Ezster Salamon, coreografa e ballerina d’origine ungherese, ha praticato dai cinque ai venti anni d’età la danza tradizionale del suo Paese prima di abbandonarla per quindici anni. Da qualche mese, cogliendo l’occasione del ritorno nella sua famiglia, si è riavvicinata alla danza tradizionale, concepita dall’artista come vera eredità familiare.
Magyar Tàncok non è uno spettacolo popolare ma è l’interrogazione/analisi di una coreografa contemporanea sulle origini della sua danza e, in particolare, sulle tecniche di improvvisazione apprese durante l’infanzia, quelle forme di rappresentazione che le hanno permesso di accedere ad una creatività assolutamente singolare. Dalla prospettiva odierna, Eszter Salamon esamina sia le tradizionali danze ungheresi sia le tecniche di danza contemporanea apprese da adulta e, focalizzandosi sulla loro rappresentazione, le mette a confronto.
Questa recente riscoperta delle sue “origini artistiche” ha suscitato in Salamon il desiderio di creare un dittico che avesse come soggetti l’identità e la famiglia, uno spettacolo che sarà rappresentato nel corso di diverse tappe e che avrà la durata di due anni.
In Magyar Tàncok l’artista invita sua madre, colei da cui ha appreso la danza tradizionale ungherese, ed altri ballerini e musicisti della sua famiglia, a rileggere e ad interrogarsi sulla danza che la Salamon pratica oggi, alla luce di ciò che accomuna le loro infanzie.
Ezster Salamon è conosciuta nel mondo dello spettacolo come un’artista rigorosa, testarda ed audace. Il pubblico e la critica non l’avevano mai vista, prima d’ora, impegnata nel suo “contesto” originale, in quella che viene comunemente definita danza tradizionale o popolare. La ricchezza del repertorio ungherese spinge la Salamon a sviluppare ogni frase coreografica di questa danza, comprese quelle che vengono tradizionalmente interpretate dagli uomini. In questo spettacolo la “conferenza ballata” che l’artista svolge insieme alla madre, al fratello e ai cugini musicisti costituisce il primo aspetto di un dittico sulla famiglia reale ed immaginaria.
Al giorno d’oggi molti artisti provenienti dall’Est europeo e dall’Africa si pongono la questione dell’eredità, senza però creare quel dibattito sterile che vedrebbe semplicemente opposte la tradizione e la modernità.
Ideazione Eszter Salamon
Ideazione musicale Ferenc Salamon
Assistente Zoltàn Gémesi
Con Robert Csögör, Zoltàn Gémesi, Endre Liber, Robert Liber, Ferenc Salamon, Erszébet Salamon, Eszter Salamon
Musica voce di Bela Bartók Words to Cantata profana, Olyat vágok háromfele (song for cane dance) and Richie Hawtin
Direttore tecnico Götz Dihlmann
Ringraziamenti a Tordasi Altàlànos Iskola, Tibor Kouczos, Ildiko Nemeth, Gáspàr Salamon, Sarolta Salamon, Soma Salamon, Edit Soskuti, Szabò Szilàrd und Christophe Wavelet.
Organsiation/ Production Alexandra Wellensiek
Produzione Festival « Les Intranquilles », Villa Gillet, Lyon, Hauptstadtkulturfonds and Botschaft.
Eszter Salamon – Festival 2008