I delfini della montagna è uno spettacolo in cui la pittura di pennello la fa da padrone, inondando la scena, i costumi e di gesti dipinti.
Per raggiungere la vetta il respiro si fa misterioso, da fatica ad alta montagna, oppure ingenuo e gaio come passeggiare di due amanti tra le verdi colline dell’Umbria.
Allora gli attori come pigmei danzano discinti come giullari mangiando sedani e salmoni, costruendo sagome dipinte dei loro idoli, ostentando la loro incomunicabilità.
Gli attori così non fanno miracoli, ma vivono magnificamente le loro esperienze, si attaccano e si staccano, si attraggono e si sgonfiano, prendono e perdono aria, finché sulla montagna il ferro tagliente ci si fanno la barba.