cellule di ricordo chiamate in modo improvviso, si manifestano dilatando e deformando il corpo, assumendo i connotati di frammenti di luce, macchie di sole che prendono vita, animati dal caso in forme indefinite. Corpi che cercano attraverso il suono, il ritmo e l’ironia che li trasporta, una relazione, un contatto, un legame che esiste nella loro essenza in quella luce che causa del loro vivere.
coreografia e regia fernando battista
interpreti fernando battista e patrizia carnebianca
musiche originali tonino battista
luci danila blasi
realizzazione oggetti di scena claudia di russo
realizzazione costumi vera bruno
Compagnia Fernando Battista
Fernando Battista inizia a studiare danza nel 1984 a Roma con il gruppo Altroteatro di Lucia Latour. Ha lavorato con diverse compagnie di danza, teatro e ensemble musicali quali: Bill T. Jones Arnie Zane & co., Vera Stasi, Travirovesce, Arte spettacolo Intenational, Elena D’Aguanno, Atacama e Logos Ensamble. Le sue coreografie sono state presentate nell’ambito di diversi festival tra i quali: Progetto Musica 95, Danza und Tanz, Segni e colori contro la mafia, Danza da bruciare, Uscite d’emergenza e il Festival danza estate.
Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione 2000 con Assolati
Ho male all’altro. Traccia n.1
Incursioni, adeguati a tutte le potenzialità espressive offerte. Ora, come punto di partenza, un ritorno alla forma; la sua semplice ambiguità poetica come possibilità e potenzialità forse tra le più dirette e coerente di relazione teatrale.
Il non metodo degli albori. Senza nostalgia, ma con curiosità.
Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, figure di riferimento della danza contemporanea in Italia e all’estero, esplorano da tempo un personalissimo approccio alla danza e all’espressività del corpo attraverso la danza.
Il festival internazionale Inteatro di Polverigi, nella coerenza con le attività di produzione promosse dal centro nazionale per la danza, gli accoglie al teatro La Nuova Fenice di Osimo per lavorare sulla loro nuova produzione Ho male all’altro.
Un momento privilegiato per permettere al pubblico di condividere l’intimità del processo creativo.
di e con michele abbondanza e antonella bertoni
immagini lucio diana
ricerca musicale Mauro casappa
assistente al progetto veronica melis
organizzazione elena cervellati
Compagnia Abbondanza Bertoni
Michele Abbondanza e Antonella Bertoni si incontrano a Parigi nel 1988 e al loro ritorno in Italia fondano la compagnia che porta il loro nome. Dopo quasi trent’anni di pluripremiata attività in Italia e all’estero con oltre 40 creazioni ed essere riconosciuti maestri per giovani e futuri coreografi, la loro Associazione Trentina Formazione Produzione Danza e Spettacolo,altro nome della compagnia A/B, è riconosciuta oggi come una delle realtà artistiche più importanti e vitali del panorama italiano. Significativo è il loro percorso di formazione pedagogica e di ricerca nell’ambito della coreografia e drammaturgia contemporanea.
L’organico del gruppo varia a seconda del tipo di progetto.
Nel 2008 nasce Scuola d’Azione, uno spazio teorico e fisico per la formazione e la trasmissione del loro insegnamento, rivolto ad adulti e giovani, attraverso lezioni e seminari di approfondimento a cadenza regolare, presso la sede della compagnia.
Frutto naturale di Prime Azioni, formazione rivolta ai più piccoli, è la PICCOLA Compagnia Abbondanza/Bertoni , un progetto ambizioso di costituzione di un nucleo stabile di giovanissimi, che porta alla presentazione di alcuni lavori su palcoscenico rivolti rigorosamente ad una platea di pubblico adulto, e che individua la sua vera natura e il suo senso più autentico nel percorso che si compie, nel processo di costruzione di un’opera.
Nel corso degli anni, seguendo una naturale logica di trasmissione pedagogica ed artistica, è entrato a far parte della struttura come Artista Associato, Tommaso Monza (già danzatore e collaboratore della compagnia), iniziando così un’attività di sostegno verso la nuova generazione.
Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 1999 con Fiaba buia e del 2000 con Ho male all’altro – Traccia n.1