Quattro uomini recitano queste storie del Grand Guignol che hanno come protagoniste delle donne. Sono donne che cercano una qualità alta della vita che inseguono una presenza piena nello scorrere del tempo, che chiedono ai loro uomini una capacità di attenzione ai dettagli dello stare insieme. Cercano evasione nel sogno dell’amore romantico, nel dolore, nell’allucinazione. Tre storie senza un lieto fine.
Lo spettacolo è il segno di una perdita, di un’assenza: ciò che gli spettatori vedono in scena non esaurisce quello che c’è da vedere. Lo spettacolo è il calco, il segno negativo fotografico di una presenza, di azioni e persone che sono state e di cui rimane nello spazio e nella memoria l’eco di una nota tenuta. Quattro uomini recitano delle storie di donne, perché è necessario porre una distanza, indossare una maschera, cercano uno scarto, per potere anche solo semplicemente parlare.
I tasti fanno parte del fondo Sainati della Biblioteca Nazionale Bucardo di Roma, e sono gli originali copioni manoscritti utilizzati dalla Compagnia Sainati, l’unica compagnia italiana di Grand Guignol operante in Italia agli inizi del ‘900.