L’eclettica compagnia riminese, abituata a lavorare con la musica e le tecnologie, presenta a Polverigi un allestimento di una spazio all’interno del quale, nell’arco di due giorni e due notti, sarà possibile accedere ai materiali di lavoro su Baccanti. Ciò che viene realizzato è un ambiente acustico multicanale controllato via computer per la spazializzazione del suono in tempo reale, dove frammenti del testo originale greco sono campionati e ricomposti a definire una innovativa drammaturgia dell’ascolto. Il suono è la tragedia stessa: più che tragico il suono è pre-tragico, e la musica è in grado di generare il mito che esprime per simboli la conoscenza dionisiaca.
Stasimi è un’architettura di stratificazioni di senso, fatta di corpi, gesti, suoni, immagini digitali e voci. Memoria e presente, tempo individuale e collettivo, producono un’esperienza sensoriale ed estetica; la metrica del chòros fa da riferimento per lo sviluppo di una prassi esecutiva applicata al testo in italiano, appositamente scritto per questo progetto. Una rilevanza particolare è data al naturale incontro tra tragedia e tecnologia, ciò che sottolinea non tanto il carattere innovativo dell’utilizzo di tecnologie sulla scena, quanto piuttosto il rapporto di continuità con una concezione del teatro e della macchina scenica profondamente classica e per questo tecnologica.