Tratto dal testo inedito in Italia di Daniel Pennac “Qu’est-ce que tu attends Marie?”, Giardini d’acqua è uno spettacolo tre teatro e danza, dove le parole e le immagini si trasformano in gesti e movimenti, e dove la musica fonde il tutto in un amalgama evanescente ed etereo, in un’atmosfera rarefatta e sfuggente. Un semplice dialogo tra una voce sconosciuta e Marie, una donna in attesa di un ricordo si trasforma in sogno, ipnosi e malia. La memoria raccoglie immagini sparse nel tempo, la propria storia personale di affetti, dolori, sensazioni. I personaggi sono colti nel momento in cui il pensiero attraversa la loro mente: lo sguardo sembra perso lontano, ma gli occhi cercano un appiglio, forse un altro sguardo, per ritrovarsi e scoprire dov’è fuggito il pensiero. Un pensiero volatile, evanescente, che cerca di dare forma al ricordo. Giardini d’acqua sembra così sfidare le costrizioni temporali che regolano il sonno e la veglia, la vita vissuta e quella sognata, giungendo a scoprire che “Rever et reveler c’est à peu prés le meme mot”.