Dispositivo di controllo: “qualunque cosa abbia in qualche modo la capacità di catturare, orientare, determinare, intercettare, modellare, controllare e assicurare i gesti, le condotte, le opinioni e i discorsi degli esseri viventi” (G. Agamben)
Due corpi femminili in assenza di equilibrio: la postura è instabile, la voce non trova il suo tono naturale, il respiro è limitato, costretto dai lacci di un corsetto. Due donne in bilico tra il tentativo di raggiungere un modello estetico, e il riconoscere che questo stesso modello è un’imposizione culturale e sociale.
Attraverso un percorso di riappropriazione e di scoperta del ventre e della voce, tutto il corpo si contagia, il suono si amplifica e accompagna questo processo di riconquista. Un tentativo di esplosione energica e liberatoria, che cerca di eludere lo stereotipo.
E’ possibile resistere agli attacchi dei dispositivi? Possono degli spazi conquistati di libertà sfuggire al controllo?
DA UN’IDEA DI Anna Basti ELABORAZIONE E MESSA IN SCENA Anna Basti e Chiara Caimmi CON Anna Basti e Chiara Caimmi DIREZIONE TECNICA E DISEGNO LUCI Maria Elena Fusacchia COLLABORAZIONE TECNICA Chiara Kadia Baston MUSICHE ORIGINALI DI Iva Stanisic // Yva & the toy george SUPPORTO TECNOLOGICO DI Alessandro Petrone e Francesco Castrovilli CON IL SOSTEGNO DI Inteatro Residenze – Centrale Fies – KOMM TANZ/Teatro Cartiera residenze Compagnia Abbondanza/Bertoni IN COLLABORAZIONE CON IL Comune di Rovereto