Dopo il successo del provocatorio spettacolo Questo è teatro… Jan Fabre torna a Polverigi con una compagnia di 20 giovani artisti, attori, danzatori e cantanti uniti intorno ad uno spettacolo che combina insieme esperienze di vita privata, emozioni, storia dell’arte e tradizione teatrale.
Lo struzzo
Lo struzzo viene definito dal gruppo come un uccello grande che può essere ucciso con un coltello piccolo.
Lo spettacolo dura il tempo necessario per ammazzare, spennare, pulire, cucinare e mangiare un pollo.
I cinque attori sono persone pronte per un party che ballano, chiacchierano, mangiano…
Tutti questi eventi banali senza importanza sono analizzati in maniera del tutto realistica, assurda e naif.
Epigonen
Nato nel 1980 il gruppo Epigonen è una delle formazioni più interessanti ed energetiche del panorama del nuovo teatro belga.
Teatro, musica ed arti plastiche sono combinate insieme nelle loro produzioni, che vanno da provocatorie animazioni di strada, a produzioni collettive tratte da situazioni di vita quotidiana.
Gli elementi che caratterizzano questo gruppo nel lavoro di ricerca di forme teatrali adeguate al contemporaneo sono un tipo di intrattenimento spinto fino al cinismo, la distruzione delle tradizioni, e l’uso di movimenti e azioni ossessivamente ripetitivi, reali, quasi naif.
Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 1984 con Lo struzzo e del 1985 con Incident
El hombre urbano parco antropologico
Presentato per la prima volta al festival di Sitges (Spagna – edizione 1983), dove ha ottenuto un enorme successo, El hombre urbano consiste in una suggestiva esperienza teatrale che Albert Vidal può presentare in situazioni ed ambienti più diversi come aiuole perimetrate, giardini zoologici, piazze, eccetera.
All’interno dello spazio Vidal crea un proprio habitat, offrendosi al pubblico alla stregua di un animale in cattività.
Il suo ambiente è un letto, un lavabo, un guardaroba, un televisore ed una scrivania: quest’uomo urbano racchiuso così nella sua gabbia naturale vive la sua giornata quotidiana suscitando opinioni, interessi, imbarazzi, ilarità in un pubblico che più o meno coscientemente si riconosce in lui.
Albert Vidal crea così uno specchio di una condizione umana facilmente riconoscibile da qualsiasi spettatore, adulti, bambini e anziani.
Ciò che tuttavia è ammirabile in Albert Vidal e l’estremo rigore tecnico con il quale conduce in una sequenza senza fine tutte le azioni quotidiane dell’esemplare “animale umano”.
I delfini della montagna
I delfini della montagna è uno spettacolo in cui la pittura di pennello la fa da padrone, inondando la scena, i costumi e di gesti dipinti.
Per raggiungere la vetta il respiro si fa misterioso, da fatica ad alta montagna, oppure ingenuo e gaio come passeggiare di due amanti tra le verdi colline dell’Umbria.
Allora gli attori come pigmei danzano discinti come giullari mangiando sedani e salmoni, costruendo sagome dipinte dei loro idoli, ostentando la loro incomunicabilità.
Gli attori così non fanno miracoli, ma vivono magnificamente le loro esperienze, si attaccano e si staccano, si attraggono e si sgonfiano, prendono e perdono aria, finché sulla montagna il ferro tagliente ci si fanno la barba.
con carla chiuppi, paolo liberati, emanuela manini, laila santirosi
progetto, costumi e scene dipinte paolo liberati
musiche daniele patumi
Tradimenti Incidentali
Uno dei gruppi più stimolanti e radicali del Nuovo Teatro italiano, i Tradimenti incidentali, fondato da Paolo Liberati. La filosofia che lo muoveva e motivava nella sua ricerca era realizzare una moderna “scrittura teatrale d’arte” che, fondandosi sui moduli linguistici della scrittura scenica, li rielaborasse nella direzione di una accentuata qualità visiva. Vera e propria drammaturgia pittorica che trova negli spettacoli I cervelli dai petali taglienti e Vincent, l’orecchio di Van Gogh la sua espressione più compiuta. Il teatro di Liberati e dei Tradimenti incidentali si muove lungo la ricca direttrice novecentesca del teatro dei pittori, forma particolare e specifica del teatro visuale moderno.
Partecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 1984 con I delfini della montagna
Atacama
Atacama è il nome di un deserto di rocce rosse che si estende tra Perù, Bolivia e Cile e che è stato attraversato dal gruppo dell’I.R.A.A. alla ricerca delle “Salitreras”, le città fantasma coperte dall’avanzata del deserto, simili a elefanti fossilizzati.
Dall’esperienza dell’attraversamento di questo deserto nasce lo spettacolo Atacama.
Da un lato il deserto viene visto come luogo di visione, di miraggio, di proiezione dei propri desideri, dall’altro come luogo della solitudine dell’uomo di fronte alla natura, sia essa il deserto dell’America del sud o i desolati paesaggi metropolitani.
Appare così un preciso punto di riferimento pittorico: Edward Hopper e la sua arte, la sua capacità di rappresentare con i suoi quadri la stessa solitudine del deserto Atacama.
con renato cuocolo, raffaella rossellini, simona mosetti, massimo ranieri, andrea orsini
scene e regia renato cuocolo
musiche di raffaella rossellini, brani tratti da g. Mahler, e. satie e registrazioni originali effettuate in America latina
Teatro dell’I.R.A.A.
Momenti d’ozio
Lo spettacolo Momenti d’ozio è ispirato all’omonima raccolta di scritti del monaco buddista Kenzo, vissuto nella prima metà del 14º secolo.
In poco più di un’ora si sviluppano senza interruzioni le immagini di 17 quadri (Preludio, Pioggia, Pelle di leopardo, Callas, Ladro del coltello di diamanti, Isadora, Blurt, Sarcofago, Servitore di scena, Miss Italia, Muro, Uccelli, Vampiro, I mondi che ruotano intorno al rosso Arturo, Stasera, Culturista, Boxeur) che evocano le atmosfere quotidiane descritte da Kenzo negli oltre 200 capitoli del suo libro. I quadri non sono divisi l’uno dall’altro ma tendono a completarsi reciprocamente creando l’atmosfera di un viaggio tra personaggi di tutte le epoche e paesi, dove i tempi e i luoghi si accavallano.
Altri punti di riferimento di questo spettacolo di teatro danza sono la figura di Maria Callas nella Medea di Pasolini, Orson Welles nel Macbeth, la Turandot di Puccini.
La musica che fa da tessuto sonoro continuo è composta da brani operistici, a cui sono associate musiche orientali, oltre a brani jazz e colonne sonore di film.
regia virgilio sieni e julie ann anzillotti
coreografie virgilio sieni
costumi loretta mugnai
luci lucilla baroni
fonico maurizio della nave
collaboratori gilberto briani, andrea granchi, goghi, catherine muller, claudio puccini, paola del cucina, derno ricci, xandra gadda
Parco Butterfly
Formazione teatrale di Firenze fondata da Virgilio Sieni nel 1984, insieme a Roberto Gelpi ed Elio Marini, danzatori, e Julie Ann Anzillotti, membro dei Magazzini Criminali.
Parecipa a Inteatro Festival nell’edizione del 1984 con Momenti d’ozio