La storia di Otello è raccontata da quattro personaggi: Otello, Desdemona, Iago e Cassio. È un triangolo di pulsioni virili al centro del quale finisce per trovarsi Desdemona – unica figura femminile. Iago è invece figura di grande persuasore a cui viene restituita la pulsione amorosa, o meglio libidinosa nei confronti di Desdemona. Ma nel gioco della finzione scenica, tale pulsione è espressa tramite il suo alter-ego che trova fisionomia teatrale in una guarattella da lui stesso manovrata e chiamata Roderigo.
È il gioco della rappresentazione, il gioco del teatro; è il gioco di Iago, una specie di regista che tenta di offrire al suo pubblico una farsa o -chissà che beffa. Pian piano però tutto gli sfugge di mano, gli attori diventano ingovernabili e imbrigliato dalla sua stessa trama e affascinato da essa, Iago non prova nemmeno a fermare il disastro. È la prima volta che Rossotiziano affronta un testo teatrale, un classico che ha attraversato indenne tutte le epoche teatrali; dagli elisabettiani ai romantici da Carmelo Bene a Hollywood, tutti si sono confrontati con l’Otello di Shakespeare. Negli spettacoli precedenti la drammaturgia aveva come fonti materiali non propriamente teatrali o addirittura anti-teatrali.