Rebecca Moore G si ispira ai disegni di anatomia, ai testi, ai dipinti, alle macchine; ne trae una riflessione sulla meccanica dei corpi, sulla levità e leggerezza delle forme fisiche che sfidano le leggi della gravità.
L’analisi del particolare, del movimento frammentato che si riconduce ad unità, l’espressività dei corpi, la bellezza interiore, ieratica delle figure, il dinamismo e l’immobilità, infine la ricerca di una verità che imprendibile sfugge ad ogni movimento, sono gli elementi che costituiscono la trama di una spettacolo compiuto dove emerge la perfetta armonia del gioco tra le interpreti e l’integrazione di musica, immagini, testi e movimenti.